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Audi e Porsche debutteranno in Formula 1, la “conferma” dal CEO Volkswagen

Render di Sean Bull Design, Twitter
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Dopo un chiacchiericcio durato mesi, arriva finalmente la semi-l’ufficialità: Audi e Porsche entreranno davvero in Formula 1. Ad annunciarlo è stato l’amministratore delegato del gruppo Volkswagen Herbert Diess. Non si sa se i due brand saranno protagonisti come costruttori autonomi o solo motoristi, ufficialmente manca una nota ufficiale visto che la notizia è stata diffusa da Reuters.

Diess conferma l’approdo in F1 di Audi e Porsche

Diess ha affermato che il progetto Porsche sarebbe al momento più concreto rispetto a quello di Audi. Questa dichiarazione dà fondamento alle voci che vedono vicina Porsche ad un accordo con il team Red Bull una volta scaduto l’accordo per la fornitura di motori da parte di Honda, ora HRC, fino al termine della stagione 2025. Potrebbe quindi concretizzarsi a breve il ritorno di Porsche in F1, dopo gli anni da motorista (TAG) all’inizio degli anni ’80 con McLaren, mentre per Audi si tratterebbe di un esordio assoluto.

Avvicinata più volte al nome della storica scuderia inglese di cui sopra, Audi sembrerebbe al bivio tra investire in un team proprio o allearsi proprio con McLaren comprandone una quota societaria. Nelle ultime settimane, però, è spuntato il nome di Sauber che, entro quella data, probabilmente si sarà slegata dalla sponsorizzazione attuale con Alfa Romeo. Non sarebbe la prima volta per il team elvetico: nel 2006 BMW rilevò il team di Hinwill, arrivando alla vittoria con Kubica al Gran Premio del Canada 2008, per poi ritirarsi a fine 2009 dopo solo 4 stagioni in F1.

Il periodo di ingresso previsto dovrebbe essere quello riguardante la stagione 2026, quella in cui verranno nuovamente modificate le power unit dopo il congelamento attuale imposto per una riduzione dei costi. I nuovi motori della Formula 1 dovrebbero essere meno complessi ed ancora più importati alla sostenibilità, a partire dall’introduzione dei nuovi carburanti. A convinvere l’ingresso dei due colossi tedeschi, soprattutto la rinuncia alla MGU-K e, quindi, la riduzione dei costi di sviluppo delle power unit.

Fonte: Reuters

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