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5° Raduno Suzuki, la Via del Sale: la nostra esperienza

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Giunto alla 5° edizione, il Raduno Nazionale Suzuki rappresenta uno dei più importanti raduni monomarca nel panorama del 4×4 italiano e, ad ogni edizione, sa richiamare sempre un gran numero di fuoristrada della Casa giapponese. Quest’anno siamo stati ospiti del marchio nipponico alla scoperta dell’antica Via del Sale, lungo uno dei percorsi paesaggisticamente più spettacolari delle Alpi.

L’antico percorso che conduceva da Limone Piemonte (1.535 metri) in provincia di Cuneo sino al mare passando per un’altezza di 2.600 metri fu costruito ai tempi di Carlo Magno e per anni è stata una via strategica per il transito delle merci e delle persone. Il nome Via del Sale, come si intuisce, deriva dall’elemento base dell’alimentazione umana ed animale che è stato nei secoli un bene prezioso quanto l’oro. Lungo tutto il percorso abbiamo attraversato gole, crocevia, anfratti e potuto osservare panorami non descrivibili a parole.

Sentieri bianchi a volte facili da percorrere, a volte impegnativi per la ridottissima carreggiata e il fondo sconnesso, ma in compagnia del nostro Suzuki Jimny non abbiamo avuto il minimo problema durante tutto l’itinerario. Ebbene si, abbiamo percorso la Via del Sale a bordo dell’inarrestabile piccolo offroad giapponese, il 1.3 VVT 4WD in allestimento Evolution+ dotato di cambio automatico, cerchi in lega, aria condizionata e vivavoce bluetooth.

Si tratta dell’unico fuoristrada in commercio dotato di marce ridotte e di dimensioni inferiori ai 360 cm, praticamente senza rivali nel panorama dei 4×4. Il cruscotto è realizzato con materiali robusti, le plastiche sono ben assemblate e questo ci ha trasmesso una sensazione di solidità anche durante i passaggi a media velocità su terreni sconnessi, rumori e cigolii vari non ne abbiamo avvertiti e questo ci ha permesso di procedere tranquilli sul nostro percorso. La giornata piuttosto calda con sole alto e cielo azzurro ci ha spinto ad accendere il climatizzatore e verificarne la portata constatando che in pochi minuti l’abitacolo si è rinfrescato adeguatamente, ma poi l’aria pulita di montagna prevalso sulle nostre scelte.

Suzuki via del sale3

Il cambio automatico ha contribuito a rendere il viaggio decisamente rilassante e quando ci siamo trovati davanti ad alcuni passaggi complicati, superando agevolmente, senza il minimo problema, pendenze considerevoli e discese tortuose con buche e sassi. Proprio nei tratti più accidentati con grandi sassi abbiamo potuto apprezzare le doti di sterzo del Jimny, mentre su strada asfaltata il volante ci è apparso un po’ meno sensibile.

La visibilità dal parabrezza è buona anche in virtù della seduta alta che permette di dominare il territorio circostante, le dimensioni esterne consentono di muoversi più che agevolmente nelle strette mulattiere a strapiombo che abbiamo percorso. Ma proprio come insegnano le guide alpine, il tempo in alta quota può cambiare nel giro di poco ed infatti ci siamo ritrovati sotto una fitta pioggia ad attraversare paesaggi insoliti, che potremmo definire quasi lunari, con poca vegetazione e sentieri che pian piano hanno cominciato a riempirsi di fango. Quale migliore situazione poteva capitarci per provare il grip del piccolo Jimny?

Utilizzando le varie opzioni di trazione offerte ci siamo resi conto che ci vuole ben altro per arrestare il nostro compagno di viaggio. Il Suzukino si affida al valido sistema di trazione Drive Select 4×4 con marce ridotte, che assicura un’eccellente motricità su qualsiasi terreno. Il passaggio dalla trazione posteriore 2WD sull’asfalto, a quello sulle quattro ruote 4WD consigliato sui fondi a scarsa aderenza o con i rapporti ridotti “4WS L” specifici per i terreni più accidentati, si mette in pratica premendo i pulsanti al centro della plancia. L’inserimento della trazione integrale può essere effettuata anche in movimento, senza oltrepassare i 100 km/h.

Suzuki via del sale2

Curva dopo curva è cresciuto il desiderio di trovare ostacoli sempre più difficili da superare per mettere alla prova le nostre capacità di guida. Avremmo voluto che la giornata si prolungasse molto di più, ma il percorso stava volgendo al termine, non prima però di aver attraversato un lungo tratto di circa 10 km all’interno di un bosco, dove la sensazione era di essere all’interno di un racconto “fantasy”.

Complice la strana luce che filtrava dalla cima degli alberi avevamo la certezza di veder comparire dietro un albero gnomi, elfi e quant’altro ma è rimasta una sensazione che è svanita quando, incolonnati insieme agli altri partecipanti, è aumentato il ritmo fino a ritrovarsi a percorrere una strada offroad a velocità sostenuta, apprezzando le doti dell’ormai irrinunciabile controllo elettronico di stabilità ESC (Electronic Stability Control). Un veloce sguardo al dispositivo GSI (Gear Shift Indicator), che indica la marcia inserita, e all’utile sistema TMPS (Tyre Pressure Monitorig System), per mantenere sotto controllo la pressione dei pneumatici, e siamo giunti al traguardo della giornata.

Rientrando in redazione la pioggia è svanita rivelando uno stupendo arcobaleno che ci ha accompagnati per gran parte del viaggio facendoci ripensare ai panorami, alle sensazioni, ai profumi, ai compagni di viaggio conosciuti e al nostro inarrestabile amico che ancora ci sta accompagnando tranquillamente verso casa ad una velocità non proprio autostradale con vetri e fiancate sporchi di fango e terra, ma con un fascino che accompagna tutti i fuoristrada dopo che si è vissuta una bella avventura come questa.

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