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La nostra intervista a Gioacchino Acampora, Chief Designer di Castagna Milano

Tempo di lettura: 4 minuti

Esiste tutto un mondo nel settore automotive del quale tanti, forse troppi, ignorano l’esistenza. È quello dei piccoli o grandi artigiani o carrozzieri, ognuno con la sua storia, e qui di storia se ne sono scritti libri, che creano piccole opere d’arte su espressa richiesta di facoltosi clienti, desiderosi di portare nel loro garage pezzi unici nel vero senso della parola. Per questo motivo abbiamo intervistato l’Architetto Gioacchino Acampora, 48enne Chief Designer di Castagna Milano dal 1994, vero e proprio atelier del Made In Italy nonchè officina dei sogni con una storia che affonda le radici al tempo delle carrozze nobiliari di un tempo che fu.

Acampora è, oltretutto, un orgoglioso proprietario della 500 Giardinetta Castagna (Woody Wagon), un esemplare del 2007 che potremmo definire unico al mondo (ne circolano, simili a lei, ma non uguali, una ventina di esemplari) e che lui stesso ha disegnato partendo dalla 500 di base, più espressamente il terzo esemplare uscito dalla fabbrica con l’arrivo nel nuovo modello nel 2007.

Ti chiediamo innanzitutto Gioacchino come è avvenuta la trasformazione di questa piccola opera d’arte?

Per continuare ad onorare la storia della Carrozzeria Castagna abbiamo preso una 500 del 2007 e l’abbiamo tagliata sopra il parafango posteriore, poco dopo il montante centrale trasformandola in giardinetta con tutta una serie di elementi in fibra di carbonio che vanno a comporre la nuova carrozzeria; la macchina, per assurdo, diventa anche più leggera di quella originale mentre il passo rimane invariato, mentre la lunghezza aumenta di 69 centimetri, a tutto vantaggio della capacità di carico. Questa è una delle poche giardinette prodotte su base 500 e noi di Castagna ci teniamo a questa carrozzeria perché proprio Castagna inventò, nel lontano 1921, la station wagon, con l’Isotta Fraschini mostrata al Concorso d’Eleganza di Montecarlo. Così come abbiamo fatto la versione giardinetta della Mini, abbiamo fatto lo stesso lavoro con la 500 appena uscì nel 2007.

C’è qualche particolarità che caratterizza l’esemplare che vediamo nella foto di copertina accanto a te?

Beh sì perché è l’esemplare che uso tutti i giorni ed è anche quattro ruote motrici, per cui abbiamo preso una meccanica derivante dalla Panda 4×4 e l’abbiamo adattata al pianale della 500. C’è un differenziale, è più alta da terra e sono molto caratteristici questi piccoli parafanghi che rendono la 500 Castagna Woody Wagon un po’ più larga rispetto alla normale 500.

Colpisce particolarmente la verniciatura di questa vettura, come viene realizzata?

Sì la verniciatura mimesi che trovo personalmente indicata su questo particolare modello. Si tratta di una vernice “acciaiosa”, metallica, sul quale viene poi aggiunta questa texture grigio scura che contrasta con i colori a pastello della carrozzeria, ovvero il giallo del tetto e l’azzurro della parte laterale. Gli inserti che vedete in legno sono in realtà di legno fossile che ha la particolarità di non subire le intemperie pur essendo esposto all’esterno. Ogni tanto lo si rifinisce con una verniciatura particolare che lo va a rinforzare ulteriormente.

Dentro colpisce questa pelle di cuoio, molto caratteristica.

L’interno ha questo cuoio in due tonalità, c’è l’Alcantara e l’impuntura azzurra che è il colore di una parte di carrozzeria. Anche l’intreccio in materiale naturale che rifinisce i sedili offre il vantaggio di rimanere fresco d’estate e accogliente d’inverno. Volante e pomello del cambio, come il tunnel centrale, sono in legno di palissandro con un colore più scuro per riprendere la tonalità del legno fossile che dicevamo prima.

Altre curiosità da “dietro le quinte”?

Assolutamente sì, questa è la macchina numero di telaio 503, ovvero la terza 500 uscita dallo stabilimento Fiat nel 2007. Io l’ho aggiornata, per gusto personale, con i fanali dell’ultima versione. Mi piace ricordare che è stata un po’ la macchina laboratorio che ha consentito lo sviluppo di altre versioni della 500, visto che grazie alla giardinetta conoscevamo già come operare attorno al telaio del cinquino. I fari posteriori sono invece dello stesso produttore di chi li fabbrica per Lamborghini, sono a LED ma molto tradizionali e allo stesso tempo trasversali. Mi sono piaciuti perché, come accadeva negli anni ’50, sono fanali che potevi trovare sulla Ferrari e allo stesso tempo sull’utilitaria dell’epoca. Lo scarico è invece un doppio scarico con terminali d’acciaio che li fa per Jaguar e altre famose Casa automobilistiche.

È stato necessario un nuovo collaudo per ottenere l’omologazione?

Sì la motorizzazione ha richiesto dei nuovi test in fase di immatricolazione come quelli di rigidità e di flessione che vengono simulati con programmi appositi. Ci sono stati poi test di frenata, di rumorosità, nel complesso una trentina.

Questo esemplare è unico e, se no, quanti ne esistono?

Ce ne sono in giro fra i venti e i trenta esemplari, ma questa che vedete è davvero unica per il motivo che vi ho raccontato. Con Fiat c’è un buon rapporto e con loro creiamo molte vetture da mare e la 500 è uno splendido amarcord che ben si presta al “compito”.

Quando arriverà la 500 elettrica, come annunciata da Marchionne per il 2020, voi sarete pronti alla svolta?

Sicuramente avremo un telaio completamente rinnovato ma ho già seguito varie trasformazioni di chi vuole, ad esempio, elettrificare la Vespa o la stessa 500 d’epoca visto che la tecnologia after market c’è già. Di 500 elettriche vecchio tipo ce ne sono parecchie in giro, questo per dire che ciò che rimane della macchina alla fine, negli anni, è lo stile, più che la meccanica. Poco importa, secondo me, quanta elettronica o motore termico o elettrico ci sia dentro. Il problema di un’auto elettrica è il software che ottimizzi l’autonomia, a me le auto elettriche piacciono perché trovo sia bellissimo muoversi nel silenzio. Per esperienza personale, viaggiare su una 500 Spiaggetta Castagna è come viaggiare su una barca a vela, stupendo.  

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