Il ministro Enrico Giovannini ha inviato al Consiglio dei ministri un’informativa per indicare i passaggi per avviare lo studio di fattibilità tecnico ed economico del Ponte sullo Stretto. Per i sostenitori dell’opera non è giunta l’ora di esultare, Giovannini ha infatti paventato, al contempo, la possibilità considerare l’ipotesi della realizzazione inutile e improduttiva.
Ogni strada è aperta, al contempo si inizia a valutare anche l’ipotesi di realizzazione di un ponte a più campate con uno studio di fattibilità tecnico-economica commissionato a Rfi. Insomma, la confusione è ancora molta. Nonostante ciò la relazione del gruppo di lavoro emersa dal ministero delle infrastruttura afferma che:
“Sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento e riqualificazione dei collegamenti marittimi”.
La vicenda ha ripreso vita, chiaramente, grazie all’arrivo dei fondi del PNNR che potrebbero essere utilizzati senza alcun problema per finanziare l’opera, considerando che potrebbe essere terminata entro il 2026, orizzonte del Recovery Plan.
Dura Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti alla Camera, che afferma: “Incomprensibile che tra le ipotesi a confronto ci sia anche l’opzione zero che significa che per il ministro rimane possibile non fare l’opera. Cioè si fa rientrare dalla finestra ciò che di fatto lo studio tecnico che ha confermato la validità dell’opera aveva escluso. Questo governo è nato per decidere e fare non per rinviare i problemi”.
Ad ogni modo nel comunicato il ministero emerge anche che: “nei mesi scorsi il governo ha provveduto a potenziare l’attraversamento dinamico dello stretto di Messina, anche grazie ai fondi del Pnrr e del Piano complementare, destinando a tale scopo 510 milioni di euro”. Il tutto con lo scopo di “migliorare e velocizzare l’attraversamento dello Stretto, favorendo la transizione ecologica della mobilità marittima e la riduzione dell’inquinamento”.
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