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Pneumatici e sostenibilità: la missione di Michelin

Tempo di lettura: 6 minuti

La sostenibilità sta diventando un tema centrale per tutte le industrie, soprattutto per quelle legate ai trasporti. Riuscire a ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti umani è uno dei più grandi obiettivi dell’industria del XXI secolo, e per questo c’è bisogno dell’impegno di tutte le forze in gioco, non solo di chi produce auto, moto e mezzi pesanti. Uno dei ruoli più importanti lo ha, infatti, chi costruisce gli pneumatici, come Michelin. La storica azienda francese ha nella ricerca della massima sostenibilità uno dei principali obiettivi per il proprio futuro a breve e lungo termine.

Per Michelin, sostenibilità negli pneumatici fa rima con una produzione che fa uso il più possibile di materiali riciclati, ma non solo. L’attenzione alla creazione di coperture con una resistenza al rotolamento minima, pur garantendo un’aderenza ottimale, è una vera impresa. In più, per Michelin la sostenibilità nel mondo degli pneumatici arriva anche da uno sviluppo che punti ad offrire pneumatici ugualmente performanti anche da usati, dopo migliaia di km di utilizzo. L’obiettivo finale di Michelin è però arrivare al 2050 ad essere Carbon Neutral, ridurre a zero la propria impronta ecologica. Come ottenere un risultato così grande tra produzione, stoccaggio e consegna? Scopriamo allora cosa voglia dire sostenibilità per un colosso come Michelin, con tutte le sue diverse sfaccettature.

La All Sustainable Strategy di Michelin: materiali riciclati e gomme CO2 Neutral, e neutralità carbonica entro il 2050

La ricerca della sostenibilità per Michelin ha un solo norme: All Sustainable Strategy. Si tratta di una strategia industriale che punta a rendere il colosso francese degli pneumatici un riferimento nel mondo per la sua sostenibilità. Ma come può un produttore di pneumatici così imponente migliorare la sua impronta sul Pianeta? Il programma All Sustainable parte, ovviamente, dalla creazione di pneumatici. Questi devono essere capaci di abbattere i consumi e le emissioni dei veicoli sui quali sono montati, e aumentarne l’efficienza.

Michelin e-Primacy

La sostenibilità, però, passa anche da un lavoro di ricerca di nuovi modi per implementare all’interno delle mescole materiali riciclati. Oltre al riutilizzo e al riciclaggio degli pneumatici esausti, però, Michelin sta innovando e creando nuove soluzioni. Un esempio? La Casa francese sta portando avanti grandi innovazioni nei materiali di origine biologica, e non solo. Già oggi Michelin è in grado di processare i rifiuti quotidiani e utilizzarli in nuovi pneumatici. Scarti dell’agricoltura come foraggio di mais, ma anche legno di scarto, contenitori per alimenti e imballaggi in plastica, bottiglie e molto altro: tutto questo è utilizzabile da Michelin per la sua produzione. L’obiettivo è di utilizzare, entro il 2030, fino a 13,5 milioni di tonnellate di questi rifiuti all’interno degli pneumatici Michelin. Questo impegno si spingerà oltre, con un impegno pulito nel Motorsport. Dal 2024, infatti, Michelin fornirà alla MotoGP gomme realizzate con rifiuti organici, da bucce di arancia a scarti agricoli.

Ma la neutralità carbonica non si raggiunge solo con il riciclaggio e le innovazioni. Nelle fabbriche piemontesi di Michelin di Alessandria e Cuneo sono stati approntati 308 milioni di euro per il loro ammodernamento. I due siti produttivi ora sono più efficienti, efficaci e sostenibili, e i dati sono eloquenti. In 15 anni, Michelin è riuscita a dimezzare le sue emissioni derivanti dalla produzione nei due stabilimenti. Cuneo e Alessandria sono diventati così due stabilimenti modello per il Gruppo da prendere a esempio.

Non ci sono però solo progetti volti alla sola produzione di pneumatici. Michelin si sta impegnando anche nel finanziamento di progetti terzi, volti a compensare e assorbire le proprie emissioni di CO2 come il Livelihoods Carbon Fund. L’obiettivo finale dell’intero progetto All Sustainable è semplice. Arrivare al 2050 ad essere completamente Carbon Neutral.

Cosa sono gli pneumatici a bassa resistenza al rotolamento?

Il primo modo che ha però Michelin per andare alla ricerca della sostenibilità è quello di lavorare con attenzione al suo prodotto: gli pneumatici. Da oltre 30 anni, infatti, Michelin lavora per creare nuovi modelli capaci di ridurre i consumi di carburante. I cosiddetti pneumatici “green”, infatti, sono sviluppati per ridurre la famosa resistenza al rotolamento. Ma che cos’è la resistenza al rotolamento? Come indica il nome, è la resistenza esercitata dalle gomme dell’auto mentre ruotano su una superficie.

A causare questa resistenza sono l’attrito dello pneumatico con il suolo, il suo profilo e le deformazioni. Più la resistenza al rotolamento è bassa, minore è l’energia “sprecata” per muovere la vettura. Secondo Michelin, infatti, una resistenza al rotolamento incrementata del 30% genera un consumo di carburante fino al 5% superiore. Per questo, i produttori di pneumatici cercano continuamente di migliorare la mescola e il battistrada dei propri prodotti per limitare la resistenza al rotolamento e migliorare i consumi. Il bilanciamento tra efficienza e aderenza è però fondamentale per garantire sempre la massima sicurezza in viaggio.

Per chi cerca la massima efficienza, poi, da diversi anni sono presenti sul mercato gli pneumatici a bassa resistenza al rotolamento, noti anche come LRR (dall’inglese Low Rolling Resistance). Queste gomme sono specificatamente sviluppate per massimizzare l’efficienza e i consumi, senza però rinunciare ad un’aderenza da pneumatico “normale”.

e.Primacy, la gomma “green” della gamma Michelin

Questo aspetto è poi diventato enormemente più importante oggi con la diffusione delle automobili elettriche. Se infatti per un’auto termica è utile ridurre la resistenza al rotolamento per limitare i consumi, uno pneumatico a bassa resistenza aumenta l’autonomia di un’auto elettrica in maniera quasi gratuita, massimizzando l’efficienza aerodinamica e meccanica. Nello specifico, Michelin ha lanciato il primo pneumatico pensato per la riduzione dei consumi nel 1992, con il capostipite Michelin Energy. Da oltre 15 anni, poi, offre nella sua gamma prodotto la Michelin Primacy. Primacy è una gomma studiata per offrire un’aderenza da pneumatico “normale” massimizzando però l’efficienza.

michelin e.primacy

Dopo quel debutto di 30 anni fa, la gamma Primacy, che si è fatta conoscere per l’eccellente efficienza a fronte di un’aderenza del tutto simile agli pneumatici tradizionali. Nel corso degli anni, la ricetta Premacy è stata migliorata e perfezionata ad ogni nuovo modello. Dopo l’ottimo Primacy 4, nel 2021 ha debuttato la Michelin e.Primacy, considerato lo pneumatico più efficiente della categoria degli LRR. Secondo Michelin, la nuova e.Primacy è in grado di risparmiare fino a 0,21 litri di carburante ogni 100 km.

Per le automobili elettriche, invece, e.Primacy è in grado di migliorare da solo l’autonomia del 7% su un’auto con autonomia di 400 km. Per il suo prodotto più efficiente, Michelin ha scelto di concentrare la produzione interamente in Europa Occidentale. La scelta dello stabilimento di Cuneo come principale centro di produzione, come abbiamo visto prima modello di sostenibilità, fa capire immediatamente la direzione presa dalla Casa francese.

La gomma sportiva per auto elettriche, la Michelin Pilot Sport EV

Per le vetture elettriche ad alte prestazioni, infatti, Michelin ha lanciato un altro pneumatico che unisce alta efficienza e grande aderenza, il Michelin Pilot Sport EV. Questo pneumatico è direttamente derivato dall’esperienza della Casa francese come fornitrice unica delle gomme della Formula E.

Michelin Pilot Sport EV

Fin dal debutto della categoria, nel 2014, le Michelin utilizzate in Formula E (chiamate proprio Pilot Sport EV) hanno tecnologia e disegni molto simili alle coperture stradali. Il motivo? Sviluppare e studiare gomme ad alte prestazioni per auto sportive elettriche, capaci di unire efficienza, aderenza e durata. Secondo Michelin, infatti, la Pilot Sport EV è in grado di offrire l’aderenza di una Pilot Sport, le apprezzate gomme sportive della Casa transalpina, con un’efficienza da e.Primacy. Secondo i dati Michelin, l’autonomia di un’auto elettrica può aumentare di 60 km rispetto ad una Pilot Sport tradizionale.

Pilot Sport EV integra la tecnologia ElectricGrip Compound, sviluppata in Formula E. Si tratta nello specifico di una mescola differenziata tra il centro del battistrada e la spalla. Il centro del battistrada è più dura, per offrire l’aderenza necessaria per sopportare la coppia generosissima delle auto elettriche. Sulla spalla, invece, la mescola è più morbida. L’obiettivo di questa scelta è quello di ridurre il consumo di energia nei lunghi trasferimenti, e quindi di massimizzare l’autonomia.

Rendere uno pneumatico usato valido come uno nuovo per ridurre i cambi gomme

Per Michelin, però, la ricerca della sostenibilità passa anche e soprattutto da un aspetto per anni negletto dai grandi produttori di pneumatici: la durata nel tempo delle gomme. Già da diversi anni, infatti, Michelin sta puntando alla creazione di pneumatici più longevi. Coperture in grado di offrire le stesse performance del primo montaggio anche dopo decine di migliaia di chilometri percorsi.

La Michelin e.Premacy, ad esempio, è stata sviluppata per offrire prestazioni uguali allo pneumatico nuovo anche dopo 30.000 km. Per dimostrare queste caratteristiche, Michelin ha messo alla prova un treno di e.Primacy al test di frenata sul bagnato per l’omologazione europea R117. In questa difficile prova, e.Primacy è stato in grado di superare il test anche dopo 30.000 km percorsi. Non solo l’aderenza e la sicurezza sul bagnato rimangono quasi intatte. Anche l’efficienza è tenuta in seria considerazione, con un lavoro attento per garantire le stesse caratteristiche anche alla fine del proprio ciclo vitale.

Ma cosa c’entra tutto questo però con la sostenibilità? Se ci pensate, uno pneumatico che offre dopo 30.000 km prestazioni degne di una copertura nuova consente di ridurre i cambi gomme. Una gomma che dura di più permette di ridurre i cambi gomme, sfruttando al massimo i propri pneumatici. Un atteggiamento che, in realtà, va contro gli stessi interessi dei produttori. Questi infatti avrebbero maggiori introiti costringendo i consumatori ad acquistare il maggior numero di prodotti possibili.

Questo atteggiamento consumistico, però, non è più sostenibile in un mondo sempre più attento alla propria impronta. Michelin con questa attenzione alla durata dei propri pneumatici fa un ulteriore verso la sostenibilità. L’obiettivo Carbon Neutral entro il 2050 si raggiunge anche così, massimizzando ogni impegno verso un mondo più verde.

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