Categorie: Motorsport

Formula 1, Gran Premio della Malesia 2015: ruggito Rosso

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Non sta più nella pelle Sebastian Vettel al termine del Gran Premio della Malesia. Lo urla forte in radio al suo team con quel “forza Ferrari” che è una liberazione per lui, dopo aver fatto il fenomeno per 56 giri.

Bellissimi poi gli abbracci con la sua squadra e la gioia sincera di un ragazzo che sta vivendo il suo sogno e che ci regala un’immagine fantastica: quella di una felicità vera, sincera senza filtri mostrandoci che la Formula Uno sa ancora emozionare ed emozionarsi per un risultato incredibile.

Vince Sebastian Vettel al termine di un week-end perfetto iniziato per lui nel migliore dei modi già dal sabato, in qualifica, dove è riuscito a portare la sua monoposto in prima fila dietro Hamilton per pochissimi millesimi, in condizioni di pista bagnata.

In gara poi, confeziona un capolavoro assieme alla squadra che decide di non entrare ai box per il cambio gomme dopo la satefy car dei primissimi giri, gestendo in maniera splendida il primo stint su mescola media che, già dal venerdì sulla SF15T aveva mostrato un comportamento molto più competitivo, rispetto alla concorrenza, in condizioni di grande caldo. Proprio la capacità della monoposto di essere gentile con le coperture anche in situazioni di grande stress termico, ha fatto si che il divario con la Mercedes prendesse forma, visto che le frecce d’argento non riuscivano a far durare la mescola media su prestazioni al livello della Rossa di Maranello. Questo ha permesso anche a Kimi Raikkonen di agguantare la quarta posizione finale a dispetto di una qualifica disastrosa (partiva undicesimo) e di una partenza nel traffico che gli ha causato una foratura alla gomma posteriore sinistra che lo ha fatto retrocedere in ultima posizione.

Nonostante la “fortuna” di un’uscita della safety car immediatamente nei giri successivi che gli ha permesso di chiudere il gap, Kimi ha mostrato, al pari di Sebastian, un passo notevole e consistente sia su gomma media che su hard. Inoltre, la strategia dal muretto box di non farlo mai rientrare nel traffico, gli ha permesso di trovare ritmo e sopravanzare gli avversari, sia ai box che in pista.

La cosa sorprendente di questo risultato è che non è arrivato per guai tecnici altrui, bensì perché la Ferrari, in queste condizioni di caldo, ha mostrato un passo superiore alla Mercedes che invece ha palesato problemi di usura che parevano spariti nel dimenticatoio dopo il 2013.

C’era poca voglia di ridere e scherzare in casa Mercedes nonostante il secondo posto finale di Hamilton, soprattutto per Rosberg che pare la brutta copia di se stesso e che dovrà cercare di tornare ad insidiare seriamente il compagno di squadra, che in ogni caso resta il favorito numero uno per il Mondiale.

Un successo quindi meritato per la Ferrari e i suoi ragazzi, che ora possono gioire dopo le tante critiche e le bastonate della passata stagione. Un’iniezione di fiducia fondamentale per chi sta ancora rincorrendo, ma che sa di aver intrapreso la giusta direzione, sia negli uomini sia dal punto di vista tecnico.

Si potrà anche togliere qualche sassolino dalla scarpa Sebastian Vettel, etichettato sempre come un pilota bravo solo a vincere con il mezzo più forte. Oggi ha vinto con una monoposto inferiore e lo ha fatto da 4 volte campione del mondo quale è, mostrando un talento e una voglia devastante.

Occorre però, come dice il team principal Maurizio Arrivabene, calma e piedi per terra perché pensare di aver chiuso il gap con le Mercedes pare francamente improbabile. La Malesia ha dato segnali incoraggianti perché la Ferrari è la seconda forza del mondiale, viste le prove deludenti dei competitor diretti, in particolar modo di Williams e Red Bull e ha confermato in maniera ora inequivocabile che la monoposto è nata bene sotto tutti i punti di vista e in qualsiasi situazione di pista asciutta o bagnata.

Occorre un altro passo avanti da parte di tutti perchè “la preda” è lì a pochi passi ma ora è giusto che in Ferrari si godano il momento perchè tornare alla vittoria è bello ed è nel dna Ferrari.

Davide Laratro

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Davide Laratro

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