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Alfa Romeo MiTo: canto del cigno per la piccola di Arese?

Tempo di lettura: 2 minuti

Da quando è iniziata la “fase 2” del rilancio della Casa di Arese, concomitante con l’arrivo prima di Giulia poi di Stelvio, lo spazio riservato alla piccola Alfa Romeo MiTo, anno di nascita 2008, si è affievolito sempre di più.

Ormai troppo distante dalle vetture con le quali si trova a dividere il palcoscenico, la MiTo sta perdendo colpi dopo i fasti del 2009, quando raggiunse subito il picco delle vendite nel segmento B. Per Alfa Romeo si trattava di un progetto nuovo, figlio di quella Punto che ancora oggi viene venduta tra i banchi di Fiat, anche in questo caso nell’attesa di un modello nuovo che forse mai arriverà a rimpiazzarla.

Dieci anni nel mondo automotive sono tanti e, seppur con l’introduzione di vari kit estetici, l’ultimo in ordine di tempo è stato l’Urban che ha cercato di ridare un tocco di freschezza al suo look pur sempre accattivante. Forse non così accattivante da convincere i piani alti a puntare su questa tipologia di vettura, per una precisa scelta di voler puntare ai segmenti superiori e ancor di più ai SUV: ricordiamo infatti che è nell’aria l’arrivo di uno Stelvio XL al quale abbiamo dedicato queste righe.

A Mirafiori è già stata programmata, permettetemi il termine, l’eutanasia del modello, i cui utimi esemplari usciranno dagli stabilimenti torinesi a luglio prima delle ferie.

Alfa Romeo MiTo: dieci anni di carriera

La MiTo di per sé ha segnato per sempre la storia della Casa del Biscione, come avvenuto 9 anni più tardi con l’arrivo di Stelvio. Per Alfa Romeo si trattava del debutto nel segmento B, dove la concorrenza non è mai mancata.

Il suo design, specialmente nei gruppi ottici, riprendeva quello della supercar 8C, con un chiaro impatto visivo votato alla sportività, sportività contenuta in appena 4,06 metri, per muoversi agilmente in città. Negli anni sono poi arrivate altre versioni tra le quali l’ottima Veloce, da noi provata, mossa dal 1.4 turbo benzina da 170 CV ma rallentata da un cambio non all’altezza, almeno pensando a cosa è capace di fare lo ZF che oggi equipaggia Giulia e Stelvio.

Il futuro di Alfa Romeo MiTo: diventerà un B-SUV sotto mentite spoglie?


Il mercato impone scelte ponderate e per la MiTo sembra davvero arrivata la fine, almeno per come la conosciamo oggi. Marchionne a Ginevra ha parlato di sostanziali novità, per lei e per altri modelli, nel corso della conferenza che si terrà a inizio giugno.

Probabile, ma non certo, l’arrivo di un B-SUV, ovvero di una versione alzata della MiTo, che dovrebbe cambiare nome, in virtù di una maggiore praticità e soprattutto appeal verso i più giovani. Staremo a vedere, intanto un altro pezzo della storia del Biscione sta per chiudersi, a noi appassionati non resta che voltare lo sguardo e sperare di vedere presto nascere un progetto come questo.

Scommettiamo che farebbe felici tutti gli alfisti, quelli con la A maiuscola.

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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