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Vendita auto online: 18 arresti per transazioni su auto che non esistevano

Tempo di lettura: 2 minuti

Vendevano online di tutto e di più: dalle auto, ai trattori, passando per escavatori, arrivando fino agli scooter. Solo un piccolo particolare, la merce era completamente inesistente.

Per questo ben 18 persone sono state arrestate e 8 sono ai domiciliari. Tutto  è avvenuto nell’ambito dell’operazione “Nassa 3.0” condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. I provvedimenti sono stati tutti firmati dal gip Manuela Morrone su richiesta dei pm Giorgio Panucci e Salvatore Rossello. Gli indagati sono stati accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e trattamento illecito dei dati personali. Tutti, secondo i pm, facevano parte di un sodalizio criminale operante sui versanti ionico e tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

Secondo gli inquirenti, gli arrestati avrebbero utilizzato numerosi ed  ingegnosi stratagemmi per “coprire” le proprie reali identità e un modus operandi organizzato e complesso attraverso cui gli ignari acquirenti si sarebbero convinti della genuinità della compravendita. Le povere vittime versavano l’importo su carte ricaricabili o conti bancari  che risultavano poi intestati ad alcuni indagati, senza però ricevere alcun bene. 

Vendita auto online: il “modus operandi”

La truffa, avvenuta tra il 2016 ed il 2018, avrebbe fruttato più di 200mila euro a fronte di oltre 85 episodi individuati. Numerosi sono i rapporti finanziari, conti correnti, carte di credito, debito e prepagate, utilizzati per far  confluire le somme versate dalle vittime sui conti correnti degli indagati. Ancora più numerosi sono gli apparecchi telefonici, le utenze e le sim card impiegati per la conduzione e l’esecuzione delle trattative e per lo scambio di informazioni utili all’inserimento degli annunci nelle numerose piattaforme di e-commerce utilizzate e fittizie scoperte dagli investigatori. Il gip ha evidenziato l’esistenza di un pericolo attuale e concreto di reiterazione del reato. Secondo quanto scoperto dagli investigatori, infatti, ci sarebbe stata una sorta di sistematicità delle condotte messe in atto dall’organizzazione in grado di rinnovarsi e proseguire nell’attività illecita.

Gli arresti sono stati eseguiti a Siderno, Gioiosa Ionica, Mammola, Locri, Anoia, Galatro e Giffone e uno in provincia di Modena. La Polizia postale ha sequestrato il materiale informatico ritenuto utile per le indagini. 

Autore: Alessio Richiardi

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