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Addio alla gamma Renault Sport: i modelli che hanno segnato un’epoca

Tempo di lettura: 3 minuti

Correva l’anno 1976 quando Renault decise di chiudere la fabbrica Alpine di Dieppe e di accorparla alla divisione sportiva della “Losanga”. Ebbe modo di nascere così la divisione Renault Sport, con sede a Viry-Chatillon, ex stabilimento dove operava Gordini. Questa storia è durata 46 anni, poiché dai primi giorni del 2022, Renault Sport ha chiuso i battenti dopo aver recitato un ruolo da protagonista nelle competizioni e sul mercato, con modelli che sono tati più che iconici. Il futuro è elettrico, anche per il brand sportivo da sempre legato a modelli benzina ad alte prestazioni.

Il debutto nel ’95 con la Renault Sport Spider

L’esordio fu nel mondo del motorsport con la creazione di una scuderia dedicata capace di mietere successi nel WRC ed esordendo in Formula 1. Il debutto su strada risale invece agli anni ’90, precisamente nel 1995, quando venne presentata la Renault Sport Spider, una biposto realizzata con materiali compositi, equipaggiata col 2.0 aspirato F7R 700 della Clio Williams da 150 CV, capace di scattare da 0 a 100 in 6.5 secondi.

1997, la Clio 2 Renault Sport 172

Molti l’hanno sempre chiamata semplicemente “172”, ma il suo nome completo è Clio 2 Renault Sport 172. L’automobile era di poco differente dalla classica Clio, dalla quale si distingueva per i cerchi OZ F1 ed un leggero body kit. Sotto al cofano rombava un 2 litri F4R 16V con iniezione multipoint e 172 CV di potenza creato ad hoc con evoluzioni aspirate e turbo, montato su tutte le successive generazioni di Clio e Megane R.S., fino al 2014. L’utilitaria francese scattava da 0 a 100 in 7,3 secondi e raggiungeva una velocità di punta di 224 km/h.

La Clio V6 del 2001

Renault Clio V6

Motore centrale, trazione posteriore, cambio manuale, propulsore ES9 V6 3 litri da 60° realizzato interamente in alluminio e con 24 valvole, questo è l’equipaggiamento della Clio V6 in edizione limitata (solo 3000 esemplari). È stata una sfida da parte degli ingegneri d’oltralpe, capaci di incastonare così tata potenza sotto una vettura dalle dimensioni così ridotte.

La prima Megane R.S. nel 2004

La moda delle hot-hatch divampa e coinvolge anche il brand della losanga. Gli appassionati gradiscono in maniera tangibile il già collaudato motore F4R con alberi a camme rivisitati, basamento in lega leggera ed un rapporto di compressione ulteriormente ridotto. L’adozione del Twin Turbo Scroll genera 225 CV e 300 Nm di coppia.

2006, la Clio III

Un nuovo motore 2.0 F4R rivisitato, in quanto aspirato, romba sotto la terza versione della Clio. 197 CV ma una carrozzeria un po’ più massiccia portano ad una velocità massima di 216 km/h. i cavalli salgono a 203 con il restyling successivo.

C’è anche la Twingo nel 2007

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Twingo II R.S. è il primo progetto sportivo per la più piccola vettura realizzata recentemente da Renault. In molti apprezzarono all’epoca l’ottimo 1.6 aspirato da 133 CV che le permetteva di scattare da 0 a 100 in appena 8,7 secondi e raggiungere una velocità massima di 201 km/h. si lasciavano notare i cerchi da 17 a 5 razze doppie ed irrigidimenti al telaio.

Megane III nel 2008

Anche la terza serie dalla Megane viene equipaggiata con il motore F4R, il quale viene portato a quota 250 CV e 340 Nm di coppia, in grado di farle raggiungere i 100 km/h in soli 6,1 secondi, anche in questo caso abbinato ad un classico cambio manuale a 6 rapporti. Su questa vettura, la Casa francese si sfizia principalmente in merito alle innovazioni tecnologiche.

2011, la Megane Trophy

Pressione del turbo aumentata, potenza di 265 CV e 254 km/h di velocità massima, questi i numeri della versione “Trophy” della Renault Megane. Arriva un restyling nel 2014 che porta la sportiva a toccare quota 275 CV, riducendo ulteriormente lo 0-100 ad appena 5,8 secondi.

Anno 2012, quarta generazione della Clio

La Clio R.S. viene equipaggiata con un nuovo 1.6 Turbo DIG-T di origine Nissan, figlio della nuova era del downsizing, che ormai sta spopolando tra le Case auto di tutto il mondo, ma soprattutto figlio della nuova alleanza Renault-Nissan. Il celebre F4R viene dismesso in quanto impossibilitato dalle normative Euro6, quindi il nuovo motore nippo-francese è dotato di 200 CV e 240 Nm di coppia con un turbocompressore a geometria variabile. Lo scatto da 0 a 100 viene compiuto in 6,7 secondi per una velocità di punta di 230 km/h. Novità sostanziale della nuova generazione è l’adozione del solo cambio doppia frizione EDC. L’ultima evoluzione risale al 2015 con la versione Trophy: assetto e cerchi da 18 pollici, scarico Akrapovic, 220 CV di potenza, questa sarà la base di partenza per la realizzazione, nel 2018, della rara edizione finale R.S. 18.

L’ultima Megane nel 2017

tecnologia Renault

Su questa Megane R.S. fa il suo esordio il nuovo 1.8 Turbo condiviso con la Alpine A110 ed in grado di toccare i 280 CV nella versione “standard” e 300 CV nella nuova versione Trophy. Ne completano la dotazione un differenziale anteriore attivo con torque vectoring e, solo successivamente, il rinnovato sistema di quattro ruote sterzanti 4control.

Le versioni speciali e le edizioni limitate

Ci sono state anche delle versioni speciali realizzate da Renault. Clio e Megane hanno goduto di versioni speciali ed a tiratura limitata. Le più celebri sono sicuramente la Ragnotti, la Clio IV R.S. Gordini, la Megane II F1 Team R26 e le Megane III Red Bull RB7 e RB8 Edition.

Autore: Angelo Petrucci

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