Il mercato auto di marzo con i suoi 132.020 veicoli immatricolati fa registrare un -4,9% rispetto al marzo del 2012. Federauto sottolinea che i primi due mesi del 2013 hanno fatto registrare una flessione del -17,33% rispetto al pari periodo del 2012.
Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto , commenta così i risultati: “il dato grezzo trae in inganno perché sembra quasi che si sia attenuata la caduta della domanda, senza però tenere conto che marzo 2012 aveva perso il -26,72% rispetto allo stesso mese del 2011. In realtà il -4,9% di marzo, se confermato come trend nei prossimi mesi, vedrebbe realizzarsi un mercato attorno a 1.300.000 vetture immatricolate, ovvero il 35% in meno dei 2 milioni di veicoli considerati come il livello minimo per la sopravvivenza della filiera automotive italiana che fattura l’11,4% del Pil, versa nelle casse dello Stato il 16,6% delle entrate fiscali nazionali e occupa, con l’indotto allargato, 1.200.000 persone”. Lo Stato risulta quindi essere il primo danneggiato da questo tracollo dei volumi che oltre a perdere circa 3 miliardi tra Iva e tasse varie deve anche sborsare milioni di euro per sostenere centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione.
Per il presidente dei concessionari Renault, Roberto Bolciaghi: “mentre Case automobilistiche e Concessionari di tutte le marche offrono prodotti a prezzi mai così competitivi, accompagnati da pacchetti finanziari, assicurativi e di servizio di valore, desta sconcerto l’improvvisa notizia dell’aumento del 30% degli emolumenti per le pratiche e le certificazioni PRA”.
Conclude Pavan Bernacchi: “ancora tasse sugli autoveicoli, provvedimenti autolesionistici che produrranno minori consumi. Ma quando finirà questo attacco senza quartiere al nostro settore? Purtroppo è l’ultima
manifestazione di una politica che ha varato manovre assurde a carico dell’auto e che rende urgente la presenza di un Governo con nuove idee per disegnare un nuovo futuro per gli autoveicoli e per il Paese”. Quanto ancora si dovrà tirare la corda prima che si spezzi?
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