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Lewis Hamilton e il Coronavirus: “La F1 va avanti mentre il mondo si ferma”

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Solo due piloti trovano assurdo essere in Australia per correre il GP quando tutto il mondo si sta seriamente fermando, in Italia ancor di più dopo il messaggio di Conte, per la diffusione del Coronavirus. Si tratta di Lewis Hamilton e di Kimi Raikkonen, testimoni di un paddock teso come non mai: è arrivata pochi minuti fa la conferma che McLaren non prenderà parte alla gara dopo che un suo meccanico è stato trovato positivo al test.

Quando a esporsi direttamente è il campione in carica, allora c’è da preoccuparsi. A poche ore dal debutto in pista delle monoposto sul circuito dell’Albert Park Lewis Hamilton, dall’alto del suo blasone (e dei suoi 6 titoli mondiali) si scaglia contro la gestione rivedibile che la F1 sta adottando dall’altra parte del mondo. 

In conferenza stampa, prima che arrivasse il comunicato McLaren, il pilota Mercedes ha parlato chiaro, molto chiaro, dando la colpa, ancora una volta, al dio denaro: “Sono molto, molto sorpreso che siamo qui, è bello che possiamo avere le gare, ma è quasi uno shock essere seduti in una conferenza stampa e che ci siano così tanti tifosi in pista. Il mondo intero sta rispondendo, forse troppo tardi, la Nba è stata già sospesa, Trump ha bloccato i voli dall’Europa, ma la F.1 va ancora avanti. Il re è il denaro. Io posso solo invitare tutti a osservare le maggiori precauzioni possibili, cosa che non ho visto fare arrivando in pista: sembrava una giornata normale, spero solo che dopo il weekend non arrivino brutte notizie“.

Quando in Italia era notte, in Australia già mattina inoltrata, sul profilo Instagram di Hamilton è poi comparsa questa storia, chiaro segno che l’inglese è parecchio contrariato; disteso sul suo letto in hotel, senza parlare, si legge “Onestamente non voglio lasciare la mia camera d’albergo”.

Lewis Hamilton Coronavirus

Sul tema si è espresso, un po’ a sorpresa, anche Kimi Raikkonen, sempre di poche parole ma pesanti come macigni. “Non so se sia la cosa giusta essere qui, probabilmente no, ma non dipende da noi. Penso che se fosse solo una decisione di tutte le squadre, probabilmente non saremmo qui. Gli organizzatori hanno cercato di ridurre i rischi per tutti, ho sentito che ci sono alcune persone che si sono ammalate nel paddock, ma nessuno sa quale sia la storia. Vedremo come andranno le cose…“.

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