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Jeep Renegade 1.0 T3 Limited | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

Nel 2018 Jeep ha venduto qualcosa come 41.960 Renegade in Italia, tanto da renderla la quinta auto più venduta sul nostro mercato nell’anno passato. Risultati che, a scanso di equivoci, confermano la bontà di un progetto nato nel 2014 per precisa volontà di Jeep, e con lei di FCA, di proporre una valida scelta in quello che, da allora, si è sviluppato e poi confermato come uno dei segmenti più richiesti sul mercato: si parla di crossover, o di B-SUV se preferite, i più amati dal pubblico.

Nel corso dell’estate 2018 è arrivato il restyling che, oltre a una rinfrescata nel design, con il debutto dei LED e non solo, ha portato sotto il cofano l’inedito tre cilindri benzina 1.0 da 120 CV, segno della moda del downsizing che ha contagiato anche Jeep con il suo modello di punta, motore che ha subito attratto la nostra curiosità.

Senza dimenticare che la Renegade, con i giusti attributi, cioè la trazione 4×4, ci sa andare eccome, è ora di concentrarci sulla Jeep Renegade 1.0 T3 per scoprire tutte le sue novità e come si comporta su strada e in città.

Design: cambia la firma luminosa e l’abitacolo è sempre più accogliente

Come rendere ancora più attraente un modello che già piace, e non poco? In Jeep sono intervenuti sui quei dettagli in grado di fare la differenza senza snaturare un look che è marcatamente Jeep, grazie alle sue forme squadrate e ai tratti inconfondibili che ricordano, nonostante gli anni che passano, la mitica Willis. Se la calandra con le classiche sette feritoie è sempre una conferma, la novità, molto scenografica, è la firma luminosa a LED, compresa nel LED Pack (900 euro), che interessa ovviamente sia il lato A sia il lato B.

Jeep Renegade 1.0
Il design circolare dei LED cambia aspetto al restyling di Renegade

Peccato, però, che questa novità venga proposta solo sugli allestimenti superiori (Limited e Trailhawk). Insomma, chi si accontenta degli allestimenti minori, o per motivi economici non può fare altrimenti, dovrà fare i conti con la mancanza di quella che è una delle grandi novità estetiche del MY19.

Le dimensioni del modello, che rimangono immutate rispetto a prima (4,24 metri di lunghezza, 1,67 di altezza e 1,80 di larghezza), rappresentano un altro punto di forza per muoversi in città, nonostante, da fuori, la Renegade possa sembrare più voluminosa, quasi più ingombrante.

Niente di così grave a ben pensarci. Sulla versione da noi provata, la Limited, caratterizzata dalla colorazione Jetset Blue (700 euro), di serie vengono proposti i cerchi da 17” mentre sull’esemplare in prova sono presenti i cerchi da 19”, al debutto, anche questi proposti al sovrapprezzo di 800 euro.

Renegade 1.0
Debutto per i cerchi da 19″, graficamente gradevoli, sulla Jeep Renegade

La Renegade rinnovata non è, però, solo presenza scenica, e ci mancherebbe. Il suo abitacolo è grande, accogliente e denota subito una buona cura dei dettagli. La posizione di guida è ovviamente alta ma volante e pedaliera sono posizionati al punto giusto, è facile quindi trovare la posizione di guida corretta. Il volante è in ogni caso regolabile in altezza e profondità, nel caso in cui la vostra statura possa creare qualche problema. Della Renegade 1.0 mi è poi piaciuta la quantità di tasti presenti sul volante, rivestito in pelle, sempre molto utili.

Di scuola FCA, continuano a convincere i due selettori presenti dietro le razze del volante, i quali permettono di modificare il volume o le stazioni radio (la DAB è di serie sull’allestimento Limited da noi provato). Dietro il volante, lo schermo TFT da 7” si distingue per la sua qualità e per la quantità di informazioni richiamabili, le quali vanno dai semplici consumi istantanei o di media, sui quali tornerò a breve, alle indicazioni del navigatore e molto altro, tutto al posto giusto e comodo alla vista.

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Rivisto in parte, l’abitacolo di Renegade offre spazio e comfort per quattro passeggeri

La piccola di casa Jeep ha poi ricevuto una rinfrescata al sistema di infotainment con l’ultima generazione del sempre affidabile, e pratico, Uconnect, presente sull’esemplare da noi provato con lo schermo 8,4” NAV (di serie sulla Limited è da 7”, il surplus si paga 1.700 euro e porta la navigazione GPS e l’impianto audio Beats a 9 altoparlanti). Di serie ci sono invece, novità del Model Year 2019, Apple CarPlay e Android Auto. Per chiudere con gli interi, la selleria in Pelle Black costa 1.300 euro ed è apprezzabile per la qualità dei materiali e per il confort di seduta, oltre per la facilità con la quale si può pulire.

Se davanti, vicino al cambio, è comparsa un pratico vano porta smartphone, stretto e lungo, dietro lo spazio è sufficiente ma non eccessivo per i passeggeri del divanetto, specie se conducente e chi siede a fianco eccedono con i centimetri. Nella media del suo segmento la capacità del bagagliao, 351 litri che diventano 1.297 con la seconda fila abbattuta.

Alla guida della Jeep Renegade 1.0 T3 120 CV: bel brio dal tre cilindri

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Il tre cilindri dona il brio che mancava per la gamma benzina di Renegade

Saliti a bordo della Renegade si rimane sempre un po’ interdetti, nulla di preoccupante vi avviso. Il mio dubbio riguarda la sensazione di trovarsi a bordo di un vero e proprio fuoristrada, perché il DNA Jeep è quello lì, o di una vettura pensata per la città che, grazie al suo aspetto, vuole fare il SUV della situazione, restituendo quello che il cliente cerca, ovvero la seduta alta, la sensazione di dominio sulla strada ecc.

Bene, nel caso della Renegade 1.0 T3 Limited, la scelta propende decisamente verso questa seconda impressione, essendo innanzitutto un motore pensato per dare il meglio in basso, grazie ai suoi 120 CV e alla coppia di 190 Nm già a 1.750 giri, e un po’ per la presenza dei scenografici cerchi da 19” che, pur essendo tanto belli da guardare, suggeriscono di rimanere con i piedi, e le gomme, sull’asfalto.

Si parla quindi del classico crossover spazioso, ma capace di restituire sensazioni di guida positive, proprio grazie all’introduzione del nuovo motore, figlio della moda del downsizing, ma adatto a muovere i circa 1.300 chilogrammi della vettura.  Ammortizzatori e sospensioni lavorano bene nel contenere i movimenti del telaio, pur avvertendo un certo rollio a velocità più sostenute, mentre è apprezzabile la vivacità del tre cilindri che non delude in termini di ripresa e accelerazione (lo 0-100 km/h viene coperto in 11,2 secondi). Laddove il precedente 1.6 4 cilindri, aspirato, deludeva le aspettative in fatto di ripresa, il nuovo 1.0 turbo si fa trovare pronto all’occorrenza, mostrando dosi di agilità che rappresentano un mondo nuovo anche per Jeep. Ricordiamo che la famiglia dei nuovi turbo benzina comprende il già citato 1.0 T3 e il 1.3 T4 con potenze di 150 e 180 CV, quest’ultimo anche con trazione integrale e, per entrambi, la possibilità di scegliere l’automatico DDCT.

Brioso sì, ma assetato: il tre cilindri non consuma poco

Tornando alla Renegade 1.0, non convincono al 100% i consumi: pur adottando una guida accorta, a fine prova l’indicatore sullo schermo non è mai andato oltre i 13/14 km/l. I 5,9-6,1 l/100 km non sono così vicini e, sicuramente, va a incidere su questo dato la sezione frontale dell’auto, poco aerodinamica, specie al crescere delle velocità. In ogni caso, anche a livello di consumi, questo propulsore, rappresenta uno step evolutivo rispetto alla scorsa unità turbo.

A questo nuovo motore bisogna però dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscergli, quindi, un buon carattere. Al debutto della Renegade sul mercato, in pochi avrebbero scommesso sull’arrivo di un tre cilindri su un modello Jeep, invece il mercato sta rispondendo bene e la scelta di FCA è stata premiata. C’è poi sempre la gamma Diesel (Multijet) per chi necessità di percorrenze maggiori a fronte di consumi più contenuti. Da segnalare, invece, i fastidiosi fruscii aerodinamici, specie in autostrada, dovuti alle forme della carrozzeria e, non di meno, dalla grossa dimensione delle calotte dei retrovisori, mentre il propulsore in sé non è così rumoroso mentre risulta un po’ invadente lo Start&Stop, proposto di serie.

Altro da segnalare? I sensori di parcheggio a volte sono un po’ rumorosamente invadenti, ma regolabili, mentre è molto buona la qualità della retrocamera, in optional, con il Parking Pack, a 900 euro. Sul fronte della sicurezza sono di serie l’Advanced Brake Assist, che vi avvisa con un forte allarme sonoro nel caso in cui la distanza tra voi e l’ostacolo sia troppo ridotta, intervenendo sui freni, l’Adaptive Cruise Control (sull’allestimento Limited), l’Intelligent Speed Assist dotato di Traffic sign recognition e Il Lane Departure Warning (sullo schermo TFT la sagoma di una Renegade diventa verde se state linee o gialla se le oltrepassate). A pagamento (300 euro), Blind-Spot Monitoring e Rear Cross Path detection: il primo vi avvisa se sopraggiunge una vettura in fase di sorpasso grazie all’accensione di un sensore nel retrovisore, il sensore vi aiuta, in fase di manovra in retromarcia, avvisandovi dell’arrivo di un veicolo.

Sulla Renegade 1.0, essendoci la sola trazione anteriore, non sono presenti i sistemi Jeep Active Drive e Drive Low, protagonisti invece sulla Trailhawk e sulle versioni dotate di trazione integrale.

Prezzi e concorrenti

Con l’arrivo del restyling a metà del 2018, si è rinnovata la gamma della nuova Renegade, ora offerta negli allestimenti Sport, Longitude, Business e Limited, quest’ultimo oggetto della nostra prova. C’è poi la Trailhawk, dedicata ai veri Jeepers amanti dell’avventura, ma a lei ci penseremo in una prova dedicata presto su questi schermi.

Il prezzo di Renegade 2019 parte da 22.400 per la entry level con la stessa motorizzazione da noi provata, il 1.0 T3 da 120 CV. Nell’allestimento Limited, i prezzi chiavi in mano partono da 25.000 euro. Ricordiamo che questa motorizzazione propone la sola trazione anteriore e l’ottimo cambio manuale a sei rapporti.

La vettura da noi provata, con gli optional di cui sopra, pur partendo da una dotazione molto buona che, purtroppo, non comprende ad esempio le luci e i fendinebbia a LED, viene 31.700 euro. A parte alcuni optional, come il tetto apribile, o i tanti accessori Mopar proposti per lei e per il resto della gamma Jeep, questo prezzo rappresenta il massimo che si può chiedere alla Renegade di nuova fattura, sempre escludendo la Trailhawk che rappresenta un caso a parte.

Volendo analizzare le sue concorrenti, visto che stiamo parlando di una pura trazione anteriore, basta guardare a “casa sua” per vedere la cugina 500X, con la quale condivide la piattaforma, darle fastidio per il ruolo di regina del segmento B-SUV. Di altri crossover non ne sentiamo necessariamente la mancanza, vista la moda che si è creata negli ultimi anni. Renegade, però, continua a tenere duro e il futuro ibrido è dietro l’angolo. A Ginevra abbiamo appena conosciuto la Renegade 4x4e, versione ibrida plug-in che vedremo, però, non prima del 2020.

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