Suzuki Gamma 250 by Max Performance

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Massimiliano Castagner, in arte Max-Performance, lavora nella sua bella e attrezzata officina di Vittorio Veneto dove siamo stati invitati per vedere la sua ultima creatura, una Special su base Suzuki Gamma 250.

“Il cliente ha voluto che la sua Suzuki Gamma del 1992 si trasformasse in una moto essenziale, in stile Cafè Racer, ma ovviamente non voleva un semplice smontaggio della carenatura, ma una revisione tecnica con qualche componente di pregio, magari migliore di quelli in dotazione”. Oltre a rivedere completamente la veste estetica, Max ha messo nel motore tutta l’esperienza maturata in passato su questi due tempi.

Massimiliano Castagner

Quindi, dopo aver smontato, revisionato e preparato il motore, Max ha iniziato a rovistare nel suo magazzino scovando in un angolo una bella forcella appartenuta a una Honda CBR-600RR del 2003 che come offset di piastre e lunghezze sembrava adattarsi alla geometria del telaio di alluminio.

Il lavoro di adattamento ha riguardato soprattutto il perno del cannotto che ha dovuto essere adattato ai cuscinetti di sterzo esistenti. Il risultato è eccellente: i robusti steli donano solidità all’avantreno e la risposta su strada e ottima, migliore dell’originale.

Per quanto riguarda le pinze freno, le Showa originali Honda sono state sostituite da un paio di Brembo a quattro pistoncini 30-32 montate sugli attacchi originali con un paio di piastre di adattamento fresate dal pieno. La pompa è ovviamente una Brembo, ma nella versione radiale 19 RCS. Completa l’avantreno un parafango in carbonio destinato a un Monster, con gli attacchi bassi tipici delle forcelle up-side-down.

Una café racer che si rispetti deve avere le ruote a raggi. In questo caso cerchi derivano da un Morini 9 1/2 con gommatura originale.

“Per cambiare l’aspetto della moto sono intervenuto pesantemente sulla parte posteriore”, prosegue Max. “Ho realizzato un telaietto reggisella in tubi tondi e quadri di alluminio, sul quale ho montato una sella di una Honda 125 GP modificata nella parte terminale per ospitare una luce tonda centrale”. La fodera, in pelle scamosciata, è stata rifatta dall’officina Basso di Marzano (Ud). Il pneumatico posteriore è un Michelin Pilot 150/60-17 montato su un canale da 5.50.

L’assetto della parte posteriore è stato alzato e inclinato, secondo i dettami più moderni. L’ammortizzatore è un Ohlins modificato per poter essere inserito negli attacchi sul telaio, mentre il forcellone asimmetrico, col braccio destro ‘a banana’ per consentire il passaggio delle espansioni basse, non ha subito alcuna modifica.

Per il supporto targa si è provveduto con un telaietto di alluminio aftermarket della Panigale preso dal catalogo Rizoma, così come tante altri dettagli quali gli specchietti, le frecce, i serbatoi del liquido freni.

Il nero di motore e telaio di questa Suzuki deriva da una scelta precisa: “Volevamo che i cavi e i cablaggi fossero poco visibili e in questo il nero ci ha aiutato”, ci ha detto Max. Alcuni indovinati fregi oro e argento hanno poi ‘alleggerito’ l’impatto estetico. L’esecuzione, impeccabile, è della Carrozzeria Andreetta di Vittorio Veneto.

Gli scarichi sono degli Arrow coi terminali in carbonio e kevlar destinati alla Aprilia RS250, che montava lo stesso motore. L’impatto estetico è eccezionale, coi due silenziatori che spiccano nel contesto dello scarno retrotreno.

Per informazioni: Massimiliano Castagner 320-8627700; Max-Performance@libero.it

Franco Daudo

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