in

FIAT Bravo Enduro Bertone, quando la Bravo anticipò il SUV

Tempo di lettura: 4 minuti

Gli anni Novanta sono stati una decade estremamente vitale per il marchio FIAT, almeno dal punto di vista dei modelli prodotti. Nonostante infatti gli anni novanta siano stati molto complicati dal punto di vista finanziario, certamente non si può dire il contrario rispetto alla completezza della gamma prodotti. FIAT infatti configurò uno degli ultimi periodi nel quale ebbe un ampio e diversificato ventaglio di proposte per tutti i gusti. Dalla spider FIAT Barchetta all’inventiva monovolume Multipla, passando per la Coupé e le nuove medie Bravo e Brava, e ancora il successo FIAT Punto (poi anche in versione Cabrio impostata proprio dalla Bertone), il grande monovolume Ulysse, la berlina Marea anche in versione Station Wagon “Weekend” e il ritorno del nome Cinquecento in gamma (poi evoluto nel 1998 in Seicento).

Proprio questo momento di vitalità venne in quegli anni alimentato dalla stessa FIAT anche attraverso gli storici nomi del design italiano, invitandoli a proporre interpretazioni inedite delle vetture appena lanciate e su cui si puntava maggiormente per fare cassa e imporsi sul mercato. In questo periodo molto vivace furono in particolare le FIAT Cinquecento, Punto e il duo Bravo e Brava ad essere le basi per molte interessanti proposte. Tra queste spiccò la Bertone, con il duetto SUV Bertone FIAT Bravo Enduro ed Enduro Raid nel 1996, che continuano il nostro percorso di riscoperta dopo  Porsche Karisma Bertone e la Lancia Kayak Bertone.

Un fenomeno nuovo in ascesa: i SUV

Il momento propositivo e vitale di FIAT fu colto anche dalle carrozzerie e studi di design, che non persero la possibilità di proporre le loro ricerche tra soluzioni funzionali e di stile attraverso prototipi, modelli e concept car. FIAT inoltre forniva un piccolo ma motivante “gettone” economico a chiunque volesse cimentarsi in questa operazione, da basare in particolare sulle nuove vetture appena lanciate. Uno dei progetti più interessanti, quello della FIAT Bravo Enduro Bertone, mostrò il primo approccio “all’italiana” verso una nuova tipologia di vetture, i SUV.

In quegli anni il fenomeno dei SUV in sordina stava iniziando a muovere i primi passi, allora secondo l’accezione più pura della definizione Sport Utility Vehicle, ovvero un veicolo dall’utilità incrementata in grado d’essere confortevole nella guida in strada come nel fuoristrada leggero. Un nuovo segmento che dagli USA si stava evolvendo muovendosi concettualmente verso l’Europa con prodotti come la Jeep Cherokee e il Ford Explorer (anche se ancora un pò rudi e di grandi dimensioni). Fu poi il Giappone a dare la stoccata definitiva inaugurando massicciamente e in modo più compiuto il genere, con la prima generazione della Toyota RAV4 (1993) e la successiva Honda HR-V (1998) presentata in forma di concept car attraverso la JW-J nel 1997.

Il SUV all’italiana: la FIAT Bravo Enduro Bertone

Il Centro Stile Bertone di Caprie con il team coordinato dal designer Luciano D’Ambrosio coglie la palla al balzo, immaginando qualcosa di nuovo (come da tradizione Bertone) da impostare sul telaio della media FIAT Bravo. L’idea vola proprio verso il nuovo fenomeno dei SUV, ma interpretandolo secondo una chiave diversa. Con quali forme e contenuti potrebbe svilupparsi un veicolo del genere in Italia? Con quali nuove istanze?

L’accento sportivo è il tema principale che delinea il progetto sviluppato da Bertone per la FIAT Bravo Enduro, ottenuto grazie ad una serie di attente osservazioni e interventi su forma e contenuti. Si tratta di una vettura molto compatta e raccolta nelle forme, con una muscolosità della carrozzeria accentuata con semplicità e senza esagerazioni. L’impostazione è più automobilistica o da fuoristrada leggero, caratterizzata dall’andamento coupé (che anticipa il segmento dei SUV Coupé, oggi molto in voga), con accenti di fastback nel taglio posteriore.

L’insieme è molto atletico ed asciutto, ben impostato sulle ruote, e lascia trasparire l’avventurosa possibilità di effettuare agili cambi di percorso durante un viaggio all’insegna della scoperta e della vita all’aria aperta, con piglio più brillante rispetto a veicoli simili disponibili al tempo, tornando poi sull’asfalto al momento giusto e in tutta comodità come se si fosse su una tranquilla vettura media.

FIAT Bravo Enduro Bertone, un incompreso contenitore di innovazioni

Ma non mancano i colpi da maestro tipici della scuola del design italiano, che consistono nella ricerca di soluzioni funzionali e inedite. Tra queste, ad esempio, il marchio FIAT a listelli ricavato nel paraurti anteriore che funziona da ulteriore ingresso aria, il finestrino basso sulla portiera (perfettamente omologabile) che consente la visione di 3/4 inferiore (preziosa nel fuoristrada, perché consente di vedere con più chiarezza gli ostacoli) e diviene anche elemento caratterizzante sul fianco vettura, e infine il portellone posteriore ricavato nel solo ampio e avvolgente lunotto, a sua volta incorniciato dai fanali che evolvono quelli ovoidali della FIAT Bravo.

Ma in Bertone fanno le cose in grande, e la FIAT Bravo Enduro, così chiamata in riferimento alla disciplina sportiva, guadagna una sorella più rude sotto il profilo dell’uso fuoristrada. Questa seconda concept car prende il nome di FIAT Bravo Enduro Raid Bertone, e ricalca sostanzialmente quanto già fatto, ma con l’aggiunta di cerchi bianchi più specialistici che strizzano l’occhio al mondo Rally insieme ai fari circolari supplementari anteriori per la visione notturna. Presentate al Salone dell’Automobile di Torino nel 1996 come vetture non marcianti, destano molto interesse di pubblico e stampa specializzata. Manca però l’interesse più importante, quello dei piani più alti di FIAT che non intuiscono le potenzialità fattuali delle due proposte, che avrebbero inserito anzitempo il marchio nel fortunato segmento dei SUV. Si può parlare di vera e propria occasione mancata con la FIAT Bravo Enduro Bertone, un’auto che anticipò la concorrenza europea e poteva segnare un netto vantaggio per la Casa torinese nell’oggi fondamentale segmento di SUV e crossover.

Autore: Federico Signorelli

commenti

Leave a Reply

    Loading…

    0

    Pagelle F1, GP Giappone 2023: i TOP e i FLOP di Suzuka

    La Danimarca dice no alle auto a idrogeno e chiude i distributori