Curiosità

Mazda CX-60: come funziona il sedile che riconosce il conducente

Tempo di lettura: 2 minuti

Ci sono novità, nel mondo dell’auto, che lasciano decisamente il segno. Una di queste riguarda da vicino la Mazda CX-60 e non si tratta per i suoi inediti motori tre litri, Diesel mild hybrid, che rappresentano già di per sé una notizia in un mondo che sembra aver detto addio al “vituperato” gasolio in favore dei motori elettrici. No, in questo caso parliamo di una novità che Mazda ha portato al debutto sul suo SUV di alta gamma.

In italiano lo possiamo tranquillamente chiamare sistema di personalizzazione per il conducente ma nel menu della Mazda CX-60 lo troverete, selezionando le impostazioni generali della vettura, sotto la voce Driver Personalization System. Molto semplice nel suo funzionamento, permette di aggiungere fino a 6 profili che, in sintesi, regolano sedile e posizione di guida e altro ancora sulla base dell’altezza del conducente.

Sì, una volta selezionata la voce “aggiungi nuovo conducente“, basterà selezionare con il rotore sul tunnel centrale la vostra altezza approssimativa. Una volta fatta questa operazione, quasi magicamente sedile e volante e non solo inizieranno a muoversi elettricamente fino alla posizione che gli ingegneri in Mazda pensano sia quella giusta per una determinata altezza. Mazda, però, non si è fermata qui.

Driver Personalization System Mazda: una tecnologia che fa molto comodo

Il Driver Personalization System Mazda comprende anche le sopra citate memorie e l’assistenza in ingresso/uscita dall’abitacolo. In altre parole la prima permette di riconoscere un conducente già salvato nelle impostazioni (fino a 6 persone) semplicemente con il riconoscimento facciale. Diverso il caso della telecamera ad hoc che rileva la posizione degli occhi del guidatore per stimarne fisico e quindi altezza. Si può, quindi, selezionare sia manualmente la propria statura sia scegliere la regolazione automatica che, in entrambi i casi, incide su sedile, volante, head-up display e specchietti retrovisori.

Il sistema riesce a memorizzare fino a 250 impostazioni degli elementi sopra citati, per poi ricondurle con una precisione millimetrica sulla base di chi viene riconosciuto a bordo. Un’altra funzione utile per un’auto di questo segmento, ricordiamo che Mazda non ha paura di ammettere che con CX-60 vuole sfidare le premium tedesche, è l’assistenza all’ingresso/uscita: una volta aperta la portiera e selezionata questa funzione una tantum, sedile e volante si sposteranno per facilitare l’ingresso in vettura, per poi dare il via al riconoscimento facciale e poter partire per il proprio viaggio.

Tornando al Driver Personalization System, il sistema inventato da Mazda che riconosce il conducente regolando la posizione di guida di chi sale a bordo, si tratta di una tecnologia che vogliamo scommettere arriverà presto su altre vetture di alta gamma. Viene incluso solo nel Comfort Pack disponibile sugli allestimenti Homura e Takumi e costa 1.750 euro sulla ibrida plug-in mentre è di serie sulle Diesel da 200 e 249 CV. Questo pacchetto include anche il sistema di ventilazione per i sedili anteriori e i posteriori riscaldabili. Se si parla di comfort, non si può davvero negare che la nuova Mazda CX-60 abbia fatto centro.

Mazda CX-60: il nostro direttore Federico Ferrero vi mostra come funziona il sedile che riconosce il conducente

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Mazda CX-60: le nostre prove su strada

Mazda CX-60 ibrida plug-in 327 CV

Mazda CX-60 Diesel 2WD 200 CV

Mazda CX-60 Diesel 4×4 249 CV

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Tag: CX-60Mazda

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