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Dacia Duster 4×4 | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

Dacia Duster, il SUV per eccellenza nella gamma Dacia, ha impresso il suo marchio in questo segmento, conquistando in 7 anni una clientela alla ricerca di un veicolo pratico affidabile e soprattutto economico.

Nel nascente segmento dei SUV, era il 2010, Dacia raccolse la sfida puntando su un veicolo abbordabile, già allora lanciato sul mercato con il celebre “a partire da 11.900 euro”, dopo soli 2 anni di Dacia Duster se ne erano venduti 450.000 unità. Nel 2013 arriva il primo restyling forte di questo successo e, tempo di arrivare ai giorni nostri con risultati da record su tutti i mercati. Noi abbiamo provato la Dacia Duster 4×4 per capire quanto la robustezza

Design: tutta un’altra Duster

Il nuovo modello del 2018, realizzato sulla stessa piattaforma, resta simile alla precedente versione, ma ammodernato grazie a nuovi gruppi ottici con luci diurne a led e da una calandra più grande che riprende la linea degli altri modelli della casa. Gli interni sono stati completamente riprogettati per aumentare il comfort e la qualità percepita e sono tutti nuovi i dispositivi di assistenza alla guida. 

Allo stesso tempo, per ripetere il successo del primo Duster, è solida la volontà di mantenere un veicolo ergonomico, moderno ma allo stesso tempo robusto, affidabile e versatile. Sulla vettura in prova era in optional la vernice Orange Atacama (600 euro, come tutte le vernici metalizzate). L’unica vernice senza sovrapprezzo è la Blu Navy. 

Dacia Duster 4x4
Gli interni sono dove la Dacia Duster si è rinnovata di più: tasti a pianoforte, clima automatico e nuove bocchette fanno davvero la differenza.

Anche gli interni sulla Dacia Duster 2018 sono stati ripensati e rinnovati rispetto alla generazione precedente. La console centrale integra uno schermo Media Nav (con schermo resistivo) posizionato più in alto e orientato verso il conducente, a vantaggio dell’accessibilità e della leggibilità, il sistema propone, tra le altre, anche una funzione eco-coaching che consente al conducente di ottimizzare la guida.

La consolle centrale integra nuovi comandi a forma di tasti di pianoforte, che ci hanno fatto sentire a bordo di una vettura di livello premium. Grazie al freno a mano decentrato c’è spazio anche per un nuovo vano porta oggetti ed a poca distanza, sulle versioni a trazione integrale, troviamo la rotella per le impostazioni del sistema 4X4. Peccato per la scomoda presa USB posizionata nell’angolo destro dello schermo centrale.

Insomma il nuovo Duster ha fatto un netto passo avanti in termini di qualità interna. E se prima le plastiche erano dozzinali, ora sono sempre rigide, ma molto più curate. Una piccola incongruenza ergonomica sono i comandi alzacristalli troppo arretrati o i pulsanti al volante non illuminati, ma nel complesso il Duster è migliorato di parecchio in questi otto anni. Diciamo, senza la paura di cadere nel superfluo, che tessuti più o meno di pregio o varie impunture avrebbero quasi stonato sulla nuova Dacia Duster. Lei è così, vincente nella sua semplicità.

La nuova generazione è inoltre la prima della marca a beneficiare di una sistema di clima automatico (optional da 250 euro, di serie su allestimento Prestige), con una distribuzione dell’aria che privilegia le bocchette alte, annoiando non poco chi desidera un intervento più soft. Davvero apprezzabile l’ottima telecamera Multiview, in grado di fornire quattro diverse visuali attorno alla vettura e, se paragonate ad altre concorrenti, scusate il gioco di parole, altamente concorrenziali (sono vostre per 200 euro). Si attivano in qualsiasi momento grazie all’apposito tastino sulla pulsantiera a pianoforte (superati i 20 km/h) mentre, di serie, con la Prestige c’è la telecamera posteriore, utile viste le dimensioni contenute del lunotto.

L’abitabilità per quattro adulti non è un problema, solo il quinto si trova stretto. Migliora anche il comfort con sedili più avvolgenti, più spazio per le gambe e il volante regolabile sia in altezza (40 mm) sia in profondità (50 mm). Il sedile del conducente è dotato di bracciolo, regolazione lombare e un nuovo meccanismo di regolazione in altezza. Noi avremmo voluto la seduta più inclinata verso il posteriore, in modo da scaricare il peso su tutta la gamba. Almeno la seduta dei sedili è stata allungata di 20 mm a vantaggio del comfort.

Il volume del bagagliaio, sotto la cappelliera è di 478 l per la versione 4X2 e di 467 l per la versione 4X4, non male per la categoria, che può arrivare, con divano reclinato, fino ai 1.623 l. Per chi necessitasse di spazio extra può contare anche su un pratico scomparto situato sotto il sedile del passeggero (Pack Comfort), con una capacità di 2,8 l.

Infine, il nuovo Dacia Duster propone il sistema keyless per l’apertura delle porte con chiave in tasca (optional 200 euro), con un funzionamento un po’ particolare, che blocca automaticamente le porte quando il conducente si avvicina al veicolo e le blocca quando si allontana, senza pulsanti di sorta su maniglie o portiere. Attenti al segnale acustico che vi avvisa dell’avvenuta chiusura: può annoiare ma è disattivabile. 

Alla guida della Dacia Duster 1.5BluedCi 115cv 4×4: parco, ma rumoroso

Dacia Duster 4x4
Il 1.5 BluedCi è una vecchia conoscenza: frizzante nonostante la cilindrata ridotta risulta molto parco per la categoria e non sfigura sulla Duster in prova.

La Nuova Duster è equipaggiata, come sempre, con una gamma di motorizzazioni del Gruppo Renault, per il nostro test abbiamo scelto la versione diesel 1.5 dCi da 110 CV 4×4, con cambio manuale a 6 rapporti in allestimento top di gamma Prestige.

Sulle prime il motore ci pareva molto rilassato, e conoscendo l’unità francese montata su Renault e Mercedes (Classe A) i conti non tornavano. Una volta disinserito il tasto “ECO” il piccolo millecinque si è dimostrato all’altezza delle nostre aspettative: un propulsore piccolo, ma “nervosetto” complici i 260 Nm a 1.750giri si dimostra adatto a muovere il piccolo SUV Romeno. La spinta è sufficiente, la progressione è costante ed efficace, come testimonia un discreto 0-100 in 12,5 secondi e una “punta” di 168 km/h

Ma se stiamo a vedere, la guida su strada non è il pezzo forte del Duster che vanta di uno sterzo e di assetto abbastanza turistici. Forzando le sospensioni sono piuttosto morbide e il rollio è elevato, nei cambi di direzione veloci poi si hanno moti di cassa non proprio frenati. Alla guida, insomma il Dacia Duster si dimostra una valida vettura da famiglia, non guizza in nessun campo, ma risulta comunque piacevole e sicura. Ma porta a destinazione senza patemi, complici i controlli solerti nell’evitare anzitempo ogni eccesso e grazie alle sospensioni offroad gli ostacoli vengono digeriti bene, più avanti e meno nel posteriore.

Particolare attenzione è stata riposta da parte dei tecnici Dacia all’isolamento acustico del veicolo, nel nuovo Duster. Le superfici fonoassorbenti nell’abitacolo e nel vano motore sono aumentate dal 20% al 50%, lo spessore dei cristalli è aumentato di 0,35 mm nella parte anteriore ed infine va segnalata anche la riduzione delle perdite acustiche grazie all’applicazione di mastice o di otturatori. Ma se comunque il livello acustico generale è migliorato, non siamo ancora ai livelli dei competitors, specie per quanto riguarda i rumori della trasmissione 4×4 e i sibili del transfer case su alcuni passaggi di giri motore.

Il 1.5 non delude mai, specialmente riguardo ai consumi che nel ciclo misto si attestano sui 17 km/l (il computer di bordo a fine prova segnava 5,7 l/100 km), meno in autostrada dove il Duster si trova svantaggiato da un’aerodinamica non curatissima (Cx 0.42) e da una rapportatura corta, ideale per l’offroad, meno per le tre corsie, dove a 130 km/h il motore frulla a 2.800 giri. Con 50 litri di serbatoio almeno 750 km sono garantiti. Il meglio è garantito invece in città dove la guida alta e l’angolo di sterzata contenuto la fanno da padrona.

In offroad senza problemi

Dacia Duster 4x4
Il comando per la trazione si trova nel tunnel centrale: “2WD” per ridurre i consumi, “Auto” nella marcia su fondi viscidi e “Lock” quando il gioco si fa duro.

Trattandosi di una vettura a trazione integrale non potevamo esimerci dal testare le prestazioni della Dacia Duster anche in offroad dove si conferma a suo agio come il modello precedente. Invariata la generosa altezza da terra di 210 mm, gli sbalzi molto corti con angoli di superamento ostacoli accentuati (30°attacco, 21° dosso e 34° uscita), un peso piuma di circa 1.300 kg.  Per gli amanti del fuoristrada, il 4×4 Monitor integrato nel Media Nav permette di accedere a utili informazioni come gli angoli di rollio e beccheggio oltre ad essere dotato di una bussola. 

L’avantreno Mc Pherson è stato rinforzato appositamente per l’off-road e il retrotreno è modificato, da ponte torcente (4×2) a multilink a ruote indipendenti (4×4). La trasmissione poi è stata progettata con una prima marcia molto corta, che simula una marcia ridotta per fondi dissestati, ma in generale tutte le marce fino alla quinta sono abbastanza corte con la sesta di riposo.

Ottima la presenza del Hill Descent Control, che aumenta il controllo del veicolo in caso di forti pendenze e Hill Start Assist, che facilita la guida nelle condizioni più difficoltose. C’è anche il  sistema di controllo dell’angolo cieco, (Blind Spot Warning) costituito da quattro sensori a ultrasuoni disposti ai quattro angoli del veicolo. Molto buono anche l’angolo di sterzata e il feeling generale con lo sterzo. Peccato per le sole tre stelle ai crash test EuroNcap.

Prezzi e concorrenti

dacia duster 4x4
I cerchi in lega da 17” Maldive sono belli da vedere e, con la spalla dello pneumatico alto, si viaggia sereni in offroad

Con Nuovo Duster anche il naming degli allestimenti della gamma Dacia si aggiorna. Il primo livello si chiama ora Access (quella da 11.900 euro), si passa alla Essential (+950), mentre il cuore di gamma sarà la Comfort (+1.700 da Essential). Il top di gamma è rappresentato dall’esclusiva versione Prestige (+1.000 da Comfort). Se volete una versione mediamente ricca a benzina con 14.300€ avrete la Comfort. Se siete incontentabili e volete tutto si arriva ai 19.300 euro per la top di gamma 1.5 dCi 110cv 4×4 in allestimento Prestige, oggetto della nostra prova, arricchita dalla presenza dei cerchi in lega da 17’’ con design Maldive, climatizzatore automatico e Blind Spot Warning. Tra gli optional i sedili con inserti in pelle e riscaldabili (650 euro).

Infine diversi sono i Pack disponibili: il Pack Control (650 euro) che offre Navigatore Media Nav Evolution, volante in pelle e cruise control. Il Pack Modularità (250 euro) che offre sedile conducente regolabile in altezza, panchetta posteriore frazionabile 2/3-1/3 e volante regolabile in altezza e profondità. Il Pack Comfort (150 euro) con cassetto sotto il sedile passeggero, bracciolo centrale, supporto e regolazione lombare. Il Pack Look (500 euro) con protezioni sottoscocca anteriori e posteriori, Dark Metal Retrovisori e barre tetto Dark Metal, Vetri posteriori e lunotto scuri.

I principali concorrenti per dimensioni e categoria sono: la Ford Ecosport, la Nissan Juke, l’Opel Mokka,  la Peugeot 2008, la Renault Captur, la Suzuki Sx4, tutti, però, più costosi ma anche più accessoriati. Lo stile “rugged”, robusto, del Duster, è unico.

In estrema sintesi la Dacia Duster 4×4 2018 è migliorata sotto tanti punti di vista, soprattutto il comfort, mantenendo inalterato il suo DNA e i punti di forza che l’hanno resa celebre. Se a questo aggiungiamo che il prezzo non è cambiato, non è un azzardo dire che è la miglior scelta per chi cerca un’auto essenziale con tanta sostanza, magari a trazione integrale. Il restyling di metà carriera l’ha reso più moderno e aggraziato, ma la sua indole che ne ha deretato il successo, per fortuna, non è andata perduta. Ed è proprio questo che piace del Duster: un mezzo economico, tuttofare e adatto per esser maltrattato senza patemi, come nessun altro SUV sa, o vuole, essere.

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Aspirante pilota

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica.
La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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