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Tavares: le prime parole dopo le dimissioni. “Elkann? Quasi un amico”

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Dopo le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato di Stellantis e sulla relativa buonuscita , il manager portoghese torna a far parlare di sé. Con un’intervista rilasciata alla testata portoghese Expresso, Tavares ha spiegato come è giunto alla decisione delle dimissioni dal ruolo apicale in Stellantis.  

“La decisione l’abbiamo presa insieme, io e John Elkann, con il quale i rapporti sono sempre stati amichevoli ed estremamente personali. È quasi un amico”.

Le prime parole di Tavares a l’Expresso

Nel testo pubblicato, l’ex numero uno del gruppo automobilistico ribadisce come la sua uscita sia stata “pacifica, ponderata e consensuale” e come questa sia stata causata dalla mancanza di consenso all’interno del Consiglio di Amministrazione per via di alcune posizioni del portoghese.

Proprio la diversità di vedute ha portato alla definitiva rottura tra i vertici e l’ex numero uno.

“La nostra preoccupazione più importante è proteggere Stellantis. Io faccio parte di coloro che hanno creato Stellantis, con John Elkann, quindi siamo stati noi a creare Stellantis”.

Prosegue così il portoghese sottolineando il suo ruolo nella fondazione di Stellantis

Dimissioni, non una defenestrazione

“Abbiamo pensato che le discussioni, che hanno evidenziato una differenza di punti di vista, avessero come conclusione il fatto che ognuno di noi avrà cura della propria vita per non creare un rischio di disallineamento all’interno della governance dell’azienda“, prosegue Tavares nell’intervista.

“Ci sono due categorie di piloti. Quelli che, per evitare il rischio di forare uno pneumatico o danneggiare le sospensioni, evitano i cordoli e cercano di fare il miglior tempo possibile guidando nella parte centrale della pista. Poi c’è chi, per andare più veloce, guida sui cordoli, il che è perfettamente lecito, ma più rischioso, dannoso per le sospensioni e aggressivo per gli pneumatici. Ovviamente, io faccio parte della seconda categoria. In questo periodo molto darwiniano che l’industria automobilistica attraversa, è possibile che si sia creata un po’ d’angoscia attorno a una strategia aggressiva in cui questa fase è vista più come un’opportunità che come un rischio. E poi ho assunto posizioni molto nette in materia di tutela ambientale. Forse questo insieme di fattori ha generato divergenze e un’azienda che ha 250.000 dipendenti, un fatturato di 190 miliardi di euro, 15 marchi che vende in tutto il mondo, non può essere gestita con una mancanza di consenso che si ripercuote immediatamente sulla gestione strategica”.

Il paragone motoristico di Tavares nell’intervista

Insomma, parole importanti che spiegano le posizioni del portoghese rispetto alla vicenda che ha caratterizzato le ultime settimane. Quale sarà adesso il futuro di Stellantis?  

Per il momento non è ancora chiaro chi sarà a prendere il posto di Tavares ma si sta già delinendo il futuro per l’ex manager portoghese: molto probabilmente darà il proprio contributo all’interno della compagnia aerea TAP che pare stia muovendo i primi passi verso la privatizzazione.

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