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Dopo Volkswagen e Audi, anche Porsche coinvolta nello scandalo dieselgate

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Nubi a non finire per il Colosso tedesco. Tutto iniziò con Volkswagen e il noto scandalo dieselgate e le successive multe che fu costretta a pagare a causa dei software truccati, più recentemente anche Audi è stata colta con le mani nella marmellata e ora sembrerebbe che anche Porsche, dal 2012 sotto il controllo della Casa di Wolfsburg, non sia stata da meno.

I modelli interessati sarebbero i Cayenne e i Macan diesel nei quali l’autorità tedesca che ha avviato l’indagine avrebbe scoperto alcuni software installati per falsificare i dati sulle emissioni inquinanti, sulla falsariga di quanto fatto dalle altre due case automobilistiche tedesche.

Il brand di lusso del gruppo Volkswagen sembra quindi essere, è proprio il caso di dirlo, la ciliegina sulla torta della vicenda che sembra voler non finire mai. Intanto, a conferma della notizia, Porsche ha avviato il richiamo di 60.000 unità di Cayenne e Macan, quelli finiti al centro dello scandalo.

Nel mirino ci sarebbero, più nello specifico, il V8 4,2 della Cayenne e il V6 3.0 della Cayenne, motori dalle alte prestazioni ma, senza dubbio, dalle altissime emissioni nocive, seppur conformi, sulla carta, alle normative Euro 6.

La notizia è passata in sordina già ad aprile un dirigente Porsche venne arrestato dalla polizia nell’ambito delle indagini già avviate due mesi prima. Ora la notizia è esplosa e gli strascichi potrebbero davvero mettere la parola fine sul motore diesel all’interno del quartier generale delle tre case per ora coinvolte.

Se Volkswagen e Audi hanno già virato verso l’elettrico annunciando l’arrivo di modelli completamente green, Porsche si è fatta trovare imprerarata. Per ora sappiamo che arriverà la Mission E, ovvero la vettura che potrebbe rappresentare il primo gradino verso un futuro più pulito anche per la Casa di Zuffenhausen.

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