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È morto Giotto Bizzarrini, il padre dei V12 e di tante auto iconiche

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Ci sono persone che hanno un destino già scritto, fin nel nome e cognome che negli anni di vita hanno fatto grande il loro lavoro, la loro passione ed il loro ingegno. Parliamo di Giotto Bizzarrini,  livornese DOC, ingegnere, designer e imprenditore nel settore automobilistico.

Il mitico Bizzarrini è deceduto oggi, all’età di 96 anni. Così il mondo dei motori perde un’icona. Le sue vetture sono diventate, con il tempo, famose in tutto il mondo: basta citare nomi iconici come la Ferrari 250 GTO, il motore Lamborghini V12 e le 5300 Gran Turismo che recano anche il suo cognome, costruite in serie proprio nella fabbrica di Livorno.

Appresa la notizia il sindaco Luca Salvetti ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la grave perdita: “Era veramente una eccellenza livornese e lo scorso autunno la città ha celebrato la sua genialità con una tre giorni a lui dedicata all’interno degli Hangar Creativi. È stato veramente un livornese che ha dato lustro alla sua città con le sue creazioni ha portato il nome di Livorno nel mondo”. I funerali si terranno domani, lunedì 15 maggio, a Quercianella.

Giotto Bizzarrini, il genio della tecnica

Giotto Bizzarrini era nato a Livorno il 6 giugno del 1926 a Quercianella, fu il suo nonno paterno, educatore e autore di opere scientifiche a dargli il nome. Divenne ingegnere nel 1953 a Pisa dopo la laurea all’università, mentre il primo impiego nel mondo dei motori è all’Alfa Romeo dove entra a soli 28 anni nel reparto di sperimentazione.

La svolta alla sua carriera arriva nel febbraio del 1957, quando Giotto Bizzarrini passa alla Ferrari dove dimostra tutte le sue qualità lavorando sull’iconica Ferrari 250 Testa Rossa. Nello stesso anno collabora anche con il reparto corse della scuderia del Cavallino Rampante e sempre nel 1957 diventa il responsabile tecnico dell’iconica 1000 Miglia, mettendo mani sull’impianto frenante della 315 S che taglierà per prima il traguardo.

Nel 1961 lascia la Ferrari e sceglie di mettersi in proprio aprendo nella sua città natale la Autostar, con lo scopo di progettare nuovi motori. L’attività è duplice: montare su vetture Alfa Romeo e Volkswagen i freni Amadori Campagnolo dando una notevole consulenza ingegneristiche, come la progettazione di auto e di nuovi motori. Tra i committenti più famosi c’è indubbiamente Ferruccio Lamborghini, che gli chiese di realizzare il V12 per le sue auto sportive. Proprio il personaggio di Giotto Bizzarrini è presente nel film Lamborghini di Amazon.

La Laurea Honoris Causa

Ma la pagina già importante della sua carriera da ingegnere è l’incontrò con un altro industriale lombardo, Piero Rivolta, che nel 1962 decide entrare nel mercato delle auto di lusso con la coupé GT 300 disegnata da Giugiaro per Bertone. Da questa auto deriva l’anno successivo la Iso A3/C destinata alle competizioni, di cui si occupa lo stesso Bizzarrini.

Nel 1965 è la volta della seconda Iso firmata Giotto Bizzarrini: la Grifo GT con motore V8 Chevrolet. Livorno vede l’addio di Austostar e l’arrivo della Bizzarrini con l’ingegnere stesso che  fa debuttare il suo nome sulla 5300 GT Strada, in pratica una Grifo riveduta e corretta. Di questa vettura ne vennero prodotti solamente 133 esemplari prima che la società livornese chiudesse l’attività e Bizzarrini diventasse consulente di aziende automobilistiche.

A ottobre del 2012 gli viene conferita dall’Università di Firenze la Laurea Magistrale honoris causa in Design. Nell’autunno scorso Livorno ha celebrato la genialità di Giotto Bizzarrini con una tre giorni a lui dedicata all’interno degli Hangar Creativi e da poco gli era stata insignita la medaglia d’oro dei talenti livornesi dal Comune.

Fonte: Ansa.it

Alessio Richiardi

Attualmente indeciso se ha preso prima in mano un volante o una penna, probabilmente entrambe, date le due mani. Così è nato l'amore per i motori e per la scrittura giornalistica. Da poco papà sempre attento a tutto ciò che riguarda i bimbi in auto ed i seggiolini.

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Alessio Richiardi
Tag: Bizzarrini

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