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Toyota C-HR Hybrid | Prova su strada

Foto di Gabriele Bolognesi
Tempo di lettura: 5 minuti

Nato per portare una ventata di novità in salsa giapponese, il Toyota C-HR rappresenta il nuovo che avanza nel campo dei crossover Made in Japan e, insieme alla tecnologia ibrida, si propone come benchmark di riferimento nel segmento grazie ad un design che colpisce unito all’efficienza del propulsore, il suo punto forte.

Presentato in versione Concept al Salone di Parigi nel 2014, le sue linee all’avanguardia colpirono più un esperto del settore e, ora che è stato lanciato sul mercato, possiamo garantirvi che ben più di una persona si è girata a guardare il nuovo Toyota C-HR durante il nostro test drive. L’effetto presenza su strada non è tardato ad arrivare a pochi mesi dal debutto, infatti non è raro, specialmente nelle grandi metropoli, vedere il nuovo Toyota C-HR già all’opera (e non pensiamo solo alle piazzole dei taxisti che potrebbero eleggerlo come degno erede della sorella Prius). Noi l’abbiamo provato nel nostro long test e vi diciamo come va.  

Design: stile da coupè, interni da crossover premium

Già ad un primo sguardo il nuovo Toyota C-HR non passa inosservato: la linea ricorda quella di una coupè rialzata con la coda che scende poco dopo metà della vettura (sacrificando un poco lo spazio e la visibilità per i passeggeri seduti dietro) mentre l’apparente assenza delle maniglie posteriori, nascoste sapientemente nel montante, conferisce a tutto l’insieme una linea dinamica che ricorda, appunto, quelle di auto più sportive.

Osservandolo frontalmente il family feeling con i fari allungati e il bel logo Toyota su sfondo blu ricorda quello dei modelli RAV4 e Prius, non a caso con quest’ultima il nuovo Toyota C-HR condivide il propulsore ibrido. I gruppi ottici anteriori allungati possiedono le fascinose luci full LED con indicatori di direzione progressivi che danno carattere al frontale, frontale impreziosito dalla griglia del paraurti dal disegno futuristico con rombi che sfumano verso i lati.

I cerchi da 18” con pneumatici 225/50, previsti di serie sulla versione Lounge da noi provata, donano eleganza in vista laterale, dove le linee dinamiche vengono confermate dai generosi passaruota e dalle nervature che si rincorrono verso il posteriore come su una sportiva. È proprio sul lato B che il nuovo Toyota C-HR secondo noi dà il meglio di sé, infatti le luci full LED sporgenti e lo spoiler aerodinamico sono la firma che fa la differenza a livello stilistico sul nuovo C-HR.

Il nuovo Toyota C-HR è lungo 4,34 metri, largo 1,80 metri e alto 1,56 metri: nonostante lo spazio sia abbondante sulla carta, una volta saliti a bordo sedendoci sui sedili posteriori soffriamo un po’ la linea della carrozzeria che scende verso il posteriore, dandoci una sensazione di chiusura degli spazi a causa dell’ampio montante, sensazione accentuata dalla ridotta dimensione dei finestrini (anche per questo non potete rinunciare alla telecamera posteriore per cavarvela nei parcheggi).

Una volta saliti a bordo, gli interni, dal lato guida, sorprendono per il loro aspetto all’avanguardia: la  linea blu corre lungo la plancia, ricordandoci di essere su un’auto ibrida che anticipa il futuro dell’automobile. La copertura in ecopelle della plancia è molto piacevole al tatto e riprende il colore dei sedili in pelle e tessuto Fashion Brown (riscaldabili elettronicamente), compresi nella versione Lounge. Stona la plastica lucida nera al centro dell’abitacolo vista la facilità con la quale si riga mentre tutto il resto si trova al posto giusto, compresi i comandi del clima bizona con l’utile comando ECO per risparmiare sui consumi.

Toyota C-HR

La sensazione è quella di essere alla guida di un’auto di segmento superiore, sensazione accresciuta dal design ricercato che parte dal volante ben rifinito sul quale spiccano i tasti per il controllo dell’infotainment, del cruise control adattivo (sdoppiato come su Prius, non comodissimo) e della chiamata via bluetooth. Lo schermo del navigatore satellitare Toyota Touch 2 with Go Plus è da 8 pollici (su richiesta a 1.100 euro) e si trova al posto giusto in alto sulla plancia: i pulsanti a sfioramento sono funzionali mentre le grafiche dei menu non sono le più aggiornate ma tra di esse ci si muove con disinvoltura, mancano però Apple Car Play e Android Auto.

Immancabile come su tutte le auto della Casa giapponese l’orologio digitale a destra dello schermo del Toyota C-HR che può non piacere. Nel quadro, al centro, troviamo il computer di bordo con tutte le informazioni necessarie selezionabili tramite i comandi sul volante mentre, spostando lo sguardo verso il tunnel centrale, occupa parecchio spazio a discapito del vano portaoggetti il cambio. Quest’ultimo si impugna bene e poco distanti si trovano il freno di stazionamento elettrico e i comandi dell’EV mode, ovvero il pulsante che permette di selezionare la modalità 100 % elettrica (si disinserisce in automatico superati i 60 km/h). Non mancano le prese USB e Aux (assenti per gli occupanti posteriori) mentre davvero ottimo è il sistema audio Premium JBL con 9 altoparlanti, per il quale vale la pena spendere gli 800 euro richiesti.

Infine non ci è piaciuto lo scalino nel bagagliaio posteriore che rimane comunque ampio, con una capacità che va da 377 a 1.500 litri.

Alla guida del Toyota C-HR Hybrid 1.8 da 122 CV: ottima in città, meno in autostrada

Toyota C-HR

Il design che colpisce sul nuovo Toyota C-HR Hybrid potrebbe trarre in inganno in fatto di prestazioni: non ha certo un carattere troppo sportivo il crossover giapponese non essendo un’auto nata per correre, piuttosto per consumare poco grazie all’efficiente sistema ibrido: i 122 CV risultati dall’abbinamento del motore termico 1.8 benzina a ciclo Atkinson da 98 CV con l’elettrico da 72 CV offrono comunque un discreto spunto, specialmente in modalità Sport, ben supportata dal cambio E-CVT, anche se rimane sempre “l’effetto scooterone” in accelerazione.

Lo 0-100 km/h non scende sotto gli 11 secondi ma, come detto, chi compra il Toyota C-HR non lo fa per sfidare gli amici al semaforo. La spinta risulta in ogni caso gradevole e i consumi confermano la bontà dell’ibrido Toyota: in città grazie all’intervento dell’EV mode si riescono a percorrere i 20 km/l che diventano poco più di 15 a limite autostradale, una pecca che sempre si riscontra sulle auto ibride quando ci si avventura fuori dai centri abitati. L’assetto rimane invece positivamente quello di un crossover sportivo, quindi rigido, e tra le curve non manca l’occasione di divertirsi.

Sul fronte della sicurezza la versione Lounge della nostra prova abbinata al Tech Pack (1.800 euro) comprende il sistema di assistenza al mantenimento della corsia, il sistema di controllo degli angoli ciechi, il sistema di avviso ostacoli posteriori; non possiamo negare la sensazione di sicurezza garantita da questi sistemi specialmente in città, anche perché l’altezza di guida del Toyota C-HR lo rende più simile ad un SUV che ad un crossover e, come dicevamo, la scarsa visibilità posteriore non aiuta.

Ibrida? Che differenza in città!

Essendo il nuovo che avanza nel segmento delle ibride occorre puntualizzare due dritte sull’uso dell’accoppiata termico/ibrido. È vero che in città l’EV mode aiuta, e non poco, ma il pedale del gas va appena sfiorato alle ripartenze per non far entrare in funzionamento il motore termico, gesto con cui prenderete confidenza dopo pochi chilometri alla guida. La batteria al nichel-metallo idruro (NiMH) si ricarica velocemente a patto di ricorrere molto spesso al veleggio avvicinandovi alle zone di frenata, in questo modo con la leva del cambio in posizione B il recupero di energia sarà decisamente più efficace e veloce. Con una guida accorta in modalità solo elettrica abbiamo attraversato le famigerate ZTL nel massimo del silenzio e della legalità, una sensazione molto gradevole.

Tutto questo per dire che i 20 km/l e oltre di percorrenza in città non sono affatto un miraggio ma serve intelligenza e delicatezza alla guida, a costo di farsi suonare il clacson dagli altri automobilisti alle ripartenze dei semafori.

Prezzi e concorrenti di Toyota C-HR

Piccola premessa: se non volete l’ibrido sotto il cofano del nuovo Toyota C-HR parte i prezzi partono da 24.700 euro per la versione Active che diventano 30.000 per la Lounge con il motore 1.2 benzina da 116 CV nelle varie declinazioni. Per scelta di Toyota manca il motore diesel, un aspetto che potrebbe pesare sulle vendite specialmente in Italia. Il Toyota C-HR Hybrid 2WD parte dai 28.400 euro della versione Active mentre servono 30.400 euro come prezzo di listino per la versione da noi provata, la Lounge.

Il Toyota C-HR Hybrid Lounge da noi provato arriva con i vari optional compresi nel Tech Pack e il colore Metal Stream Met ad un prezzo di 34.800 euro; il nuovo crossover Toyota, rimanendo nel segmento delle ibride, deve vedersela principalmente con la Kia Niro, la sua rivale diretta e insieme a C-HR le uniche nel segmento ad offrire l’ibrido ad un buon rapporto qualità/prezzo. Toyota strizza poi l’occhio ai clienti di Nissan Juke, Mazda CX-3, Jeep Renegade, Nissan Qashqai e nuova Mini Countryman. A pochi mesi dal debutto gli automobilisti stanno rispondendo positivamente al nuovo che avanza Toyota, e voi la comprereste?   

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