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Bonomi, presidente Confindustria: dire basta ai Diesel è un suicidio

Foto "La Repubblica"
Tempo di lettura: 2 minuti

Le scelte fatte a livello europeo sarebbero penalizzanti per la filiera italiana, a dirlo non un politico o un fan dei vecchi motori a gasolio, bensì il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. In rappresentanza delle aziende che rappresenta, Bonomi ha analizzato criticamente le scelte dell’Unione Europea in merito alla transizione verso la mobilità elettrica, con la volontà dell’UE di dire addio ai propulsori endotermici già entro la fine del decennio che stiamo vivendo.

È forte il dissenso manifestato pubblicamente Bonomi sulle pagine di un quotidiano torinese, testata che ha riportato quanto riferito durante l’assemblea dell’Unione Industriali di Torino, tenutasi alle Ogr, dove si è parlato anche delle priorità per cercare il rilancio della città e recuperare il gap con gli altri poli industriali italiani, a partire da Milano.

Nello specifico, il presidente Bonomi ha detto: “La decisione di abbandonare il Diesel a livello europeo secondo me è stata un suicidio. Le aziende tedesche hanno dichiarato di voler stanziare 70 miliardi di investimenti per la transizione, se noi pensiamo alle nostre Pmi della componentistica, è ovvio che di fronte a questi investimenti, vadano in sofferenza. La transizione verso la mobilità elettrica se fatta in ottica di una governance mondiale, con obiettivi non velleitari e soprattutto se sono accompagnate dai mezzi per la transizione, non è sbagliata”.

Sarà il Recovery Plan, cioè al Piano di Ripresa e Resilienza a dare una mano alla transizione, ma secondo il presidente degli industriali servono ulteriori fondi: “Il Pnrr è un piano, un piano non basta. Occorre agire, applicarlo in concreto”.Infine un focus sulla necessità di ridare slancio a Torino lanciando uno sguardo a Milano: “La terziarizzazione che ha fatto la fortuna di Milano non ha svolto né un ruolo trainante a Torino, né ha compensato la maturità di alcuni comparti manifatturieri. La ricerca di vocazioni alternative ha, per ora, soddisfatto solo parzialmente i bisogni della crescita, nel tempo inferiore a quella media del Nord Italia. Lo storico concreto posizionamento di Torino nella tecnologia è adatto al momento e possiamo tornare a crescere in tutti i settori tecnologici e non solo nell’auto. Pensiamo all’aerospazio, alla meccanica strumentale, alla filiera del food, del turismo e della cultura”.

Autore: Angelo Petrucci

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