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Salta l’obbligo di esporre i prezzi medi della benzina

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Se i cartelloni con i prezzi medi dei carburanti spariranno dai distributori stradali, avvieremo verifiche a tappeto in tutta Italia per evitare che i gestori ne approfittino per aumentare i listini al pubblico di benzina e gasolio. Lo afferma Assoutenti, che da sempre chiede più trasparenza sul fronte dei prezzi alla pompa.

“Rispetto ai picchi registrati lo scorso 25 settembre, quando la media della benzina arrivò a 2,001 euro al litro al self service, oggi la verde costa quasi l’8% in meno, con un risparmio da 7,8 euro a pieno per gli automobilisti – spiega il presidente Furio Truzzi – Nello stesso periodo il gasolio è diminuito di oltre il 5%, con un risparmio da 5 euro a pieno. Una discesa favorita anche dalla maggiore trasparenza garantita dai cartelli con i prezzi medi, e non vorremmo che lo stop del Tar possa trasformarsi in una stangata per le tasche dei cittadini, con repentini aumenti dei listini alla pompa”.

Lo stop del Tar al decreto sui cartelli con i prezzi medi dei carburanti non avrà effetti sui consumatori perché la misura, nonostante garantisse maggiore trasparenza ai cittadini, non ha prodotto gli effetti sperati sul fronte del contenimento dei listini alla pompa.

Lo afferma il Codacons, commentando la decisione odierna del Tar del Lazio.

“Questo ovviamente non significa che il Governo non faccia bene ad intervenire sul fronte dei carburanti, ma deve farlo sia con misure più incisive in grado di difendere i consumatori dalle speculazioni, sia riducendo la tassazione che vige su benzina e gasolio – afferma il presidente Carlo Rienzi – In particolare l’esecutivo, soprattutto in vista delle prossime festività natalizie e di fine anno, deve assolutamente studiare un provvedimento che blocchi i rincari speculativi dei carburanti che puntualmente si verificano in occasione delle partenze degli italiani. Serve poi uno strumento davvero efficace per ridurre automaticamente il peso di Iva e accise quando sale il prezzo industriale di benzina e gasolio, per evitare un’altra forma di speculazione, quello dello Stato che aumenta le proprie entrate grazie ai rincari dei carburanti” – conclude Rienzi.

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