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Abolizione Superbollo: si riaccende la speranza. Presentata la nuova proposta

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La pessima notizia è arrivata solo pochi giorni fa, il 29 novembre scorso, quando in Senato era stata confermato il Superbollo e l’abolizione delle agevolazioni per le auto storiche. In pochi giorni, però, tutto potrebbe cambiare.

Dopo il ravvedimento riguardo le storiche, il cui bollo continua ad essere agevolato (per fortuna, aggiungeremmo noi) la partita sulla abolizione del Superbollo non è finita: è stato presentato un nuovo emendamento sulla cancellazione del tributo, esattamente uguale a quello precedentemente bocciato, ma questa volta in commissione Bilancio, a differenza della commissione Finanza e Lavoro che lo aveva esaminato nei giorni scorsi.

La risposta da questa nuova commissione non dovrebbe farsi attendere ancora molto, anzi, in pochi giorni dovremmo ricevere un responso definitivo. Il Superbollo finalmente verrà abolito?

Abolizione Superbollo, una tassa dannosa

Ricordiamo un po’ di numeri del Superbollo e del perché la sua abolizione sia caldamente consigliata da tutto il settore auto. Introdotta dal Governo Berlusconi nel 2011 prevedeva una tassazione in più per le auto con più di 225 kW (306 CV). Il calcolo era di 10 euro ogni kW superiore ai 225. Con il Governo Monti, nel 2012 i limiti del Superbollo sono stati inaspriti: si è passati da 10 a 20 euro per ogni kW superiore ai 185 (pari a 252 CV). La cifra poi diminuisce in maniera proporzionale in base all’anzianità del veicolo (dopo 5 anni si paga il 60%, dopo 10 anni il 30%, dopo 15 anni il 15%, a 20 anni non si paga più).

Perché il Superbollo va abolito? Perché non è una tassa pensata sul bene di lusso, motivazione per cui nacque, visto che i cavalli non sono indice di prezzo e di capacità del portafogli di chi le compra. Ci sono auto che costano 100.000 euro e hanno meno di 250 CV e auto che costano 45.000 euro pur avendo 450 CV. Dov’è l’equità? Questa manovra ha così frenato gli appassionati dal potersi comprare auto potenti, ma ha anche frenato i clienti più facoltosi, ma meno appassionati dal comprare auto costose e performanti; tutto questo in un paese come l’Italia che con il comparto delle auto sportive ha sempre mandato avanti diverse aziende che rappresentano eccellenze italiane.

Inoltre, come se non bastasse, gli introiti derivanti dal Superbollo non hanno mai premiato l’introduzione di questa tassa, che oggi porta solamente lo 0,01% delle entrate tributarie totali, una media di 113 milioni di euro l’anno, contro le stime iniziali che dovevano essere molto più alte. Tutto questo senza considerare le perdite di un maggiore gettito dell’IVA derivante dall’acquisto di nuove auto sportive (aria pura per le casse dello Stato), del costo delle assicurazioni, delle spese per il carburante e di tutto il comparto che gira attorno alla passione per l’auto hanno visto un crollo verticale in questi quasi 10 anni di Superbollo, portando a delocalizzazione, aumento dei prezzi e perdita di passione per le quattro ruote.

Quali altre giustificazioni servono per abolire questa tassa iniqua?

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