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Suzuki GSX-S750 Yugen Titanium e Carbon – La nostra prova

Tiro la tenda della mia stanza, guardo il cielo, grigio. Di sotto c’è una coda interminabile di auto in fila. Non esisterebbe – apparentemente, almeno – nessuna buona ragione per lasciare l'hotel e mettersi in viaggio, se non fosse che oggi la nostra auto è una Lamborghini Gallardo. Quindi, impostato il navigatore in direzione Orvieto, lasciamo il parcheggio. Il suono roco del V10 associato a della buona musica è il giusto mix per provare a rilassarsi nel feroce traffico di Roma.
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Yugen, nell’arte giapponese, indica le capacità misteriose che non possono essere descritte a parole. La Suzuki GSX-S750 si può considerare l’unica sopravvissuta di una categoria leggendaria nella storia della moto: le settemmezzo giapponesi quattro in linea.

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Una naked sportiva di concezione e stile moderno, con un compromesso vincente fra prestazioni, qualità e prezzo. Suzuki propone ai clienti due nuove versioni con il sigillo Yugen: la Titanium e la Carbon.

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Elemento d’attrazione è il silenziatore racing SC1-R in carbonio. Progettato dall’italiana SC-Project è omologato per la strada.

Le dotazioni prevedono alcuni accessori originali e alcuni componenti forniti da SC-Project. La serie Yugen differisce per il materiale dello scarico SC-Project SC1-R in Titanium o Carbon, il cupolino fumé, le frecce a LED, il porta targa sportivo ricavato dal pieno in Ergal 7075; il coperchio sella monoposto. Per il resto, rispetto alla versione base, la moto è invariata sia tecnicamente sia nelle sovrastrutture.

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Gli indicatori SC-Project a LED, alleggeriscono la linea della GSX-S. Un sistema di attacco plug-and-play le collega rapidamente all’impianto elettrico della moto.
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Altro particolare Suzuki presente nel kit Yugen Carbon è il cupolino in plexiglas fumé. Un deflettore che devia il flusso d’aria dal busto del pilota.

Il telaio è perimetrale in acciaio, le sospensioni della Kayaba: la forcella a steli rovesciati da 41 mm e l’ammortizzatore sono regolabili nel precarico. L’impianto frenante conta su pinze freno Nissin ad attacco radiale, che agiscono su due dischi flottanti a margherita di diametro 310 mm.

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Accessorio originale Suzuki, il coprisella riveste la porzione riservata al passeggero, trasformando la moto in una grintosa monoposto.
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Firmato da SC-Project anche il filante porta targa in Ergal, una lega di alluminio 7075 con finitura anodizzata nera. Composto da un braccetto di sostegno ricavato dal pieno con macchine a controllo numerico CNC.
La prova

La già nota base della moto conferma un approccio immediato e agevole per quasi tutti (salvo il limite dell’altezza sella a 820 mm per i piloti più minuti), nonostante l’indole dichiaratamente sportiva stradale della moto.

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Alberto Cecotti in azione con la GSX-S750 Yugen

Il manubrio alto e largo fa la differenza in questo senso, e favorisce nella manovre per ridurre la sensazione del peso (213 kg), da fermo, mentre troviamo migliorata leggermente la protezione aerodinamica rispetto al modello base grazie all’adozione del deflettore, che comunque non appesantisce la linea della moto.

Il motore è divertente e generoso; del resto, la derivazione superbike e la ciclistica sana, consentono di appagare con il sound e poi con i fatti, il gusto sportivo del pilota. I 114 CV a 10.500 giri diventano 118,5 con lo scarico SC-Project con una coppia massima di 81 Nm a 9.000 giri.

I cavalli e i newtonmetro sono così ben distribuiti sul quattro in linea di Hamamatsu che evitano di mettere a disagio chi non è espertissimo. In particolare è bello da usare intorno ai 5.000 giri, dove riprende con una spinta entusiasmante.  Il controllo di trazione è evoluto e funzionale: ha tre modalità e può essere disattivato.

I consumi sono attestati sui 20,4 km/l nel ciclo WMTC.

La Suzuki GSX-S750 ABS Yugen è già in vendita a 9.190 euro f.c. In sostanza, la Yugen è allestita come normalmente vengono trasformate dal pubblico le naked sportive. Ma in questo caso l’equipaggiamento, il cui valore è stimato in circa 1.000 euro, è offerto dalla Casa madre.

(Testo di Alberto Cecotti)

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