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Pieno d’elettroni in cinque minuti

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Il problema delle auto elettriche non è rappresentato dalla ricarica in sé, ma dai tempi richiesti per effettuarla, lunghi e decisamente scomodi per chi ha bisogno della vettura per spostamenti frequenti.

StoreDot è una start up israeliana che ha realizzato una batteria a carica ultra rapida usando una tecnologia basata su elementi organici e bio, l’azienda per ora ha raccolto 18 milioni di dollari destinati ad aprire una nuova sezione dedicata proprio allo sviluppo del business degli autoveicoli.

Ricarica istantanea, o quasi…

Il primo passo di StoreDot dopo la raccolta di fondi lo scorso aprile (48 milioni di dollari a cui si aggiungono i 42 milioni dell’anno precedente) è stato la realizzazione del prototipo di questa particolare batteria. La prima versione è in grado di ricaricarsi in 60 secondi e destinata ad uno smartphone. In questi giorni la start up israeliana ha annunciato il proprio impegno nei prossimi mesi per la realizzazione di una nuova versione: destinata all’auto elettrica e a ricarica istantanea.

Per “istantanea” s’intende una batteria in grado di tornare a livello massimo in cinque minuti una volta collegata alla presa di corrente. Un lasso di tempo che rappresenterebbe un enorme passo in avanti in termini d’innovazione se si considera che al momento i tempi necessari per “il pieno” di corrente elettrica alle quattro ruote vanno dalle due alle otto ore.

Gli obiettivi della giovane azienda israeliana sono molto ambiziosi e non si limitano alla tecnologia FlashBattery, sul lungo temine l’intenzione è quella di realizzare e lo sviluppare un nuovo tipo di stazione di ricarica oltre ad un vero e proprio standard per la ricarica rapida (fast-charging standard).

Un settore in fermento

Quello delle batterie è un settore decisamente in movimento e in grado d’offrire ottimi ritorni in termini di business non solo a chi è in grado di migliorare i tempi di ricarica, ma anche a chi saprà ridurre le dimensioni di questo tipo di componenti aumentando al contempo la capacità in termini di energia.

Un paio d’esempi bastano a testimoniare le dimensioni del fenomeno. Lo scorso dicembre Samsung ha investito 17 milioni di euro per aiutare Seeo a sviluppare batterie più performanti per i veicoli elettrici,  poco prima il colosso coreano dell’hi-tech aveva acquistato la divisione della canadese Magna International dedicata proprio alle batterie.

Dyson invece ha investito 20 milioni di dollari in Sakti3 che si occupa di batterie allo stato solido con l’intento di portare questo tipo di tecnologia nel mercato dell’auto.

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