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Test – Volkswagen UP!

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In un segmento dove quasi ogni marchio dell’industria automobilistica ha creato la propria versione, Volkswagen ci presenta la sua concezione di citycar: UP!, due lettere ed un punto esclamativo che danno subito l’idea di un’auto simpatica e giocherellona.

Ma c’è poco da giocare, infatti a Wolfsburg fanno sul serio con la piccola VW – tanto che – dopo essere salita sul secondo gradino del podio all’European Car of the Year 2012 tenutosi al Salone di Ginevra lo scorso marzo, a New York si aggiudica il titolo più ambito, il World Car of the Year 2012 (Eventualmente link articolo sul WCOTYin cui ha vinto la UP!).

La versione che abbiamo in prova è il 1.0 MPI (Multi Point Injection) da 75 CV, unica motorizzazione disponibile al momento, depotenziabile a 60 CV appositamente per i neo patentati. L’allestimento è High UP! abbinato al pacchetto Black UP! che al costo di 300 Euro prevede qualche modifica puramente estetica.
Bastano pochi sguardi per notare l’attenzione con cui il veicolo è stato assemblato, aprendo e chiudendo la portiera ci si accorge che la qualità dei materiali usati è quella per cui la casa tedesca da sempre si contraddistingue. E’ lunga 3540 mm al pari delle dirette concorrenti, alta 1489 mm, larga ben 1641 mm dimensioni ideali per districarsi nel traffico cittadino, posteggiare con facilità e – nonostante abbia solo 3 porte – con un passo di 2420 mm si rivela adatta per trasportare comodamente 4 persone, anche se meglio per viaggi brevi. Il bagagliaio presenta una capienza da record che parte da 251 litri, grazie al vano frazionato, e arriva a 951 litri, grazie ai sedili ribaltabili asimmetricamente.
Il colore nero della carrozzeria, gli specchietti cromati, i vetri posteriori oscurati e i cerchi in lega da 16″(pneumatici 185/50) le conferiscono un look elegante e sportivo allo stesso tempo.

Gli interni sono stati creati appositamente per soddisfare l’occhio del cliente, infatti si notano subito il dash pad nero perla in stile 500, il rivestimento in pelle che ricopre il volante a tre razze tagliato in basso stile sportiva, il cambio, il freno a mano e alcuni inserti sui sedili come l’originale scritta UP! cucita sullo schienale. L’erede della Lupo però risparmia in modo un po’ inspiegabile sui rivestimenti delle portiere, in plastica troppo dura al tatto, e sulla assenza del comando di tutti e due i finestrini sulla portiera del conducente, mancanza che costringe a sporgersi per aprire il cristallo del passeggero. Inoltre i sedili anteriori non sono dotati di memoria meccanica creando qualche fastidio nel ritrovare la posizione ogni volta che si fa salire qualcuno nella zona posteriore.
Appena entrati nell’abitacolo spicca il modulo del navigatore che, collegato ad una presa situata al centro al di sopra della plancia, non solo svolge il ruolo per cui è stato creato ma si occupa anche di fare da computer di bordo. All’accensione il Navigon, creato in collaborazione con Volkswagen, divide lo schermo in quattro sezioni: navigatore, multimedia, telefono e veicolo. Quest’ultima funziona da computer di bordo, aiutando anche a ridurre i consumi tramite il programma Think Blue che comprende l’indicatore di cambiata presente inoltre nel piccolo schermo sotto il contachilometri.

Nonostante il volante non sia regolabile in profondità si trova facilmente la posizione di guida ideale, e i sedili con poggiatesta integrato offrono un buon supporto laterale. Quando l’auto è ai bassi regimi le vibrazioni del tre cilindri sono minime, tanto che – a volte – quando si è fermi al semaforo viene naturale dare uno sguardo al contagiri per verificare che il motore sia effettivamente in moto. Il 1.0 da 75 CV e 95 Nm è brioso e necessita degli alti regimi per dare il meglio di sé, ma quando si schiaccia l’acceleratore la vettura diventa un po’ troppo rumorosa e le vibrazioni ci ricordano che manca un pistone all’appello. Il cambio a 5 marce si rivela molto preciso negli innesti, i freni sono potenti e ben modulabili, sicuramente due punti a favore per la guida in città e fuori, la tenuta di strada è ottima e senza ombra di dubbio superiore alle rivali, grazie all’assetto sportivo, di serie, che però alla lunga rende la guida sulle sconnessioni, sulle rotaie e sul pavè leggermente fastidiosa, accentuata anche dalle spalle basse degli pneumatici.
La sicurezza è protagonista a bordo con 4 airbag, l’ASR, e l’ESP di serie(optional sulla Panda), inoltre il modello in prova è dotato anche della funzione “City” compresa nel Safety Pack, che prevede una frenata automatica di emergenza, nel caso il conducente rischi una collisione entro una distanza di 30 metri ad una velocità compresa tra i 5 e 30 Km/h. Una soluzione ideale per evitare i tamponamenti dovuti all’intenso traffico cittadino, e disattivabile tramite l’apposito pulsante vicino al cambio.
I consumi medi si avvicinano molto a quelli dichiarati dalla casa (4,3 litri/100 km) e in città il motore è molto parsimonioso, a patto che si guidi entro i limiti imposti dal codice. Quello che più ci ha sorpreso sono stati i bassi consumi autostradali che hanno permesso alla citycar tedesca di fare bella figura praticamente in ogni campo.

Il prezzo di listino parte da 10.600 Euro per la versione Take UP! mentre a 12.600 Euro si arriva alla versione High UP! ben più accessoriata che vale dal primo all’ultimo i 2.000 Euro di spesa in più. Non bisogna dimenticare però le sorelle Seat Mii e Skoda Citygo, offerte a prezzi più bassi, ma senza il blasone Volkswagen, quindi più soggette a maggiore svalutazione.
Degna di nota anche la possibilità di avere UP! a 5 porte con un sovrapprezzo di 500 Euro, configurazione che porta questo modello in piena concorrenza con l’utilitaria Fiat Panda, e con la triade a 5 porte C1, Aygo e 107 (in attesa della 108). Per gli amanti delle utilitarie sportive verso fine anno dovrebbe arrivare anche la versione GT della UP! con ben 110 CV e cambio a 6 marce, mentre è in attesa di conferme la possibilità che venga prodotta anche la Cross UP! ovvero la variante 4×4.

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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