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Prova su strada: Citroen C1 restyling m.y. 2012

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Per un appassionato di auto, non c’è modo migliore di iniziare la giornata del mettere in moto un motore ruggente. Tuttavia, con i prezzi della benzina alle stelle, anche un piccolo aumento delle accise sui carburanti può far svanire in un soffio l’euforia del mattino. Così, se non si può certo dire che le chiavi della Citroen C1 fossero le più contese durante i weekend, è altrettanto vero che, per le piccole commissioni giornaliere e gli spostamenti cittadini, nessun’altra auto in Redazione si è dimostrata più pratica e risparmiosa.

Un successo in rosa:

Sviluppata e prodotta (a Kolin, Repubblica Ceca) dal Gruppo Peugeot-Citroen, in collaborazione con Toyota, la piccola di casa Citroen, fin dal lancio commerciale al Salone dell’Auto di Ginevra del 2005, è stata in grado di accattivarsi le simpatie di un pubblico (prevalentemente femminile) interessato all’acquisto di un’auto di piccola cilindrata (998 cc), dall’ingombro contenuto (meno di 3,5 m di lunghezza), parca nei consumi (soli 4,3 l/100 km nel ciclo misto) e nelle emissioni (99 g/km di CO2).

Così, sull’onda del successo di vendite che ha accompagnato anche il suo primo restyling del 2008 (quasi 630.000 gli esemplari prodotti su scala mondiale), la C1 si rifà nuovamente il trucco, per attrarre un pubblico giovane e restare al passo con i tempi. A beneficiare maggiormente dell’aggiornamento m.y. 2012 il frontale, con un nuovo paraurti anteriore dalle linee più dinamiche e un cofano motore di dimensioni ridotte. A questi si aggiungono i fari diurni a LED, presi in prestito dalla sorella maggiore DS3: la vera novità glamour. Il retro conserva la particolarità del lunotto in vetro apribile, comodo punto d’accesso al bagagliaio (a patto che non si debbano caricare oggetti particolarmente pesanti o ingombranti).

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All’interno la C1 ha un aspetto simpatico: il colore della carrozzeria penetra nella parte interna delle portiere, creando zone di contrasto con le plastiche nere del resto dell’abitacolo. I sedili in pelle e alcantara, optional, colpiscono per l’ottima fattura e il buon contenimento che sanno offrire. Bella la nuova leva del cambio manuale a 5 marce, così come il disegno della strumentazione: con il tachimetro subito alle spalle della corona del volante e il contagiri più in alto, collegato alla plancia da un piccolo braccetto reclinabile.

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Piacevole alla vista, e alla guida:

La sensazione di brio che la C1 trasmette alla vista, è confermata una volta alla guida. Nonostante l’assenza della regolazione in profondità del volante, è facile trovare la propria posizione ideale: con comandi ben collocati, che mettono da subito a proprio agio. Girata la chiave d’accensione, il sound metallico del tre cilindri da 68 CV e 93 Nm è in grado di strappare un sorriso anche ai più distratti: entra piacevolmente nell’abitacolo già alle basse andature, contribuendo a dare un po’ di carattere alla francesina. Gli innesti del cambio sono morbidi e abbastanza precisi; solo la corsa della leva è un po’ lunga.

La città è il suo habitat ideale: le dimensioni ridotte le permettono di muoversi in totale agilità e sicurezza e, quando arriva il momento di fermarsi, l’ampia superficie vetrata facilita non poco le manovre di parcheggio. Nella versione a 5 porte, le dimensioni contenute del bagagliaio (139 litri) vengono compensate dalla praticità d’utilizzo dei sedili posteriori: validi alleati nell’aumentare la capacità di carico della C1. Il tutto coronato da consumi davvero contenuti: anche nel ciclo urbano, infatti, è difficile superare quota 5 l/100 km.

Sulle strade extraurbane, poi, la C1 non è certo a disagio: grazie al peso piuma di 850 kg, il piccolo propulsore riesce a trovare lo spunto per qualche sorpasso e, grazie all’ABS di serie, alla frenata assistita e alla possibilità di estendere fino a 6 il numero degli airbag, anche la sicurezza è garantita. Rimane un optional l’ESP: per averlo bisogna spendere 435 Euro.

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Allestimenti e prezzi:

Tre i livelli di allestimento disponibili, sia per la 3 sia per la 5 porte (quest’ultima proposta a 350 Euro in più): Attraction (3p da 9.450€), Seduction (11.450€) ed Exclusive (12.050€). C’è poi l’edizione speciale per festeggiare i trent’anni di radio Deejay, offerta a 11.650€ (sì, la radio si può sintonizzare anche sulle frequenze della concorrenza). Ricca la dotazione della versione Exclusive: l’unica a disporre di serie del nuovo sistema Audio-CD, che propone un frontalino più integrato allo stile del cruscotto e tante novità funzionali (dalla lettura del formato MP3 al Bluetooth, oltre a quelle di Aux-in via USB e Jack).

Un restyling 2012, in conclusione, servito ad aggiornare il progetto C1 senza stravolgerne gli ingredienti di base. Ingredienti di una vettura che sembra quasi sfuggire alla concorrenza (se si esclude quella interna di Peugeot 107 e Toyota Aygo): le sue dimensioni contenute, infatti, associate a un motore che per cilindrata e architettura sembra più adatto a una moto che a una macchina, fanno sì che la piccola parigina trovi il suo raggio d’azione nello spazio che intercorre tra l’offerta Smart fortwo e le tante quattro cilindri che affollano il Segmento A. Così, se rispetto alla prima può vantare quattro comodi posti, rispetto alle altre si fregia di una maneggevolezza ed economicità davvero invidiabili. A suo discapito il non essere percepita come vettura glamour/status symbol, come accade per Smart, e la minore versatilità nell’utilizzo extraurbano (sia in termini di capacità di carico che di abitabilità e prestazioni) rispetto a vetture della sua stessa fascia di prezzo ma di dimensioni leggermente superiori.

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Photo by Alex Galli

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