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Test – Renault Clio 1.0 Tce

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Nel travagliato periodo che attraversa l’industria automobilistica, Renault ha intrapreso un lungo processo di rinnovamento che comprende anche la nuova Clio – giunta alla sua quarta serie – oggetto della nostra ultima prova. Il compito è quello di confermare i grandi successi ottenuti negli ultimi 22 anni, ovvero dalla nascita della primissima Clio nel 1991.

Cattura gli sguardi

 

Un design tutto curve ispirato alla DeZir, la concept car esposta al Motor Show di Parigi nel 2010, un look eccentrico (soprattutto il modello che abbiamo provato noi) e linee sinuose. Questi tre elementi danno vita alla Clio quarta generazione, che – tra i vari premi – in bacheca ha già messo via quello di auto dell’anno 2012. Un aspetto estetico sicuramente azzeccato a partire dal frontale in cui troviamo il grosso logo Renault da cui partono i due “baffi” che raggiungono i fari Halogen 2.0 (purtroppo niente Xeno) e sotto i quali troviamo le affascinanti luci diurne a LED. Le fiancate sono formose e muscolose con inserti bicolore all’altezza del battitacco e con una bombatura sul passaruota posteriore. Il retro della Clio è anch’esso piuttosto aggressivo con un estrattore nero lucido e dei bei fari a cui mancano solo l’illuminazione dotata di tecnologia LED. I cerchi in lega sono neri diamantati da 16 pollici con pneumatici da 195/55 e creano un ottimo effetto di contrasto con il bianco della nostra vettura. A completare i giochi cromatici ci pensano gli inserti rossi presenti sul muso, sui lati e appena sopra al paraurti posteriore. La nuova Clio ha aumentato le proprie dimensioni (larghezza 1731 mm, +24 mm, lunghezza 4062 mm, +35 mm e altezza 1448 mm, -45 mm) e dalla quarta generazione è disponibile esclusivamente in configurazione a cinque porte, una scelta dettata dalle esigenze di mercato che, però, non penalizza l’estetica poiché le due porte in più sono state molto ben integrate nella carrozzeria e le maniglie, “nascoste” nei montanti posteriori. Non siamo riusciti a spiegarci l’utilità del mini finestrino situato a lato delle porte dei passeggeri, dato che non rende più luminoso l’interno della vettura e sembra un’idea piuttosto costosa rispetto alla funzionalità.
All’interno dell’abitacolo troviamo un ambiente giovane e sportivo, sottolineato dal volante in pelle nera e in plastica lucida rossa o dai sedili ben profilati in tessuto nero e grigio. Le personalizzazioni degli interni sono molteplici, nel nostro caso gli inserti rossi dell’esterno vengono ripresi anche all’interno e sono presenti sulle bocchette, sui rivestimenti delle portiere e sul ,sopracitato, volante. La zona centrale della plancia è un po’ povera, dominata dall’ottimo Smart Nav LG con schermo da 7 pollici (lo stesso che abbiamo trovato anche sulle Dacia), con presa USB e senza lettore CD. È presente, invece, il sistema Bass Reflex, un impianto audio che garantisce qualità audio al top della categoria. A breve sarà disponibile anche il Renault R-link, ovvero un tablet touchscreen con connessione a internet, una delle tecnologie più evolute nel mondo dell’auto. Sotto il navigatore ci sono i comandi del clima manuale – semplici e pratici – e le bocchette d’areazione svolgono un lavoro egregio. I sedili posteriori sono spaziosi, mentre il bagagliaio ha una capienza di circa 300 litri, poco superiore alla media della categoria.

Un tre cilindri scattante

 

Il propulsore è un 898cc turbo benzina 12 valvole che eroga 90 cv e 135 Nm. Per essere un tre cilindri, la potenza è abbondante e grazie al peso di 1009 kg (100 kg in meno del modello precedente) di massa a vuoto con guidatore, la Clio è sempre scattante – quasi impercettibile il turbo lag – pronta a sgusciare nel traffico come da sempre ci ha abituati. Questo motore porta la Clio da zero a cento in 12,2 secondi e le fa raggiungere la velocità massima di 182 km/h, prestazioni nella media (ci saremmo aspettati qualcosa in più nell’allungo per arrivare a 100 km/h). Per quanto riguarda i consumi, i dati dichiarati nel ciclo misto sono di 4,5l/100km, numeri ottimi che non si discostano molto dai nostri 6-6,5l/100km registrati, però, con l’andatura spesso allegra, invogliati dall’ottima tenuta di strada della francesina. A contribuire al risparmio e all’efficienza della vettura ci pensa anche la modalità ECO, che modifica la risposta dell’acceleratore e la gestione della climatizzazione. Il risultato è un’emissione di CO2 pari a 105 g/km. La frenata è ben modulabile e sempre pronta, nonostante l’impianto a disco sia presente solo all’anteriore mentre al posteriore ci sia quello a tamburo, più economico ma meno performante. Da elogiare uno sterzo duro il giusto a cui è stato accostato un cambio preciso ma un po’ gommoso. In città le doti della nuova Clio sono note a tutti, ulteriormente migliorate – ad esempio – dallo start and stop o dalla presenza di maggiore tecnologia all’interno dell’abitacolo, invece, sul tratto autostradale si viaggia comodi ma si sente la mancanza di una sesta marcia di riposo, per aumentare la silenziosità e per diminuire i consumi. Se poi il sound del tre cilindri non vi soddisferà, potrete scegliere voi (tramite l’R-Link) tra diverse tonalità di scarico che – perfettamente sovrapposte al vero rumore del motore – verranno riproposte dal sistema audio per farvi vivere emozioni più sportive.

I nemici di sempre

 

L’allestimeno Energy – quello presente sulla nostra vettura – rappresenta il top di gamma per la 1.0 Tce e parte dal prezzo di 15.850 euro. Una cifra in linea con le dirette concorrenti, in particolare con l’avversaria di sempre, la Peugeot 208 ma anche con la Fiat Punto EVO e con la Toyota Yaris: quattro auto che da anni combattono per la leadership in questo segmento. Come abbiamo visto in precedenza, la dotazione di serie è buona, però per godere di un look aggressivo come quello della nostra Clio, dovrete aggiungere 250 euro per la vernice bianco ghiaccio, 250 euro per gli inserti rossi all’esterno e 100 euro per gli inserti rossi all’interno dell’abitacolo. L’ultimo optional presente sulla vettura che abbiamo avuto in prova è il Relax Pack (100 euro) che prevede la presenza del bracciolo centrale e del terzo poggiatesta posteriore. Per quanto riguarda il design della carrozzeria pensiamo che tra le sue concorrenti non esistano rivali, data la bellezza delle linee e l’originalità delle forme, mentre per quanto concerne la zona dell’abitacolo, riteniamo che il giudizio sia più soggettivo ma siamo dell’opinione che la piccola francesina perda qualche punto nei confronti delle avversarie dirette. Ai lettori l’ultima parola.

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

Photo by Alex Galli

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