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Test – Hyundai Santa Fe

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Che il 3 fosse il numero perfetto è una diceria che si tramanda da troppo tempo per essere smentita, fatto sta che, con l’arrivo della terza generazione della Santa Fe, Hyundai ha ulteriormente affilato le sue armi.

Design elegante ma aggressivo
I designer di questa terza generazione si sono ispirati alle forme create dalla natura poco prima di una tempesta, sviluppando un particolare concept creativo che prende il nome di “Storm Edge”. Con la nuova Santa Fe il linguaggio stilistico “Fluidic Sculpture”, adottato prima su ix35 e poi su ix20 e sul resto della gamma, è stato leggermente reinterpretato ed ora spicca la caratteristica griglia esagonale contornata da una cromatura di colore scuro. Il sottoscocca conserva un’abbondante distanza dal suolo ed insieme al paracolpi frontale cromato grigio, migliora l’aerodinamica garantendo anche protezione dal terreno. Aumentata in lunghezza, abbassata e resa più ampia internamente rispetto alle precedenti versioni – pur mantenendo lo stesso passo da 2700 mm – la nuova Santa Fe si presenta con un’immagine decisamente più marcata. L’estetica si completa con le finiture cromate e brunite dei cerchi in lega da 19 pollici, al debutto sulla Santa Fe che lateralmente è solcata da linee che si sviluppano dai passaruota anteriori fino al bagagliaio, determinando la posizione delle maniglie anteriori e posteriori ed estendendosi fino al bordo superiore dei gruppi ottici. Il lunotto posteriore è sormontato da uno spoiler, il doppio scarico gemellato e la griglia esagonale frontale a margine del paraurti aggiungono poi il tocco sportivo finale.

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I passi avanti rispetto alla precedente generazione si trovano anche all’interno dove lo spazio per le gambe nei sedili posteriori è stato esteso di 45 mm, mentre un ampio tetto apribile panoramico inonda l’abitacolo di luce naturale. Per poter caricare tutti i vostri bagagli la Santa Fe offre ora 534 litri con i cinque sedili rialzati, in aggiunta ai 51 del vano collocato sotto al bagagliaio. A non sfigurare è anche la dotazione di serie a partire dalla versione Classic che prevede ABS, ESP, VSM, DBC (controllo della velocità in discesa), ESS, HAC, 7 airbag (incluso quello per le ginocchia del guidatore), cerchi in lega, dispositivo “Flex Steer”, climatizzatore manuale, cruise control, volante multifunzione con i comandi dell’impianto radio/CD, presa Aux/USB, supporto lombare elettrico per i sedili anteriori, sedili posteriori abbattibili 40-20-40 e regolabili (sia nell’inclinazione che nella posizione della seduta), luci di posizione a LED, indicatori di direzione integrati nello specchietto esterno (riscaldato) e vano organizzato sotto il piano di carico. Salendo negli allestimenti, la vettura beneficia anche di cerchi da 18″, sensori di parcheggio, pioggia e luminosità, Bluetooth con riconoscimento vocale, barre porta tutto e freno di stazionamento elettrico. Nella versione 7 posti poi, la seconda fila di sedili si alza e si abbassa con un gesto, grazie al controllo one-touch, permettendo ai passeggeri di accedere rapidamente alla terza fila opzionale di sedili. Alla dotazione dei tre allestimenti in gamma (Classic, Comfort e Style), nelle differenti versioni 2 e 4WD, con cambio automatico e manuale, possono essere aggiunti cerchi da 19″ (bruniti o cromati a scelta dell’acquirente, in due differenti look), smart key d’accensione, cruscotto TFT con LCD ad alta leggibilità, luci di cortesia integrate negli specchietti laterali per illuminare il suolo attiguo alla vettura, vetri oscurati e tendine parasole per mantenere la privacy, sedili posteriori riscaldabili, e fari allo xeno auto adattivi. L’ulteriore tocco di classe è conferito da navigatore con impianto audio potenziato e retrocamera integrata con display TFT da 7″ e sedili rivestiti in pelle, con quello del guidatore regolabile elettricamente. A completare il quadro i materiali scelti per i vari rivestimenti interni non deludono, tutti piacevoli al tatto ed in prevalenza morbidi. L’ambiente che si crea è un giusto mix tra eleganza e sportività, davvero piacevole.

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Massa importante, ma motore potente
Dopo aver finito di tediarci leggendo la sterminata lista di accessori presenti, decidiamo finalmente di metterci in marcia e scoprire se oltre l’apparenza ci sia dell’altro. La prima cosa che colpisce è sicuramente il confort generale, realizzato con un buon assorbimento delle asperità stradali ed un piacevole isolamento acustico. Nulla sembra poter turbare la quiete presente nell’abitacolo e quando ci si trova in mezzo al traffico, questa è cosa decisamente apprezzabile. La Santa Fe non è però uno di quei SUV che fanno venire il mal di mare agli occupanti, i movimenti del corpo vettura sono infatti limitati da una taratura relativamente rigida delle sospensioni. Forzando un po’ l’andatura ovviamente le risposte risultano leggermente vaghe, ma del resto dato il tipo di vettura è più che normale. Come da recente tradizione di casa Hyundai, anche in questo caso il carico applicato sul volante può essere regolato su tre livelli diversi con un tasto posto sulle razze dello stesso. Quello che maggiormente ci ha stupiti è comunque l’accoppiata tra propulsore e cambio automatico, l’uno potente quanto basta e l’altro reattivo ma dolce nel funzionamento. L’unita diesel da noi provata è il 2.2 CRDi che forte di 197 CV a 3.800 giri/min e 436 Nm (421 Nm con cambio manuale) tra 1.800 e 2.500 giri/min, spinge senza grossi problemi i circa 2.000 Kg a vuoto della vettura. I prezzi partono da 27.600 € per la 2.4 GDI 2WD Classic per arrivare ai 41.100 € per la 2.2 CRDi 4WD Style. Prezzi decisamente competitivi considerati gli accessori e la qualità raggiunta, tanto che molti costruttori europei dovrebbero iniziare a guardarsi le spalle.

Foto by Mitsubishi

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