in

Mercedes-Benz 190 E 2.3-16: a 30 anni dai record di Nardò

Tempo di lettura: 3 minuti

Nardò, Puglia – Mercedes-Benz festeggia i trent’anni della sua Classe C ma, dieci anni prima che una delle berline più famose del mondo prendesse effettivamente tale denominazione, la 190 E 2.3-16 è stata la star del 1983, suo anno di nascita.

Tra l’11 e il 21 agosto, registra diversi record mondiali sul circuito ad alta velocità di Nardò: in sole 201 ore, 39 minuti e 43 secondi percorre una distanza di 50.000 chilometri, toccando l’incredibile velocità media di quasi 250 km/h.

Oltre a questa impresa, stabilisce altri due record mondiali sulla distanza di 25.000 km e nove primati di categoria. Per la vettura e soprattutto per il motore quattro valvole, novità assoluta per l’epoca, si tratta di un’inequivocabile prova di affidabilità su distanze estremamente lunghe.
A Nardò sono stati utilizzati in tutto tre esemplari identici (distinguibili dai tre colori dei fanali: rosso, verde, bianco) della variante sportiva di Mercedes-Benz 190 (W 201), presentata per la prima volta al pubblico quattro settimane più tardi allo IAA del 1983. Le specifiche tecniche e l’aspetto esteriore delle vetture impiegate a Nardò corrispondono in tutto e per tutto a quelle della prevista versione di serie.

I tre record assoluti su 25.000 chilometri, 25.000 miglia e 50.000 chilometri e gli altri nove primati internazionali nella categoria A (automobili) gruppo I (motori a benzina) nella classe 2000-3000 cm³ di cilindrata sono registrati sul circuito di collaudo di 12,6 chilometri di Nardò. Le temperature diurne esterne di 40° C e oltre 50° C all’interno della vettura rappresentano un’ulteriore sollecitazione per pilota e mezzo, ma nel corso della prova a pieno carico durata quasi nove giorni, il nuovo quattro cilindri 2.3 non mostra segni di cedimento, né problemi.

Unitamente ad accorgimenti volti a migliorare l’aerodinamica della vettura, la potenza di 136 kW (185 CV) è stata sufficiente per raggiungere velocità massime di circa 260 km/h, circa 30 km/h in più della versione di serie. Considerando il fatto che il bolide ha viaggiato quasi sempre alla velocità massima con regime intorno ai 6000 giri/min, il consumo di carburante di poco più di 22 litri per 100 chilometri è stato un risultato particolarmente ridotto.

Il tacco dello stivale non è un territorio sconosciuto per il team di piloti e gli uomini ai box del reparto collaudi Mercedes-Benz. Prima di poter essere prodotti in serie, tutti i nuovi modelli devono superare una numerosa serie di test impegnativi, di cui è teatro anche la pista pugliese. Nel 1976, 1978 e 1979, a Nardò si registrano dieci record mondiali sulla distanza e due sul tempo con varie versioni diesel e benzina C 111.

Le modifiche delle vetture da record

Per avere in qualsiasi momento informazioni su numero dei giri effettuati, percorso coperto o velocità media indipendentemente del cronometraggio ufficiale, le tre vetture sono state dotate di trasmettitori di riconoscimento con diverse frequenze e luci di vari colori che, di giorno e di notte, che hanno assicurato l’identificazione univoca dei mezzi e la valutazione affidabile dei tempi di transito, rilevati grazie a una doppia barriera fotoelettrica.

Il quattro cilindri 2.3 M 102 con due alberi a camme in testa e 16 valvole ha sì una potenza di 136 kW (185 CV), prevista anche per la versione di serie, ma impianto di iniezione ed accensione sono stati adattati alle particolari condizioni d’impiego (marcia con carico e numero di giri elevati e costanti). Anche il radiatore corrispondeva a quello della vettura di serie, se non fosse per l’assenza della ventola.
Per evitare che complici le temperature notturne più basse, quella di esercizio del motore si abbassi, è stato montato un parzializzatore con cui il radiatore può essere coperto fino a due terzi partendo dal sedile lato guida. In questo modo si riduce ulteriormente la resistenza aerodinamica. La mascherina del radiatore è coperta da una griglia di protezione dagli insetti (di rapida sostituzione) per prevenire efficacemente l’ostruzione delle prese d’aria. Durante il giorno coperchietti in plastica amovibili proteggono i fari da imbrattamenti causati da insetti o danni.

Frizione e cambio manuale a cinque marce sono gli stessi della versione di serie. Al contrario è installato solo uno sterzo meccanico. Il circuito circolare sopraelevato viene percorso pressoché senza che intervengano forze laterali (quindi, in pratica sempre “in rettilineo”). Per questo non è necessaria la servoassistenza motore prevista.
Oltre al semplice collaudo dei materiali, il gruppo di ricerca di Berlino della Daimler-Benz AG dell’epoca impiega i test sulla lunga distanza per studi di idoneità psicologica alla guida. E così è possibile ricavare per la prima volta informazioni e, quindi, risultati significativi in merito all’affaticamento del guidatore in presenza di specifiche condizioni.

Dati tecnici: Mercedes-Benz 190 E 2.3-16 (1983 al 1988)

Motore: a benzina quattro cilindri con 4 valvole per cilindro
Cilindrata: 2.299 cm3
Potenza: 136 kW (185 CV)
Velocità massima: 230 km/h (versione ECE), a partire da settembre 1985: 225 km/h (con catalizzatore 220 km/h)
Accelerazione 0-100 km/h: 7,5 secondi (versione ECE), a partire da settembre 1985: 8,2 secondi (con catalizzatore 8,5 secondi)

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

Nuova MINI: in viaggio 3 giorni, 3 paesi, 3 città

by VW Motorsport

WRC – rally Wales 2013: ancora Ogier