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Test – Citroen DS3 Cabrio

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DS è oramai un marchio nel marchio per Citroën e la DS3 è stata la prima vettura a rilanciare una sigla che ha fatto bella mostra di sé sul posteriore di una delle auto più iconiche di sempre, così avanti rispetto ai tempi e così universale da essere rimasta in commercio per vent’anni (dal 1955 al 1975) pressoché invariata.

Che poi, se venisse lanciata oggi la Déesse, nessuno si permetterebbe di definirla un modello dalla linea superata.

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A 30 mesi dal lancio di questa linea premium il marchio del Double Chevron ha già venduto 300.000 unità e punta ad espandere i volumi grazie al – c’è anche da chiederlo? – mercato cinese. La joint-venture con la corporate locale Changan (Capsa) infatti vende le vetture DS tramite una rete di distribuzione separata rispetto a quella Citroën, con concessionarie dedicate. Dopo l’inaugurazione del primo DS Store a Nanchino nel giugno 2012, l’obiettivo è raggiungere 70 punti vendita entro la fine di quest’anno. Ad oggi Citroën commercializza in Cina i modelli DS3, DS4 e DS5, ma il concept Numéro 9 visto allo scorso Salone di Pechino e l’annuncio di un’altra show car prevista per il prossimo Salone di Shanghai, questa volta con carrozzeria SUV, preludono ad un’espansione ulteriore della gamma, sull’onda dell’amore per il lusso alla francese che caratterizza i consumatori dagli occhi a mandorla e non solo.

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L’impressione è quindi quella di una scommessa vinta, se si considera che da noi in Europa la gamma DS vende più di BMW e Mercedes-Benz e che in Inghilterra, tanto per parlare di corda in casa dell’impiccato, la DS3 è davanti alla MINI berlina. I piani alti della marca poi non nascondono che la linea premium, pur avendo comportato investimenti sostanziosi, garantisce margini superiori rispetto alle vetture generaliste, ad oggi in profonda crisi. Insomma, con DS la Citroën ha avviato una politica non dissimile da quella che Marchionne ha annunciato per Fiat, ossia il rilancio del brand tramite modelli di alto profilo, che regalino un sorriso alle casse di aziende in evidente difficoltà. Ma chiudiamo il capitolo “affari & finanza” e apriamo quello da autoappassionati: questa DS3 Cabrio, come va?

Il cielo stellato sopra di me, il solito spazio dentro di me

Mi cospargo il capo di cenere in anticipo per aver storpiato in maniera ignominiosa forse la più celebre citazione di Immanuel Kant, ma di fatto la grande novità di questa DS3 Cabrio è appunto il tetto in tela, che permette di aggiungere alla ricetta premium della piccola francese il piacere della guida all’aria aperta. La struttura è stata realizzata in collaborazione con la Webasto ed è sostanzialmente simile a quella della Fiat 500C. Stiamo parlando insomma di una capote multistrato elettrica, disponibile in tre colori (Nero, Blu Infini e Grigio Moondust con Monogramma DS), che scorre all’indietro fino a raccogliersi al di sopra del portellone posteriore. In questo modo la tipica forma a pinna di squalo del montante B che caratterizza la DS3 rimane invariata e i finestrini laterali mantengono le cornici. I vantaggi di questa soluzione sono molteplici: lo spazio interno e l’altezza dell’abitacolo non vengono compromessi, così come i 5 posti a disposizione, un unicum nel segmento di appartenenza, mentre il bagagliaio vede il proprio volume ridotto di soli 40 litri, da 285 a 245. L’incremento di peso che il sistema di apertura prevede è contenuto in appena 25 kg e, a prima vista, gli unici compromessi pratici sono la capote che rende inutile il retrovisore centrale quando la si apre del tutto e la bocca d’accesso al vano bagagli, dalle dimensioni piuttosto ridotte. Per il resto, l’altra novità è nei fari posteriori a ‘specchi contrapposti’, derivati dalla Concept SurVolt, che con il loro effetto 3D donano ulteriore fascino al posteriore della solita, piacevole DS3.

Su strada: a spasso in una piovosa Milano

Mi sarebbe tanto piaciuto raccontarvi di un piacevole giro tra gli scorci più suggestivi di una Milano quasi primaverile, con il tetto aperto a mo’ di palco privilegiato da cui ammirare le piazze e gli angoli più affascinanti della metropoli meneghina. Mi sarebbe piaciuto, appunto. Perché invece il 20 marzo, giorno del nostro primo contatto con la francesina decappottabile, è piovuto a dirotto per tutto il tempo. Non ho potuto quindi godere più di tanto delle emozioni offerte da questo tetto, azionabile fino a 120 km/h e che in 16 secondi scorre all’indietro fino a raggomitolarsi sul portellone posteriore. L’acqua mi ha però dato la possibilità di focalizzare la mia attenzione su altri particolari che non fossero la guida en plein air della DS3 Cabrio, dettagli forse meno emozionali e scenografici, ma comunque importanti. In primis, il motore. Il benzina sovralimentato a quattro cilindri 1.6 THP da 156 CV è un’unità dalla cavalleria più che abbondante su un’auto lunga 3,95 metri e dal peso di 1.231 kg, la sua spinta è sempre corposa e costante, a qualsiasi numero di giri. Questo propulsore sviluppato in collaborazione con BMW – che lo monta sulla MINI e sulle Serie 1 e Serie 3 di casa – si caratterizza non tanto per l’aggressività o per il tono particolarmente sportivo, quanto per la coppia costante, i 240 Nm a disposizione vengono infatti erogati già a 1.400 giri/min e si traducono in un’esperienza di guida quasi da diesel. La curva di coppia è molto piatta e permette di viaggiare con marce alte, sfruttando la pastosità del motore e la sua capacità di prendere giri senza indugi, viste le masse in gioco. Certo, i consumi risentono dei puledri presenti sotto al cofano, ma il tono sommesso dello scarico e la costante riserva di potenza contribuiscono a creare quell’atmosfera premium, da cittadina chic, cui la DS3 Cabrio punta. È però alla voce telaio il quesito più importante: il tetto, o meglio la sua mancanza, ha in qualche modo compromesso l’handling? Le trafficate strade di Milano non ci hanno certo permesso di portare al limite la tenuta degli pneumatici 205/45 R17, ma le frequenti irregolarità dell’asfalto hanno messo in luce la solidità dell’insieme. La DS3 Cabrio assorbe con un tonfo sordo e deciso buche, caditoie e dossi, passando senza esitazioni sui vari ostacoli che le discutibili condizioni delle strade italiane offrono. L’insonorizzazione acustica, poi, è molto curata per la categoria: il propulsore della francesina si fa sentire solo in piena accelerazione e né le risonanze nei parafanghi, né il picchiettare della pioggia milanese sulla capote multistrato in tela si sono mai fatti invadenti all’interno dell’abitacolo. La DS3 Cabrio è insomma una vettura in equilibrio tra sportività e confort, un’auto ‘smart casual’ se volessimo parlare per metafore. Grazie al propulsore più potente non nasconde il suo amore per le curve e la guida aggressiva, che si traduce in uno sterzo dal peso corretto e in una sensibilità dei comandi che invita a divertirsi, dall’altra parte però l’assetto non è un pericolo per la spina dorsale, tutt’altro. Più piccola granturismo che divoratrice di cordoli, con un listino che parte da 18.950 €, nella motorizzazione 1.2 VTi 82 CV è una proposta interessante anche per i neopatentati. La differenza di prezzo di circa 2.500-3.000 euro rispetto alla variante ‘chiusa’ è giustificata dal plus della guida col vento tra i capelli. Perché l’esperienza premium non è fatta solo di ciò che si può toccare, ma anche dei chilometri di cielo sopra la testa e della luce del sole.

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