Curiosità

Citroen Saxo VTS, il primo bacio alla francese

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Prima di parlare delle qualità dinamiche della Citroen Saxo VTS, auto mitica per almeno un paio di generazioni di giovani e adolescenti, meglio guardarla da fuori, con un paio di considerazioni.

Si, perché la piccola utilitaria – ai suoi tempi non era ancora in voga la parola citycar – francese è uno dei più fulgidi esempi di trasformismo. In altre parole, esemplifica alla perfezione, come dalla stessa carrozzeria posa originare un’automobile buona per la nonnina che fa la spesa e allo stesso tempo ottima per un appassionato dai bollenti spiriti.

O forse è proprio questo suo saper essere Dr. Jekyll e Mr. Hyde che è così affascinante. Del resto, basta poco: un assetto rasoterra, dei cerchi in lega che si possano chiamare tali, uno scarico posteriore cromato appena più grande del normale, dei passaruota allargati in modo abbastanza evidente, le luci posteriori brunite, i fendinebbia anteriori e qualche altro dettaglio qua e là, incluse le scritte diverse sulle modanature di plastica e sul cofano.

Una volta non serviva molto per distinguere una piccola cattiva dalla sua omologa versione geriatrica. All’interno della Citroen Saxo VTS, poi, la situazione era ancora peggiore. A parte i sedili, la strumentazione e la leva del cambio, non c’era praticamente nulla di diverso.

Gli anni Novanta, per le piccole, erano così. E gli anni Duemila non sono stati meglio. Ovviamente il bello della Saxo VTS aveva a che fare con la sua scheda tecnica e soprattutto con due aspetti: il motore e l’assetto. Il primo era un 1.6 aspirato bialbero e con doppio albero a camme in testa.

Il motore: pochi cavalli, tutti imbizzariti

Un 4 cilindri piuttosto assetato di giri, che nella versione di serie esprimeva 118 CV a 6.600 rpm e 145 Nm a 5.200 rpm, da guidare sempre con il coltello tra i denti. Questi numeri, peraltro, potevano salire fino a 140 CV optando per il pacchetto Cup, che prevedeva nuova aspirazione, scarico e mappatura. Ecco, a questo proposito bisogna dire che la Saxo VTS è stata una delle auto più elaborate di sempre. 

Trovarne una originale è praticamente impossibile. La buona notizia è che non essendo un motore turbo, nella maggior parte dei casi si tratta di light tuning e quindi la cosa peggiore che potrete trovare è un assetto marmoreo. In questi casi serve una certa attenzione, perché la Saxo VTS è molto agile e piuttosto ballerina di retrotreno.

Assetto giusto e leggerezza per andare forte

Uomo avvisato mezzo salvato. C’è anche da dire che essendo il suo telaio derivato dal quello della AX (quindi anche della 205), non c’era da aspettarsi molto di diverso. Quello che invece fa sempre piacere è lo scatto da 0 a 100 km/h, che richiede poco meno di 8 secondi, in virtù anche della tonnellata di peso. La velocità massima raggiunge invece i 205 km/h, che però sembrano molti di più. Comprarne una oggi vuol dire spendere poche migliaia di euro, ma bisogna stare molto attenti alle condizioni meccaniche. Tuttavia, con pochi soldi ci si porta a casa l’auto con cui nel 2001 un certo Sebastien Loeb ha vinto il suo primo mondiale Junior di rally. Se infine vi state chiedendo che cosa significhi la sigla VTS, una risposta ufficiale non c’è. Alcuni dicono Version Très Sportif. 

Alessandro Vai

Le auto e i motori, una passione diventata una ragione di vita. Volevo fare il pilota ma poi ho studiato marketing e ora il mio mestiere è scrivere

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Alessandro Vai

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