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Volvo XC60 D4: la prova su strada

Tempo di lettura: 4 minuti

Nato, ai tempi del controllo Ford, dalla piattaforma costruttiva EUCD: la stessa che, dal 2007 ad oggi, ha dato i natali ad auto quali Ford S-MAX, Galaxy, Land Rover Freelander 2 e alla best-seller Range Rover Evoque, il suv medio della casa Svedese si rinnova, migliorando la voce sicurezza, già ai massimi livelli.

Perfetta per la famiglia numerosa

Con oltre 460 cm di lunghezza, quasi 190 di larghezza e ben 17 di altezza le dimensioni della Volvo XC60 sono ragguardevoli, anche se perfettamente in linea con quelli delle principali concorrenti. All’interno troviamo delle finiture nel complesso curate, dalla forma moderna e di ricca fattura, alcuni assemblaggi però non sono esenti da critiche e le plastiche nella parte bassa della plancia stonano. D’impatto il nuovo quadro strumenti con schermo LCD a 8 pollici a colori riconfigurabile in tre modalità: sportiva, eco e normal.

Con un passo di 277 cm lo spazio a bordo è più che sufficiente per cinque persone. Nel divano posteriore trovano posto anche tre adulti, senza problemi a livello di spalle. Le due sedute esterne di sollevano per simulare un seggiolino per bambini, mentre gli attacchi isofix sono ovviamente presenti. Il bagagliaio è della giusta misura: 490/1450litri sono il perfetti per la gita fuoriporta con tutta la parentela, anche se qualche concorrente strappa un volume maggiore, ma il suv svedese rilancia con il portellone ad apertura elettrica, molto comodo con le mani occupate dalla spesa.

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Neanche a dirlo l’XC60 merita 5 stelle EuroNcap, con un punteggio del 94% e un 79% per i bambini, uno dei migliori della categoria.

Alla guida: sempre comoda e sicura

Alla guida la prima sensazione è di un corpo vettura studiato per primeggiare alla voce confort, specialmente con i cerchi della misura più piccola (17pollici), le reazioni sono pronte in inserimento, con un buon feeling trasmesso dallo sterzo e un beccheggio in parte contenuto.Volvo XC60 D4 002

La taratura conservativa del DTCS frena ogni velleità sportiva in pieno rispetto della sicurezza, per fortuna è possibile “slegare” l’elettronica (ma non disinserirla completatamene) per non mortificare la guida.

Noi abbiamo provato la D4 2WD, con il nuovo quattro cilindri 2.0 a gasolio da 181 CV: un motore ricco di coppia con 400 Nm da 1.750 a 2500 giri, che garantisce un’erogazione sempre fluida e vigorosa, specie con il cambio Geartronic a 8 rapporti che permette una spaziatura più che adeguata delle marce: si ha sempre la certezza di poter godere dello spunto necessario per un sorpasso, indipendentemente dal rapporto inserito.

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In ottava marcia, al limite di codice in autostrada, il D4 ronfa a 1.900giri al minuto, pronto a scalare per riprendere velocità. Anche il confort del cambio risulta ottimo, sussulti e incertezze sono contenuti, e se si cerca un minimo di sportività con i paddle al volante si può emulare un sequenziale abbastanza veloce. Nell’extraurbano, se si forza un po’ l’andatura, la centralina che gestisce il funzionamento del cambio tende a frustrare leggermente il conducente: al posto che sfruttare la generosa coppia del propulsore diesel, infatti, l’elettronica ricorre spesso a scalate avventate.

Drive-E e i-Art per consumar meno

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Anche i consumi sono buoni considerando la mole della vettura: da maggio, tutti i nuovi modelli Volvo sono essere equipaggiati con motori della nuova gamma Drive-E (quindi anche il nostro D4), caratterizzati da prestazioni dinamiche di prim’ordine e basse emissioni di CO2. I tecnici della casa svedese hanno messo a punto un sistema di controllo dell’iniezione, chiamato i-Art che, monitorando il ritorno di pressione del carburante attraverso una centralina per ogni iniettore, in abbinamento ad una pressione d’iniezione più elevata (fino a 2500 bar), ha reso possibile contenere i consumi e le emissioni, senza penalizzare le prestazioni. In più, la nostra funzione intelligente ECO+ può ridurre fino ad un 5% il consumo. In questa configurazione il suv di Göteborg fa registrare una media di 14 km al litro nell’uso misto, con un minimo di 12 km/l in città.

La Volvo XC60 è in grado di passare da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi, e di toccare la punta massima di 210 km/h, valori in linea con la concorrenza così cavallata.

Prezzo e concorrenti

La nostra prova è con l’allestimento intermedio Momentum: specchio retrovisore con funzione anti abbagliamento automatica, bluetooth, rivestimento in tessuto/t-tech Eriksberg, impianto audio High Performance, park Assist posteriore, sensore pioggia, specchi retrovisori esterni richiudibili elettricamente e funzione di illuminazione del suolo, che con il motore D4 181cv si porta a casa con 42.300€, a chi percorre le strade di montagna nella stagione invernale conviene aggiungere la trazione integrale per 2.200€, ma con il Geartronic perde due rapporti (“solo” 6 marce). Se aggiungiamo il pacchetto Family per la sicurezza dei bambini, l’Intellisafe Surround (ACC, BLIS e Driver Alert) di cui parleremo in un focus a parte, Vision (bi-xeno attivi e luci interne), Winter (sedili riscaldati) superiamo di slancio i cinquantamila euro, in linea perfetta con le “solite” tedesche.

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La più “piccola” delle suv Volvo deve vedersela con una concorrenza teutonica agguerrita: Mercedes GLK, Audi Q5 e la best-seller BMW X3, da qualche anno anche le più piccole e modaiole Q1, X1, GLA e l’inglesina Range Rover Evoque insidiano il segmento dei suv premium.

Un look discreto, ai limiti dell”understatement, da sempre contraddistingue le Volvo. La media di Göteborg non fa eccezione: grazie ad una linea indovinata sa piacere, puntando oltre che sul confort, sulla sicurezza, senza perciò dimenticare il giusto appeal sulle strade più tortuose e consumi tutto sommato contenuti.
Volvo si rivolge a un pubblico che è sì alla ricerca di un’auto prestigiosa, ma che guarda più alla sicurezza che alle pure prestazioni, che preferisce un ambiente sobrio ad uno maniacalmente rifinito. Fatte queste considerazioni, possiamo dire che l’XC60 è forse la Volvo che meglio incarna queste qualità: nel nostro periodo di prova si è dimostrata versatile e piacevole da guidare, ci ha accolto in un abitacolo elegante ma non sfarzoso, ci ha colpito per la precisione di funzionamento dei suoi tanti sistemi di sicurezza; infine ci ha stupito per la linea azzeccata della sua carrozzeria, che non sembra temere il passare degli anni e che vanta ancora un sacco di ammiratori, specie dopo il facelift di metà carriera.

Aspirante pilota

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica.
La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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