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Test Formula 1 Barcellona 2015: “Honda anomala”

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In sede di presentazione della nuova McLaren M-P4-30 l’imperativo a Woking era quello di cambiare rotta dopo 2 stagioni che han visto all’attivo un solo podio in ben 39 gare.

Il ritorno di Honda come fornitore di motori aveva portato in dote un entusiasmo ritrovato sia nello stesso team, voglioso di ripercorrere i fasti di un tempo, sia tra gli addetti ai lavori e tra i fans che si auguravano di vedere in pista un’altra agguerrita rivale per la Mercedes “tritatutto”.

L’arrivo poi di Fernando Alonso aveva definitamente sciolto le riserve sulla voglia di Honda di puntare subito al vertice ingaggiando quello che probabilmente per esperienza e talento è tra i migliori piloti in circolazione nel paddock. Inoltre, la conferma di Button era sembrata una scelta in linea con chi al debutto aveva bisogno di tutta l’esperienza che solo due campioni del mondo potevano garantire.

Se dovessimo fare un bilancio per valutare il lavoro del team dopo i primi test partendo da Abu-Dhabi e arrivando agli ultimi di Barcellona il quadro è francamente desolante.

Alonso Honda

Intendiamoci, la rottura col passato c’è stata eccome: Peter Prodromou, che per anni ha affiancato Newey alla Red Bull, ha disegnato una monoposto estrema che dal punto di vista aerodinamico è davvero interessante. La vettura, ad esempio, è rastremata al massimo al retrotreno, ma guardando alla Power Unit si sta soffrendo un ritardo di progettazione che a tutti gli effetti Honda ha palesato in maniera molto evidente.

La realtà è che le problematiche tecniche imposte da questo regolamento sono molto complesse e chi decide di debuttare a maggior ragione contro avversari con un anno di esperienza in pista sulle spalle deve essere consapevole di dover pagare un biglietto d’ingresso molto salato.

A Barcellona, forse uno dei circuiti più indicativi per valutare una monoposto, si è vista una McLaren agile nelle curve, ma che ha avuto problemi sin dal primo giorno alla PU Honda dovuti ad una guarnizione difettosa sul MGU-K. La nuova guarnizione è arrivata il sabato, quindi si è deciso di limitare l’utilizzo della parte ibrida per poter effettuare qualche giro per raccogliere dati, ma è evidente che questa è una condizione che non permette ai piloti e agli ingegneri di valutare il pacchetto completo, portando così ulteriori ritardi alla valutazione complessiva della monoposto. Inoltre, il misterioso incidente avuto da Alonso domenica tra la curva 3 e la 4 darà da lavorare al team per cercare, attraverso la telemetria e i dati, di capirne la dinamica visto che le voci sulle possibili cause sono tra le più disparate.

Insomma Mclaren e Honda avranno molto da lavorare e – se consideriamo che il 28 febbraio dovranno già consegnare le specifiche del nuovo motore e che durante l’anno avranno gettoni e sviluppi limitati vincolati solo a quanto decideranno di risparmiare gli altri team – la strada è davvero in salita. Certo c’è chi ricorda che l’anno passato la Reb Bull probabilmente fece peggio nelle varie sessioni di test e in Australia centrò il podio con Ricciardo poi svanito per problemi al flussometro. Mi permetto di dire, però, che era diverso in quanto tutti i competitor partivano da un foglio bianco e le prime gare furono interlocutorie, ora invece a Woking hanno una montagna enorme da scalare.

Le aspettative del team sono quelle di raggiungere un livello di competitività elevato verso la fine della stagione anche se sarebbe un vero peccato vedere due grandi talenti come Alonso e Button fare fatica ad andare a punti nei primi appuntamenti del Mondiale.

Gabriele Bolognesi

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