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Toyota GT86 Limited Edition | Prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Torniamo a parlare di GT86, del gioiellino “made in Toyota” a trazione posteriore che sta guadagnano l’affetto di tutti gli amanti della guida pura, nonostante una potenza contenuta, ma grazie ad un costo non eccessivo, un aspetto che fa girare la testa e un piacere di guida di grande livello.

Abbiamo provato il modello – che per Toyota segna il rientro in grande stile nel mondo delle sportive – nella versione Limited Edition, ancora più speciale ed esclusiva. Ecco com’è andata.

Design: un’idea vincente

Età consigliata: da 0 a 99 anni. Questo è il bacino di utenza che è capace di attrarre la GT86 Limited Edition solamente tenendola parcheggiata. Bambini che saltano, salutano, indicano – probabilmente in memoria della Camaro della saga cinematografica “Transformers” – giovani e meno giovani che osservano, chi con segni di approvazione o, addirittura, di ammirazione e intenditori che con lo sguardo vanno oltre la semplice apparenza.

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Un’apparenza che però mette in risalto le linee tese, ma non troppo aggressive della GT86. Il luccicante Sunrise Yellow della carrozzeria entra in contrasto con le bande adesive nero opaco che partono dal logo Toyota del cofano e si dividono fino a raggiungere le estremità della piccola coda, dove risaltano il piccolo spoiler montato al termine del lunotto e i due grossi terminali di scarico circondati dall’estrattore.

Il nero lo ritroviamo poi su altri adesivi all’altezza delle minigonne laterali, sulle calotte degli specchietti e sull’interno dei raggi dei cerchi in lega da 17 pollici. I LED davanti e dietro, abbinati ai fari allo xeno, contribuiscono ad un aspetto moderno e sportivo.

All’interno si respira un’aria più spartana, ma altrettanto frizzante. Il badge “Limited Edition” sul tunnel centrale contraddistingue il modello, la strumentazione è semplice e chiara, e il volante in pelle con il logo “GT86” in bassorilievo, ha le dimensioni giuste.

Toyota GT86 3

La plancia stona con il resto dell’abitacolo e anche il display del navigatore, nonostante funzioni alla perfezione, poteva essere meglio integrato. I sedili, invece, parte fondamentale di un’auto tutta da guidare, sono ben regolabili, ma presentano inserti rossi che poco ci “azzeccano” con i restanti colori.

Un piccolo dettaglio che ci fa capire l’indole della GT86 è il freno a mano, situato alla sinistra del cambio – come nell’ultima Celica – sempre a portata di mano, per ogni “emergenza”. All’inizio sembra un po’ ostacolare l’utilizzo del manuale 6 marce, ma si tratta semplicemente di una questione di abitudine.

Il bagagliaio, infine, ha un volume quasi da berlina compatta, pari a 243 litri, ampliabili grazie agli schienali ribaltabili dei sedili posteriori.

Alla guida del 2.0 200 CV: divertimento “old style”

Ci sediamo e siamo molto bassi, vicini all’asfalto con una posizione di guida che è qualcosa di “epico”. Volante dritto, sedili ben contenitivi e leva del cambio tozza a portata di mano. Questo è tutto quello che ci serve.

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La Toyota GT86 Limited Edition è alimentata dal classico 2.0 litri Boxer benzina aspirato a 4 cilindri made in Subaru ed iniezione D-4S di Casa Toyota. Il risultato di questa unione tra le tecnologie dei due marchi è una potenza massima di 200 CV a 7.000 giri/min e una coppia massima di 205 Nm tra i 6.400 ed i 6.600 giri/min trasmessi alle ruote posteriori tramite un differenziale autobloccante Torsen a scorrimento limitato. Il tutto coordinato, come già detto, da un cambio manuale a 6 marce, così piacevolmente “nudo e crudo”. La trasmissione, infatti, ha innesti duri ma molto precisi, abbinati ad una frizione pesante, alla quale bisogna abituarsi durante la guida cittadina.

Una guida urbana che, visibilità a parte, rimane abbastanza piacevole anche senza start&stop e con sospensioni poco votate al comfort.

Le prestazioni sono buone, ma non entusiasmanti, con uno 0-100 km/h che viene coperto in 7,6 secondi e con una velocità massima di 226 km/h. L’erogazione è piuttosto piatta ai bassi e medi regimi, ma quando si arriva ai 5.550 giri/min il motore acquista una buona verve fino al limitatore (7.400 giri circa). Il piacere di guida, comunque, non lo si trova nella prestazione pura, o nel semplice rettilineo, ma quando arrivano le curve.

Ed è proprio lì che il peso contenuto in 1.239 kg, un baricentro basso (470 mm circa)e una distribuzione dei pesi quasi perfetta (53:47) – con un arretramento ulteriore del motore si sarebbe raggiunta la parità totale – regalano stabilità, tenuta di strada e spostamenti di carico molto intuitivi.

Toyota GT86 5

Ad un anteriore non precisissimo corrisponde un posteriore che ti rimette in riga con una giusta dose di gas. Come molti di voi sapranno, infatti, quando si affronta una curva, la pressione del pedale dell’acceleratore conta tanto quanto lo sterzare il volante, sia per una trazione anteriore sia per una posteriore. Premendo a fondo, o quasi, l’acceleratore è possibile far sovrasterzare la sportiva giapponese, operazione molto semplice, soprattutto in prima e in seconda marcia. Qui, chi ama la guida sporca raggiunge il “nirvana”: attenzione, mettere di traverso la Toyota GT86 è un piacere che dà dipendenza, si prega di driftare responsabilmente.

A parte gli scherzi, questa GT86 va guidata alla “vecchia maniera”, quella cui non siamo quasi più abituati, con la marcia sempre in tiro per spremere fino in fondo tutti i cavalli a disposizione, infatti, una ripresa da benzina aspirata non vi regalerà mai tanta coppia in basso, quindi la velocità del passo starà nella vostra abilità e nel vostro “manico”. Come ai vecchi tempi.

La Toyota GT86 rimane comunque un’auto per tutti e proprio per questo il VSC (controllo di stabilità) risulta decisamente tempestivo nel bloccare sul nascere ogni accenno di sbandata. Premendo il tasto VSC SPORT il suo intervento viene ritardato concedendo qualche piccolo sovrasterzo al pilota mentre, per chi desidera sciogliere le briglie alla GT86, con una pressione prolungata del pulsante VSC OFF esclude del tutto ogni intervento.

Il capitolo consumi non toglie il sorriso a chi guida la GT86. Con un consumo dichiarato di 12 km/litro, molto somigliante al dato da noi registrato, sostenere le spese di questa vettura non è per nulla proibitivo.

La posteriore del popolo

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Potrebbe avere più cavalli, magari anche il turbo/compressore? Sì, la bontà del telaio lo permette senza dubbio e il turbo darebbe coppia ulteriore alle ruote posteriori per effettuare traversi memorabili. Però poi staremmo ancora parlando della GT86? Cosa rimarrebbe dell’auto per tutti, con le Michelin Premacy HP della “sorellona” Prius, con consumi più che rispettabili e dal divertimento a portata di mano dietro ogni curva e, soprattutto, a disposizione anche dei non piloti? Per non parlare di una ritaratura di freni e sospensioni (soprattutto al posteriore), di un aumento del bollo e di tutto ciò che segue a una crescita di cavalli.

Non neghiamo che ci intrigherebbero 50 o 100 cavalli in più, ma “in medio stat virtus” e la filosofia con la quale in Toyota hanno creato quest’auto è un’altra, per entrare nell’olimpo delle supersportive c’è sempre tempo. Per ora possiamo assicurarvi che con 200 cavalli il divertimento è già abbondante, fidatevi.

Con l’aggiunta di un impianto di scarico con gli attributi, poi, non vorrete più scendere.

Prezzo e concorrenti: chi come lei?

Toyota GT86 7

La GT86 Limited Edition è stata prodotta in soli 50 esemplari, ancora in vendita in alcuni concessionari, al prezzo di 31.700 € e con una dotazione praticamente full, a parte l’infotainment Toyota Touch with go. Se il giallo non fa per voi, o volete attirare meno l’attenzione, l’allestimento base Rock&Road con cambio manuale parte da 30.500 €.

Se guardiamo alla concorrenza nel settore delle Coupè a trazione posteriore troviamo ben poco che si classifichi allo stesso prezzo, oltre alla gemella Subaru BRZ. Salendo leggermente di prezzo troviamo la BMW Serie 2, la Nissan 370Z, l’anteriore RCZ e salendo ulteriormente vediamo l’Audi TT e la Ford Mustang.

Se, invece, guardiamo alla concorrenza delle Hot Hatch, la lista è infinita, ma a parte la BMW Serie 1 nessun’altra ha la trazione posteriore con la conseguenza di uno stile di guida del tutto differente.

Pilota professionista

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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