Jeremy Clarkson torna a guidare una Tesla: pace fatta dopo la lite del 2008?

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Il celebre giornalista britannico Jeremy Clarkson, attualmente isolato per esser risultato positivo al Covid-19, è noto per i giudizi taglienti che spesso affibbia alle vetture di cui si mette al volante, prima nell’ambito della celebre trasmissione televisiva Top Gear e poi per lo show The Grand Tour.

I suoi caustici pareri fanno parte del personaggio, e lo hanno reso una vera e propria celebrità, ma talvolta gli sono costati caro: come quando, nel 2008, non risparmiò le critiche alla Tesla Roadster, tanto è vero che la casa californiana si legò l’episodio al dito e non gli mise più a disposizione le sue auto (Tesla provò anche a fare causa alla BBC, l’editore dello show).

Ora però la situazione pare tornata alla normalità e il presentatore ha nuovamente realizzato un servizio con una Tesla.

Guida assistita, tecnologia e prestazioni

Per la nuova stagione di The Grand Tour, visibile su Amazon Prime, Clarkson si è messo alla guida del crossover elettrico Tesla Model X e non ha risparmiato le lodi: il giornalista ha apprezzato le funzioni di assistenza alla guida, dove la casa californiana è fra le migliori del mercato, e anche la modalità Summon, che permette all’auto di parcheggiare da sé dopo che il guidatore è sceso (utile nei parcheggi in spazi angusti).

Clarkson ha parlato molto bene anche delle tecnologie di bordo e delle prestazioni, tanto da organizzare una gara in accelerazione nientemeno che con la supercar a benzina Audi R8: e la Tesla ne è uscita vincitrice (per la versione provata, la Model X P100D da 615 CV, la casa dichiara uno 0-100 in 2,9 secondi).

L’ultima parola… agli avvocati!

Tuttavia, come scritto in precedenza, le “stilettate” fanno parte del personaggio e allora ecco che Clarkson non poteva non lanciare una frecciatina alla casa americana: nella parte del servizio in cui ha affrontato il tema dello spazio a bordo, valido anche per sette adulti, il giornalista ha fatto salire nella Model X una parte del suo team di avvocati, i quali gli hanno dato ironicamente il via libera su cosa e cosa tenere nascosto nel corso del servizio.