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Ambulanze elettriche: pro e contro dei mezzi d’emergenza a batteria

Tempo di lettura: 4 minuti

L’elettrico sta ormai “contagiando” ogni settore dei trasporti. Sono elettriche le auto di quasi ogni segmento, dalle citycar ai SUV (premium) sopra i 5 metri. Sono elettrici i veicoli commerciali leggeri, siamo ancora lontano dal trasporto su gomma a batterie, mentre qualcosa inizia a cambiare anche nel settore dei veicoli d’emergenza. Tanti sono i casi di ambulanze elettriche e non solo, ma è ora di capire se pensando al futuro questo può diventare un bene o un male andando ad analizzare quelli che possono essere i pro e i contro dei veicoli d’emergenza a batteria.   

La potenzialità dei veicoli elettrici d’emergenza, infatti, può divenire utile in tre campi: se vengono utilizzati come dotazione parziale o totale per le forze dell’ordine, utilizzati per il trasporto sanitario di emergenza, come le ambulanze, e in ultimo per le grandi emergenze come terremoti o catastrofe naturali.

Per quanto riguarda il primo tipo di veicoli elettrici d’emergenza, vediamo ormai le numerose Forze dell’ordine di Polizia, della Polizia Locale, dei Vigili del Fuoco di diversi Paesi adottare numerosi veicoli elettrici nelle loro operazioni quotidiane, parliamo ad esempio della Tesla usata dalla Polizia (ha fatto notizia, recentemente, la Tesla Model X Plaid già in divisa della Polizia di Stato), o dalla Renault Zoe di molte Polizie Locali.

zoe locale

Generalmente nelle centrali di Polizia i mezzi elettrici d’emergenza non vengono utilizzati per gli interventi di pronto invervento e d’inseguimento poiché le prestazioni elettriche, seppur brillanti, potrebbero ancora penalizzare le pattuglie per quanto riguarda l’effettiva autonomia. Se pensiamo, però, alla velocità di una vettura come la Tesla Model X Plaid con i suoi 1.020 CV questa tesi inizia a essere traballante, visto che a livello di rapidità e accelerazione l’elettrico ha ben poche rivali. In un discorso generale, però, il rapporto costo-funzionalità non giustifica al 100% il passaggio totale all’elettrico. Lo stesso discorso, ad esempio, non sarebbe applicabile ai famosi casi della Lamborghini Huracan della polizia utilizzata per il trasporto d’urgenza degli organi da trapiantare. Pensate a una supercar elettrica che, per quanto veloce, sarebbe costretta a una sosta su un percorso lungo per caricare a dovere le batterie. In quei momenti, pochi minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Veicoli elettrici d’emergenza: molte ambulanze sono già state elettrificate

Recentemente  sul mercato sono comparse le prime ambulanze elettriche come mezzi d’emergenza. L’introduzione di veicoli elettrici nel trasporto sanitario e l’adozione per le operazioni di soccorso, soprattutto in eventi di grande rilevanza, comporta tuttavia sfide specifiche relative all’autonomia, alla disponibilità di infrastrutture di ricarica e alla resistenza del veicolo alle condizioni ambientali avverse.

Attualmente i brand automobilistici che tendono a diversificare la loro produzione abbracciando anche questo settore sono comunque in discreto numero. Si va dalla Mercedes-Benz che in Germania ha sviluppando una nuova ambulanza basata sull’eSprinter, con differenti varianti d’allestimento, al FIAT e-Ducato, studiato per non compromettere disposizioni e spazi del vano sanitario, con installata la  componentistica di LIFE per mantenere carica e pronta all’emergenza l’ambulanza, ai modelli affini al marchio italiano come Citroen e Peugeot, o ancora, nel resto del mondo con Toyota e Mitsubishi rivolti, questi ultimi, prevalentemente al mercato asiatico.

Veicoli elettrici d’emergenza: i dubbi e le perplessità sul loro utilizzo

Pertanto, ad oggi, l’introduzione di veicoli elettrici d’emergenza nel trasporto sanitario è ampiamente avviata in diversi Paesi nonostante il persistere di alcune lacune e perplessità. Queste sono dovute in primo luogo, al fatto che la portata e l’autonomia delle batterie dei veicoli elettrici potrebbero limitare la capacità di coprire grandi distanze o di operare per lunghe ore senza la necessità di una ricarica.

ambulanza esprinter

In secondo luogo, poichè i veicoli d’emergenza richiedono una grande quantità di energia per alimentare le attrezzature mediche e le luci di emergenza legate alle necessità degli interventi medici che possono essere eseguiti su di esse.

L’alimentazione e la sua capacità di autonomia deve tener conto anche di queste necessità. Proprio su questa strada si stanno avviando i principali fornitori che mirano a dotare i veicoli di batterie di grandi dimensioni e di sistemi di ricarica veloci per garantire che abbiano sempre abbastanza energia per le esigenze delle emergenze.

Attualmente, le organizzazioni europee non sono ancora allineate e non ci sono certezze riguardo i veicoli speciali elettrici d’emergenza, come accade leggendo la normativa europea UNI EN 1789, sulle autoambulanze che specifica i requisiti per la progettazione, i metodi di collaudo. Nel testo non ci sono infatti riferimenti ad ambulanze elettriche, nonostante in più Paesi europei ci siano già state dimostrazioni sul campo.

Veicoli elettrici d’emergenza: i vantaggi dell’elettrico

Infine esaminiamo l’applicazione di veicoli elettrici in casi di calamità. In seguito a studi, simulazioni ed applicazioni parziali di tali tipi di veicoli durante situazioni di emergenza si è visto che la loro adozione in questi contesti può offrire vantaggi rispetto ai veicoli convenzionali a combustione interna.

Come detto il problema dei veicoli elettrici d’emergenza è l’affidabilità e la resistenza, proprio per ovviare i veicoli elettrici possono essere progettati per avere una maggiore resistenza alle condizioni ambientali estreme, come terremoti, inoltre, il sistema di trazione elettrica può offrire una maggiore affidabilità, richiedendo meno manutenzione rispetto ai motori a combustione interna.

reas soccroso id.5

Un vantaggio è sicuramente la silenziosità, poichè i veicoli elettrici sono generalmente più silenziosi di quelli a combustione interna, il che può facilitare le operazioni di soccorso in ambienti in cui il rumore potrebbe interferire con le operazioni di ricerca e salvataggio, ad esempio quando si cerca di intercettare invocazioni di aiuto da parte di chi è imprigionato sotto macerie.

Questi e molti altri argomenti in merito sono stati trattati al REAS, il Salone Internazionale dell’Emergenza, dove si è discusso di questo tema controverso, ma pur sempre molto attuale. Proprio in occasione dei REAS è stata presentata anche una versione di veicolo d’emergenza della Volkswagen ID.5, la quale entrerà presto in servizio come mezzo di Soccorso Sanitario in Lombardia.

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Alessio Richiardi

Attualmente indeciso se ha preso prima in mano un volante o una penna, probabilmente entrambe, date le due mani.
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