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Emissioni, normativa Euro 7: una bella gatta da pelare per tutti

Tempo di lettura: 3 minuti

Dovrebbe arrivare nel 2026 la nuova normativa Euro 7 sulle emissioni relative ai gas di scarico, introducendo ulteriori limiti, molto più stringenti, ma non solo. Che sia la fine dei motori endotermici? Proviamo a capire meglio.

Con l’avvio delle consultazioni a marzo 2020 l’Unione Europea ha iniziato a definire quelle che saranno le norme che regoleranno la futura normativa Euro 7 sulle emissioni. Futura ma non troppo perché a quanto sappiamo questo nuovo standard sulle emissioni dovrebbe entrare in vigore entro il 2026. Passata al vaglio della Commissione Europea, che ha voluto valutare quali siano stati i risultati fin qui raggiunti con la normativa Euro 6, la nuova normativa sulle emissioni, assai complessa da mettere a punto, non sarà solo più severa sul fronte dei valori consentiti ma punterà anche a rendere più snello l’aspetto burocratico e normativo.

Normativa Euro 7: tre aspetti salienti

Ma andiamo con ordine. In primis verranno eliminate le attuali distinzioni a livello di normative e scadenze tra veicoli leggeri e mezzi pesanti. In questo modo si andranno a ridurre i costi e le problematiche di sviluppo, collaudo e omologazione a carico dei costruttori, creando una specie di protocollo unitario e uniforme per tutti gli Stati così da evitare anche possibili discrepane di omologazione tra territori diversi.

In secondo luogo l’ Euro 7 andrà a valutare il livello di emissioni reali su strada non solo in fase di omologazione o a veicolo nuovo ma anche durante l’intero ciclo di vita dello stesso veicolo. In terza istanza verrà naturalmente attuato un bel giro di vita sui limiti massimi di emissioni consentite e non solo a livello di anidride carbonica ma anche di tutti gli altri agenti inquinanti e nocivi.

Non solo veicoli elettrici

Giusto per farvi qualche esempio, nel raggiungimento degli obiettivi di abbattimento degli inquinanti e di miglioramento della qualità dell’aria, l’Unione Europea starebbe pensando di fissare, per esempio il limite massimo di NOx per gli Euro 7 a 30 mg/km o persino meno. Un valore nettamente più basso di quanto fissato oggi che prevede 80 mg/km per i diesel e 60 mg/km per i benzina. Come si potrà però raggiungere questi severi obiettivi? Quali accorgimenti dovranno adottare le Case auto? Per fortuna, diversamente da quanto inizialmente pronosticato che prevedeva un completo abbandono dei motori endotermici e di tutti quei veicoli caratterizzati da tecnologia ibrida (sia mild che plug-in), dal 2026 non avremo a che fare unicamente con veicoli a batteria.

Un ritorno al passato

Certo è che i costruttori dovranno mettere in campo ingenti sforzi soprattutto economici per poter adeguare i propri propulsori e le proprie tecnologie alla nuove norme sulle emissioni. Per mantenere in vita i moderni motori a combustione interna non si potrà fare altro che affidarsi a sistemi di filtraggio sempre più performanti e installati sempre più a ridosso dello stesso motore.

Sarà necessario il raggiungimento di maggiori temperature all’interno di tali catalizzatori con l’inevitabile conseguenza di un numero superiore di post iniezioni e un maggiore consumo di carburante. Ma, cosa ancora più importante, si dirà definitivamente addio alla filosofia costruttiva del downsizing. Le cilindrate, insomma, torneranno a crescere, da un lato per ricreare le corrette condizioni di funzionamento dei catalizzatori e dall’altro per recuperare il gap prestazionale, venutosi a creare proprio con l’introduzione di un numero elevato di sistemi di post trattamento allo scarico. Altro fattore che non potrà che innescare un maggiore dispendio di carburante. Insomma un cane che si morde la coda.

Il futuro? Qualche defezione sarà inevitabile

Alcuni costruttori, seppur ben consapevoli di quale sia la strada da seguire, avrebbero però già lanciato l’allarme, affermando che gli standard, contenuti all’interno della nuova normativa Euro 7, sarebbero talmente elevati da minare la sopravvivenza degli stessi motori endotermici. Visti soprattutto i forti investimenti e sforzi necessari alla realizzazione di motori endotermici conformi con le future normative, molti di questi costruttori potrebbero abbandonare prematuramente la progettazione, lo sviluppo e la vendita di vetture con tali motori.

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