La FIA conferma, ancora una volta, la sua poca lucidità quando si parla di infierire sui piloti, o sulle squadre, quando viene commessa un’infrazione. Stiamo parlando della doppia penalità che Hamilton ha subito a Sochi, a causa di quelle due prove di partenza effettuate là dove non poteva.
In poche parole, la colpa è ricaduta non sul pilota, che viene guidato dai box come un robot, bensì sul suo ingegnere di pista, che ha preso la decisione, non si sa se volontaria o d’accordo col team, di provare le partenze in un luogo non lecito sapendo di rischiare.
Contorni di una vicenda poco chiara che, nella serata di domenica, ha prodotto questo risultato: rispetto ai 10 secondi e ai 2 punti di penalità sulla licenza di Hamilton, i suddetti punti sono stati convertiti in una multa da 25.000 euro al team Mercedes per ogni partenza effettuata. Un “launch control” piuttosto caro, visto che la somma totale è di 50.000 euro, seppur bazzecole per un team che spende centinaia di milioni di euro ogni anno.
Bono, così come viene soprannominato l’ingegnere di pista di Hamilton, ne era consapevole? La sensazione, e qui si può credere e non credere, è che dalla FIA stessa sia arrivato l’ordine di tenere aperto il campionato il più possibile, così da non affossare l’audience a livello mondiale prima del dovuto.
Vero è che il settimo mondiale di Hamilton è praticamente cosa fatta, bisogna solo decidere la gara (e se lo vincesse a Imola…). FIA, anche basta con questi giochetti…
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