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Non solo elettriche dalla Cina: ecco la Hongqi H6 con il suo motore

Tempo di lettura: 3 minuti

Controcorrente arriva da lontano, un po’ come un salmone, la Hongqi H6, una berlina cinese da 4.9 m che non è mossa da batterie collegate a motori che non vibrano e non suonano (e spesso non emozionano), bensì da un motore turbo benzina potente quanto basta per scappare ad un eventuale superbollo. Il razionale 2.0 l quattro cilindri (unica scelta disponibile) eroga 248 CV e 380 Nm di coppia ed è abbinato ad un cambio automatico ad 8 rapporti. I numeri non saranno da capogiro, ma l’auto pesa comunque meno di molte competitors, decisamente meno: l’ago della bilancia si ferma a 1665 kg secchi.

Per fine mese la Hongqi S9 arriverà nelle concessionarie cinesi per poi debuttare, nel corso del 2023, sul mercato globale (includendo anche quello europeo e partendo dalla Scandinavia, dove parte della gamma è già presente), ma non sarà la prima del marchio ad arrivare in Italia: c’è anche l’hypercar ibrida da 1.400 CV e 2 milioni di euro Hongqi S9 (e uno dei 400 esemplari ha già toccato il suolo della Motor Valley per la presentazione ufficiale, regalando anche un bel momento di gloria per i tanti italiani che hanno contribuito al progetto).

Hongqi H6: estetica dirompente

Come ogni auto pensata per il mercato dell’estremo oriente, l’estetica è distante dai canoni europei, da cui comunque i produttori di berline del vecchio continente si allontanano talvolta. Quasi paradossalmente l’H6 è una delle poche Hongqi a non assomigliare parecchio ad una BMW Serie 7 o una X7 (soprattutto per i gruppi ottici) con la griglia di una Rolls Royce, seppur qualche segno distintivo tedesco si nota anche tra i suoi lineamenti (come per la HS5 con il profilo dei fari dell’Audi o l’H5 con il frontale da Mercedes).

Passando all’oggettività dei numeri si può collocare la Hongqi H6 nel pieno del segmento E, quello della BMW Serie 5 e della Classe E per intenderci: la lunghezza arriva a 4.9 m, di cui ben 2.9 sono di passo (non male per un’auto di rappresentanza, soprattutto considerando che è mossa da una cinematica tradizionale), l’altezza è di 1.4 m, mentre la larghezza è poco inferiore alla media: 1.8 m. La linea è filante, quasi da coupé, e il dinamismo è accentuato dal disegno arzigogolato dei cerchi. Il posteriore sposa un razionale ed elegante minimalismo con il faro sdoppiato e la linea luminosa che congiunge le due estremità laterali della vettura, mentre il frontale è scolpito. Qui l’eleganza del gruppo ottico full led sottile ma non troppo viene frantumata dalla griglia anteriore monolitica, la cui imponenza è risaltata da ampie zone cromate che proseguono fino alle minigonne (quasi come accade sui camion).

Hongqi H6: interni avveniristici

Il costruttore cinese sa che carte giocare per sfidare gli europei: la tecnologia. La dimostrazione sono proprio gli interni della Hongqi H6 (dove comunque si percepisce ancora una volta l’influenza tedesca, questa volta delle berline Mercedes). Il protagonista è l’enorme display centrale per l’infotelematica che parte dal tunnel centrale per raggiungere l’apice della plancia, fermandosi solo sotto alle bocchette per la climatizzazione. Sul lato destro la sovrapposizione dei materiali colorati a contrasto fa scena senza sfociare nell’eccesso, mentre a sinistra il volante sagomato sfoggia un disegno quasi da concept car, trovando un perfetto equilibrio tra eleganza e sportività.

Contrasta con il drama variopinto della plancia il tunnel centrale in piano black o legno lucidato ospitante un vano portaoggetti orientato per il lungo e la leva del cambio (insieme ad una plancetta per i comandi più utili da trovare nell’immediato che ricorda, ancora una volta, lo schema delle Mercedes). Con tutta questa tecnologia non possono certo mancare i sistemi di ausilio alla guida di secondo livello.

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