Categorie: Esperienze

#TheCupraRoad: con la SEAT Leon Cupra allo Stelvio

Tempo di lettura: 3 minuti

Prendete un’auto con 280 cavalli, un differenziale autobloccante e tanta cattiveria. Bene, ora portatela in una strada, la più bella d’Italia, una delle più belle d’Europa e, probabilmente, anche del mondo.

Ve lo siete immaginato? Noi l’abbiamo fatto davvero: i protagonisti di quest’avventura sono la SEAT Leon Cupra e il Passo dello Stelvio, un binomio che solo a pensarci regala grandi emozioni. 2.758 metri sul livello del mare per una strada che propone 84 tornanti – praticamente senza soluzione di continuità, da Bormio a Stelvio, dalla Lombardia al Trentino Alto Adige – da percorrere tutti d’un fiato.

Dopo aver registrato il tempo pazzesco di 7’58”12 nel mitico “Inferno Verde” del Nurburgring, abbiamo deciso di portare la segmento C spagnola di fronte ad un altro percorso leggendario. Nato negli anni venti del 1800, il Passo dello Stelvio è stato teatro di aspri combattimenti durante la Grande Guerra, mentre oggi è diventato luogo di “culto” per automobilisti, motociclisti, ciclisti e per chiunque ama la natura.

Il tutto comincia da Bormio (SO), comune italiano della Lombardia, situato in una posizione strategica per tutti coloro che desiderano inerpicarsi sulle magnifiche catene montuose adiacenti. Partendo dal versante lombardo si comincia a salire da un’altezza di 1.225 metri s.l.m. per circa 20 chilometri e si iniziano a scaldare le gomme della CUPRA: i 36 tornanti di questo lato del Passo sono molto scenografici, piuttosto larghi e divertenti – traffico permettendo – e in pochi minuti si arriva in cima, a 2.758 metri sul livello del mare. La prima parte per quanto bella e interessante, rappresenta una sorta di “antipasto” del secondo settore, il più impegnativo, stretto e famoso versante altoatesino.

Qui ci aspettano 26 chilometri durante i quali troviamo 48 tornanti e un dislivello di ben 1.800 metri che ci porterà ai “soli” 915 m.s.l.m di Prato dello Stelvio. Non appena ci si affaccia sulla vallata del Trentino, il panorama è da togliere il fiato: davanti ai nostri occhi si intravede una buona parte del percorso che affronteremo, ripidissimo e tortuoso all’inizio, più scorrevole e meno impegnativo verso il fondo.

Saltiamo letteralmente a bordo della Leon, impazienti di mettere alla prova i 280 cavalli del 2.0 TSI, ma soprattutto di vedere come se la cava il differenziale autobloccante in uscita di curva, dove spesso il fondo stradale non è impeccabile. Le velocità non sono alte, ma la difficoltà del percorso rimane e, per fortuna grazie all’ora tarda del pomeriggio, il traffico è praticamente inesistente. Numero uno, numero  due, numero tre e via così, la CUPRA si “beve” i tornanti uno dietro l’altro, accompagnandoci con un sound corposo, arricchito da molteplici scoppiettii in cambiata. Nei brevi rettilinei che dividono un tornante dall’altro l’accelerazione ci incolla ai bellissimi sedili a guscio, rivestiti in pelle e Alcantara, ma pochi secondi dopo ci dobbiamo affidare alle pinze Brembo a 4 pistoncini per la frenata, mentre in uscita di curva ci pensa il già citato differenziale a non farci perdere potenza. Il DSG a 6 rapporti propone cambiate fulminee gestite dai paddle al volante, sempre reattivi anche in scalata.

Fondamentale su strade come questa è stata l’agilità che ha dimostrato la Leon: il buon raggio di sterzata, comandato da un volante diretto e preciso, e le dimensioni tipiche del segmento di appartenenza permettono a noi, seduti al posto di guida della spagnola, di non desiderare maggiori cavallerie che rendono impacciate vetture troppo grosse e potenti, come abbiamo notato durante la nostra avventura.

Il Passo dello Stelvio si è dimostrato #TheCupraRoad fino all’ultimo chilometro, fino all’ultima curva e fino all’ultimo paesaggio nel quale la Leon si è calata e ambientata alla perfezione.

Appuntamento alla prossima #TheCupraRoad!

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta

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