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Peugeot 405 : storia della berlina con il pallino per le corse

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Per continuare la tradizione iniziata negli anni ’60 con la 504 e la 505, nel 1987 arrivò il turno della Peugeot 405. In realtà la “nuova” arrivata andava a prendere il posto della 305 tornado però, di fatto, alle origini, offrendo così quel ruolo di ammiraglia che era spettato alle due illustre progenitrici qualche annetto prima e che era rimasto incolmato dal pensionamento dell’ormai vetusta 404, nel 1975.

Disegnata da Pininfarina, la Peugeot 405 presenta la classica carrozzeria tre volumi (pianale condiviso con la Citroen BX) con linee più spigolose rispetto al passato, senza però rinunciare all’eleganza. Cambia il disegno dei fari, diventati più sottili e più piccoli sul frontale e trapezoidali sul lato B, ma non il suo fascino: un anno dopo il suo sbarco sul mercato è già Auto dell’Anno 1988.

Peugeot, volendo rilanciare come ammiraglia della marca, pur avendo rinunciato alla trazione posteriore, per lei ha pronte diverse motorizzazioni di più alto livello rispetto al passato: i motori, sia Diesel sia benzina, sono tutti compresi tra i 1.6 e i 1.9 litri, ma pochi mesi dopo la presentazione, per allargare il range di clienti, viene introdotto un più parco 1.4 da 65 CV.

Al Salone di Ginevra 1989 la 405 viene proposta anche con la trazione integrale (405 GR X4 e SR4) e da lì a poco ecco la 405 Mi16, la più potente di tutte (raggiunta poi dalla Mi16 X4), con il 1.9 bialbero da 160 CV. Da non dimenticare la versione Break, o famigliare, pensata per le famiglie e presentata anche lei nel corso 1988. Il restyling di metà carriera arriva nel 1991, con diversi ritocchi estetici soprattutto all’interno, e nuove motorizzazioni

Le versioni pronto gara della Peugeot 405, come dimenticare la 405 T16, vantano un palmarès sportivo da fare invidia ai posteri: nel 1988 Ari Vatanen segna il nuovo tempo record alla Pikes Peak con la 405 T16 Pikes Peak (replicato nel 2013 da Loeb con la 208 T16) e, lo stesso anno, Kankkunen e Piironen vincono la Parigi-Dakar, vittoria replicata i due anni successivi nella classica di durata quando ancora il percorso rispettava la tradizione.

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