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Alfa Romeo Nuvola, il Manifesto del futuro

Tempo di lettura: 3 minuti

L’Alfa Romeo negli anni Novanta è in felice fibrillazione, specialmente dopo l’ingresso di Walter De Silva a capo del neo formato Centro Stile Alfa Romeo ad Arese nel 1990. Proprio sulla scia di questa ventata di promettente novità nascono diversi interessanti prototipi come l’Alfa Romeo Protèo del 1991 di cui abbiamo parlato precedentemente. Proprio a seguire vide la luce l’Alfa Romeo Nuvola presentata al Salone di Parigi nel 1996, una sportiva due posti che rispolvera il genere berlinetta anni Cinquanta inaugurando un nuovo percorso tecnico e stilistico che genererà alcune delle più interessanti vetture dell’era De Silva.

Bellezza tecnica

Alfa Romeo Nuvola

Gli obiettivi che portarono alla nascita dell’Alfa Romeo Nuvola nel 1996 sono molteplici. Da una parte questa si pose certamente come manifesto di quello che sarebbe stato il nuovo corso stilistico dell’Alfa Romeo negli anni a venire; osservandola è possibile riconoscere il linguaggio estetico generale dell’Alfa Romeo 156 (presentata l’anno successivo), dell’Alfa Romeo 166 (presentata due anni dopo) e dell’Alfa Romeo 147 (presentata invece quattro anni dopo). D’altra parte, la Nuvola non volle essere unicamente un’affascinante e flessuosa concept car “fine a se stessa”, ma anche un esempio di innovazione tecnica. Difatti sotto la morbida carrozzeria si nasconde un telaio di tipo spaceframe, dunque con struttura reticolare, progettato in 3D (mezzo all’ora simbolo d’avanguardia) e costruito saldando profilati di acciaio ad alta resistenza.

Questa soluzione garantisce grande leggerezza, alta rigidità torsionale per un eccellente comfort di marcia e la massima protezione degli occupanti in caso d’urto. Il tipo di struttura, inoltre, consente una costruzione semplice e poco costosa, prestandosi ad essere facilmente modificata con investimenti ridotti; ciò significa che modulando la base si possono ottenere più modelli diversi per tipo e dimensioni, con evidenti economie di scala. Qualcosa che oggi sembra scontato ma che allora si poneva come innovazione alla portata di pochi.

Più “tradizionale” ma leggendario il comparto motoristico, che vede sotto il cofano un’elaborazione del mitico V6 (60°) “Busso” da 2.492 cc e 300 CV posizionato in posizione longitudinale, mentre di rilievo il sistema di trazione integrale tipo Q4 di derivazione Alfa Romeo 164: con 1300 Kg di peso copriva lo 0-100 Km/h in poco meno di 5 secondi per 280 km/h di velocità massima.

Omaggio al passato verso il futuro

Il team del Centro Stile Alfa Romeo guidato da Walter De Silva, prima di mettere mano alla matita venne spronato a studiare con grande attenzione la storia del marchio, per capire da quale passato si arrivava e a quale futuro dare forma, senza fini emulativi ma al contrario propositivi, inventivi e innovativi.

Tra le varie vetture dell’eredità storica, l’Alfa Romeo Nuvola generò (senza scopo imitativo) in particolare dalla splendida Alfa Romeo 8C 2900 B “passo lungo” Touring Superleggera del 1938 e dall’Alfa Romeo 6C 2500 SS “Villa d’Este” del 1949, sempre della scuola Touring Superleggera. Dalla prima eredita il lungo cofano anteriore, caratterizzato qui da una serie di 6 fari ellittici che incorniciano lo scudo Alfa Romeo, cinto tra due prese d’aria che segnano il ritorno in grande stile dello storico trilobo Alfa, che in particolare nei modelli anni Cinquanta e Sessanta si pose come immagine forte del marchio.

Alfa Romeo Nuvola

Tutto è posato su forme ampie e morbide, ma senza eccessi all’insegna di un grande equilibrio generale. La fiancata si muove pulita inarcandosi leggermente sul passaruota posteriore sul quale si poggiano i due particolari fanalini allungati sulle creste dei parafanghi. Sempre al posteriore fa capolino la particolare e “retrò” apertura a pozzetto del bagagliaio, mentre il padiglione curvo e raccolto dell’abitacolo evolve quello dell’Alfa Romeo 6C 2500 Villa d’Este.

L’interno riprende lo stesso linguaggio, che unisce citazioni storiche e tendenza al nuovo: il volante con corona in legno e razze in alluminio, il quadro con strumenti a cannocchiale, la leva del cambio con pomello metallico, il cruscotto rifinito misto pelle/colore carrozzeria e il ritorno generale alla strumentazione tonda.

Come una Nuvola

Non di secondaria importanza la scelta del nome e del colore. Il primo fa riferimento alle doti di leggerezza estetica e tecnica della vettura, mentre il secondo ha una storia un po’ più intricata: la scelta venne effettuata dall’allora amministratore delegato di Fiat Auto Paolo Cantarella, che intimò: “fatela del colore che volete, purché no sia il solito rosso!”. A suggerire lo specifico colore “Azzurro Nuvola” (poi entrato nelle scelte colore per la 156) fu Elvira Ruocco, per decenni al vertice del Centro di Documentazione e dell’Archivio Storico del marchio.

Alfa Romeo Nuvola

Il colore si ispirò proprio a quel particolare e leggero tono di celeste che caratterizza l’Alfa Romeo 8C 2900 B “passo lungo” Touring Superleggera che oggi fa parte del Museo Storico Alfa Romeo, insieme alla nostra “Nuvola”. Anche se non nacque per essere prodotta, certamente sarebbe stato indimenticabile vederla in strada, facendo fisicamente tornare il marchio nel mondo delle sportive stradali.

Autore: Federico Signorelli

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