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Test – Volkswagen Golf VII

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Punto di riferimento tra le compatte del segmento C, la Volkswagen Golf ad ogni nuova generazione sposta l’asticella della qualità percepita sempre più in alto. Siamo ormai giunti alla settima interpretazione, con una gamma che si è attualmente completata grazie all’arrivo della Golf R e della variante elettrica e-Golf.

La vettura in prova
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La protagonista di questo test è una Volkswagen Golf Highline 1.6 TDI DPF 105 CV BMT DSG, un nome che agli estimatori della casa di Wolfsburg dice già tutto sulle principali caratteristiche dell’auto. In ogni caso si tratta della attuale motorizzazione d’accesso della gamma TDI, con 105 CV e 250 Nm di coppia disponibili già da 1.500 giri/min. Il cambio è l’ormai celebre DSG nella variante a 7 marce con frizioni a secco e, secondo la casa, la Golf così equipaggiata consuma nel ciclo combinato 3,9 l/100 km a fronte di emissioni di CO2 di 102 g/km. Valori interessanti, come lo sono un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,7 secondi ed una velocità massima di 192 km/h. L’allestimento Highline è il più ricco tra i quattro attualmente disponibili ed aggiunge agli accessori più comuni anche la Radio “Composition Media” con display touchscreen a colori da 5,8″ e presa USB, climatizzatore automatico Climatronic, cerchi in lega da 17″ con assetto sportivo, volante multifunzione a tre razze rivestito in pelle, fari fendinebbia e sedili anteriori sportivi in Alcantara/tessuto con supporto lombare.

Quello che il chilometrico nome dell’auto non rivela è la presenza degli optional come le cinque porte, il Light Pack, il Park Pilot, la ruota di scorta minispare, la selezione del profilo di guida, lo Smoke Pack ed il volante sportivo multifunzione in pelle a 3 razze con leve per DSG. Per chi non lo sapesse lo Smoke Pack comprende posacenere ed accendisigari, due cose la cui presenza era data per scontata fino a qualche anno fa ma che ora tutti fanno pagare a parte.

Alla guida: comoda e poco assetata
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Come detto qualche riga sopra, la nostra Golf è equipaggiata con il sistema di selezione del profilo di guida, che permette di scegliere tra 4 modalità (Eco, Sport, Normal, Individual) intervenendo su motore, cambio, sterzo e climatizzatore. Tolte le modalità Sport ed Individal – la prima perché a causa della ridotta potenza si limita a rendere inutilmente nervosa la macchina e la seconda perché è un mix a piacere dei vari parametri – le più interessanti sono la Eco e la Normal. Partiamo dal profilo Normal, un connubio perfetto tra prestazioni e confort. Grazie all’ausilio del cambio DSG la marcia in questa modalità risulta piacevole e fluida, con il motore che eroga la sua potenza in modo pronto ma senza mai essere brusco.

Nella guida di tutti i giorni, specialmente in extraurbano o autostrada, la configurazione di base studiata dai tecnici tedeschi è davvero degna nota. Se a tutto ciò si aggiungono una qualità percepita ed un’insonorizzazione che non sfigurerebbero in una classe superiore, appare chiaro per quale motivo la Golf sia la reginetta del segmento ed Auto dell’Anno 2013. La modalità Eco risulta invece perfetta nell’uso cittadino, privilegiando il risparmio di carburante e filtrando le risposte del propulsore. Le accelerazioni diventano blande ed il DSG sfrutta maggiormente le marce lunghe andando a sacrificare la spinta, arrivando a “staccare” la frizione e far girare il motore al minimo se si solleva il piede dal pedale dell’acceleratore, come ad esempio in prossimità di un semaforo. Fuori città questa ossessione per i consumi a volte risulta però frustrante, la Golf in Eco appare infatti quasi pigra e spesso l’unico modo per fare un sorpasso in tempi ragionevoli è quello di affondare il piede destro. Un comportamento poco “Eco” insomma. In generale dunque, meglio godersi questo TDI in Normal fuori città ed in Eco in mezzo al traffico.

DSG, Eco, Start & Stop e freno di stazionamento automatico: in coda, non ne farete più a meno
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Gli habitué degli orari di punta in città certamente sapranno a cosa mi riferisco: interminabili code da affrontare inesorabilmente ogni sera al rientro da lavoro. L’evoluzione ed il perfezionamento dei cambi automatici, intendendo in questa definizione anche i vari robotizzati, hanno già fatto molto per rendere migliore la vita degli automobilisti urbani. Risolto il problema della frizione rimaneva però quello legato al trascinamento tipico di questi cambi, cosa che obbligava il guidatore a tenere comunque il piede sul freno. Il contributo del freno di stazionamento automatico è proprio quello di sollevare il conducente da questo onere, mantenendo il veicolo fermo fino a quando non viene premuto l’acceleratore.

Con lo Start & Stop, oltre al risparmio di carburante, si guadagna anche in confort acustico, perché essere isolati dai rumori esterni in un’auto spenta è ovviamente meglio che esserlo in una accesa. Questa funzione è però normalmente legata al freno, perché il motore viene riavviato appena viene rimosso il piede da esso. Il merito della funzione Eco (in Normal non accade) si cela proprio in questo aspetto, perché se la carica della batteria è sufficiente il propulsore rimane fermo fino a quando non si deve ripartire. Se a tutto questo si aggiunge infine il già citato ottimo isolamento acustico, la Golf appare decisamente un buon posto in cui affrontare il traffico. Un ultimo appunto sul freno di stazionamento automatico riguarda la sua funzione educativa: se l’automobilista è infatti così ottuso da non mettere la cintura di sicurezza, la Golf lo obbliga a disattivare il freno di stazionamento manualmente (con l’apposito pulsante) perché tanto lei non lo farà per voi. Una bella trovata questa dei tecnici tedeschi, magari nella massa riescono anche ad educare qualche “adulto”.

Prezzo e concorrenti
Giunti a questo punto e dopo un quadro così roseo, non si può far altro che parlare un po’ di prezzi. La Volkswagen Golf 1.6 TDI Highline DSG BlueMotion Technology parte da un listino di 26.250 €, ma la cifra può tranquillamente salire facendosi tentare dalla lunga lista di optional disponibili. In questo caso ad esempio occorrono 395 € per il colore bianco, 850 € per le cinque porte, 190 € per il Light Pack, 557 € per il Park Pilot, 100 € per la ruota di scorta minispare, 117 € per il Driving Profile Selection, 60 € per lo Smoke Pack ed altri 111 € per le leve del DSG nelle razze del volante.

Il cartellino totale è dunque di 28.630 €, cifra in parte giustificabile con l’elevata qualità percepita e con la buona tenuta dell’usato. Sarà pure un riferimento per la categoria, ma la concorrenza è davvero molto vicina e spesso allo stesso prezzo – se non addirittura a meno – offre molto di più. Volendo stare all’interno del gruppo VAG, due alternative sono certamente la Seat Leon e la Skoda Rapid Spaceback, ma spostandosi in Francia non si può certo ignorare l’appena nata Peugeot 308, che comunque promette molto bene. Tutto questo considerando solo vetture appena uscite e non frutto di restyling, perché altrimenti l’elenco si allungherebbe parecchio.

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